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Un’occasione di confronto tra sport e fede, un incontro per mettersi in gioco nella vita come nello sport. Questo l’obiettivo del convegno “Sport at the Service of Humanity”, presentato questa mattina, martedì 4 ottobre, presso la Sala Stampa della Santa Sede, a Roma. La prima conferenza mondiale su Sport e Fede, organizzata dal Pontificio Consiglio della Cultura con l’incoraggiamento di Papa Francesco, si aprirà domani con la cerimonia presieduta dal Pontefice presso l’Aula Paolo VI e proseguirà con gli incontri in programma giovedì e venerdì.
“Lo sport ormai supera i confini e le frontiere delle etnie, delle religioni, delle culture, delle società – ha sottolineato il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura – Noi con questo convegno vogliamo ritrovare un filo d’oro che unisca la diversità dei popoli e delle comunità in un periodo di forte tensione come quello nel quale viviamo”.
“L’idea di questa conferenza è nata tre anni fa – ha rivelato monsignor Melchor Sanchez de Toca y Alameda, sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura – Lo sport è una metafora della vita, una sfida contro se stessi: noi vogliamo capire come possa lavorare insieme alla fede. Non sono molte le occasioni per discutere, incontrarsi, imparare dagli altri: questo è proprio l’obiettivo del meeting, al quale parteciperanno una quindicina di leader religiosi con i quali la Santa Sede intrattiene rapporti stabili di dialogo”.
Gli ospiti d’onore alla giornata inaugurale di domani saranno il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon e il presidente del Comitato olimpico internazionale Thomas Bach, ma saranno presenti anche tanti atleti internazionali, tra i quali i campioni olimpici e paralimpici nella scherma Daniele Garozzo e Bebe Vio, la judoka israeliana Yael Arad, la nuotatrice dello Zimbabwe Kirsty Coventry e l’ex calciatore Alessandro Del Piero, che darà il calcio d’inizio al convegno. “Lo sport è uno strumento per restituire la speranza – ha sottolineato il membro del Cio Mario Pescante – Noi vogliamo abbattere i muri, le barriere, come è successo a Rio de Janeiro dove abbiamo visto la squadra di una terra martoriata da una guerra fratricida, il Kosovo, e anche la nazionale dei rifugiati”. Partner fondatore dell’evento sarà Allianz, oggi rappresentata da Christian Deuringer, Global Brand Management Director dell’azienda: “Siamo in perfetta sintonia con i valori dello Humanity Sports Club e della prima conferenza globale su fede e sport (compassione, rispetto, amore, ispirazione, equilibrio e gioia, ndr). La nostra mission è dare coraggio alle persone per andare avanti. Per questo abbiamo lanciato un movimento digitale per diffondere un messaggio ai giovani di tutto il mondo: bisogna sfidare se stessi nel gioco della vita, come si fa nel gioco dello sport”.
“Lo sport aiuta i giovani a trovare coraggio e ispirazione e a sconfiggere le barriere, favorendo l’inclusione sociale”, ha dichiarato Oliver Baete, CEO di Allianz. “È per questo che sosteniamo fortemente questa Conferenza e la missione dell’Humanity Sports Club, che promuoverà in tutto il mondo il potere dello sport di trasformare in meglio la realtà”.