Automobilismo

24 Ore Daytona: regolamento, storia e curiosità della gara in Florida

24 Ore di Daytona - Foto afsilva2 - CC-BY-2.0

La 24 Ore di Daytona è una gara di ‘endurance’ per delle vetture sport-prototipo e Gran Turismo che si disputa a Daytona Beach, in Florida, dal 1923. La ‘Rolex 24 at Daytona’ è una corsa di resistenza molto popolare negli Stati Uniti, inizialmente proposta sul formato delle sole tre ore e successivamente modificata nel 1966 a causa di forti pressioni di grandi team che volevano lo stile 24 ore per prepararsi al meglio in vista dell’appuntamento di Le Mans. I piloti si sfidano all’interno del Daytona International Speedway, un tracciato totalmente differente da quello francese ed i vincitori di ogni categoria ricevono come premio un ‘Rolex Cosmograph Daytona’.

IL REGOLAMENTO – Sono tante le differenze strutturali fra Daytona e Le Mans. La gara viene disputata all’interno di un circuito chiuso senza l’utilizzo delle strade pubbliche. All’interno della pista son presenti delle curve sopraelevate con delle porzioni dell’anello ad alta velocità oltre ad un piccolo stradale interno. L’altra sostanziale differenza è il periodo della corsa con la Daytona che si disputa in pieno inverno mentre Le Mans va in scena a ridosso dell’inizio della stagione estiva. Le differenti condizioni atmosferiche influiscono sulle prestazioni delle macchine e sul rallentamento delle fasi della gara in notturna. Per concludere la corsa ed essere classificata, un’automobile (guidata a turno da quattro piloti) deve attraversare il traguardo per mezzo della propria potenza al termine delle 24 ore. Sono escluse soste strategiche in caso di problemi o spinte fisiche per trascinare la vettura fino alla dirittura d’arrivo. Vince la gara chi riesce a coprire il maggior numero di giri nel minor tempo possibile.

STORIA E CURIOSITA’ – Proprio le soste strategiche e le spinte fisiche son state due delle motivazioni che hanno variato il regolamento a partire dal 1966. In passato ci son stati tanti episodi di macchine danneggiate ai box o vetture a bordo pista in attesa dell’approssimarsi della conclusione della gara. Dan Gurney fu il protagonista di uno degli eventi sportivi più tragicomici negli anni 60. Il pilota, durante l’allora corsa di 3 ore del 1962, sul finale ebbe problemi al motore e temendo l’imminente rottura decise di sostare la vettura a pochi metri dalla linea del traguardo. Ad un minuto e 40 dalla conclusione delle tre ore di corsa, Gurney riaccese la vettura e riuscì lentamente a raggiungere la linea di dirittura d’arrivo grazie alla spinta del motorino elettrico d’avviamento. La federazione ufficializzò la sua vittoria ma solamente quattro anni dopo, nel tentativo di riprovare a classificarsi riaccendendo la macchina a due minuti dalla fine per un problema elettronico, venne squalificato. Gurney, difatti, provò a spingere a mano la sua Ford GT40 fino al traguardo per chiudere la corsa ma i suoi sforzi vennero resi vani dalla decisione dell’organizzazione che punì questo suo comportamento antisportivo e fuori dalle regole.

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