Dakar

Rally Dakar: regolamento, storia e curiosità dell’avventura fra i deserti

Rally Dakar

La Dakar è il ‘Rally Raid’ più famoso al mondo, una competizione che mette a dura prova gli uomini ed i veicoli che vi si cimentano tra deserti, fango e rocce. Circa 10.000 km da percorrere a bordo della propria auto, moto, quad o camion nel giro di una quindicina di giorni esplorando territori maestosi in cerca della vittoria.

LA STORIA – La Dakar, precedentemente conosciuta come ‘Parigi-Dakar’, era una gara di rally che partiva dal continente europeo per poi spostarsi in Africa, un lungo viaggio da Parigi (capitale della Francia) fino a Dakar (capitale del Senegal). La gara è stata ideata da Thierry Sabine e prese il via ufficialmente nel 1979. Sabine era un’icona dell’automobilismo francese ed ebbe la grande idea di inventare un percorso speciale con partenza da Parigi ed arrivo a Dakar a seguito di una singola esperienza. Il pilota francese, durante il corso del rally Abidjan-Nizza, si perse nel deserto libico venendo trovato e salvato solamente “in extremis”. Al rientro in Francia, nonostante la sfortunata avventura, Sabine si mise in testa di creare un nuovo percorso per permettere alle persone di visionare paesaggi definiti da lui stesso magnifici. Ed è così che dagli anni 70 ai primi anni 2000, la corsa unì i due territori fino ad arrivare a drastici cambiamenti per motivi organizzativi. Inizialmente, nel 2003, la partenza fu spostata a Marsiglia con arrivo a Sharm El Sheikh per poi arrivare alla dolorosa decisione di abbandonare la Francia per “lo start” spostandosi in Spagna ed in Portogallo. Numerose minacce terroristiche indebolirono pian piano l’attrattiva dell’evento e l’organizzazione euro-africana tanto che nel 2008, a seguito dell’uccisione di quattro turisti francesi in Mauritania da parte di Al Quaeda, il governo francese chiese agli organizzatori di cancellare la gara. Le successive edizioni vennero “traslocate” in Sud America senza modificare la storica denominazione ‘Dakar’ diventata ormai simbolo della competizione. Poi nel 2020 il trasloco in Arabia Saudita con partenza a Jedda.

IL REGOLAMENTO – Auto, moto, camion e quad partecipano a questa speciale competizione chiamata Rally Raid. A differenza dei rally moderni, la Dakar è una gara di ‘endurance’ alla quale prendono parte veri mezzi da fuoristrada. Prima della partenza agli equipaggi di ciascun team viene fornito il cosiddetto ‘road book’ che contiene il percorso completo della gara. Oltre al supporto cartaceo, i team possono disporre di uno speciale GPS fornito dagli organizzatori, elemento fondamentale e non modificabile. Proprio per via di queste regole base la mappatura della gara è sconosciuta ai piloti fino al momento della tappa stessa. Qualsiasi sopralluogo o studio esterno da parte di un equipaggio o terze persone verrà punito con la squalifica immediata. Giornalmente, tappa dopo tappa, viene stilata una classifica tempi sommatoria che alla fine dell’evento andrà a determinare la graduatoria complessiva.

CRITICHE E INCIDENTI – Ogni anno sono tante le critiche che vengono rivolte alla Dakar, dal punto di vista morale e strutturale. Partendo dalla moralità, la competizione è spesso al centro delle critiche per uno scarso rispetto del territorio e per il contrasto tra la povertà e la ricchezza. Dal punto di vista strutturale, invece, l’organizzazione entra nel vortice delle accuse ogni qual volta avviene un incidente, spesso mortale. La sicurezza in questo tipo di gare talvolta viene a mancare proprio per l’idea di sfidare la natura in condizioni estreme e spericolate. Ma i piloti partecipanti si schierano tutti a favore della loro amata Dakar, per il brivido e l’ebbrezza di andare oltre al limite.

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