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Olimpiadi 2026, Giorgetti: “Sì a candidatura solo se c’è buon senso”

Giuseppe Abbagnale e Giancarlo Giorgetti
Giuseppe Abbagnale e il segretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti - Foto FIC

Il governo italiano appoggia la candidatura italiana a una condizione, che sia un’Olimpiade di buon senso rispetto ad approcci del passato, a inutili, dispendiose e faraoniche manifestazioni. La candidatura italiana deve essere contraddistinta da un approccio non dico low cost, ma deve basarsi sugli impianti esistenti, deve essere compatibile con l’ambiente e deve lasciare un’eredità al territorio. Bisogna evitare spese inutili”. Lo ha dichiarato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti parlando dell’esito della discussione avvenuta in Cdm sulla possibile candidatura italiana per i Giochi Olimpici invernali del 2026. “Ora tocca al Comitato olimpico nazionale italiano individuare la soluzione migliore, poi vedremo le valutazioni – ha aggiunto Giorgetti – Se venisse portata avanti una candidatura mirabolante, fantastica ma non in linea con questo approccio sobrio, il governo non sarà d’accordo. Se invece verrà avanzata una proposta di buon senso e sobria, non offensiva, allora la appoggeremo”.

“Olimpiadi più vicine o più lontane dopo la riunione del Consiglio dei ministri? Più vicine, se avessimo detto no erano lontane, erano morte. Invece così vediamo – ha aggiunto Giorgetti a margine di un evento organizzato dal Csi a Roma – Decisione del Coni il 10 luglio? No, penso che il Comitato olimpico nazionale potrebbe riflettere adeguatamente rispetto alla posizione che ha assunto oggi il governo. Il governo non ha espresso preferenze ma ha chiesto alcune condizioni: il Coni potrebbe anche valutare che nessuna delle tre proposte ricevute abbia i requisiti e noi prenderemo atto che non si farà nulla. Viceversa valuteremo in modo molto attento i preventivi di spesa e poi diremo la nostra decisione. Unire le forze tra le tre città? Non mi sembra che le candidate abbiano manifestato questa volontà, ciascuna tira acqua al proprio mulino. Sarà il Coni a valutare in base alle regole e agli standard del Cio”. .

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