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WTA Stoccarda, Pliskova: “La Porsche è una motivazione a prendere la patente”

Karolina Pliskova - Foto Ray Giubilo

È stato un match lottato quello che ha assegnato il titolo e la Porsche al WTA Premier di Stoccarda, ma alla fine è stata Karolina Pliskova ad imporsi con il punteggio di 7-6(2) 6-4 su Coco Vandeweghe. Per la ceca si tratta del secondo titolo in carriera su terra rossa, ma il più prestigioso ed ora la aspetta anche l’esame della patente per poter guidare la stupenda Porsche messa in palio ogni anno dal torneo del Baden Württemberg.

Penso che sia stata un match tirato e che si è deciso su pochi punti,” ha commentato a conclusione dell’incontro la finalista: “nel primo set specialmente. Ci sono stati alcuni passaggi chiave, tipo l’ace di seconda che ha messo a segno sul 6-5 nel primo set, ma in quei casi tutto ciò che puoi direi è che è stata troppo brava. Io ho dato tutto quello che avevo, ho provato anche una rimonta nel secondo set, ho variato il mio gioco, difeso e attaccato, se potessi ovviamente rigiocherei qualcuna delle varie volee che ho mancato nel secondo parziale (ride). Ma di certo posso essere contenta della mia performance oggi.

Per colei che è uscita vincente dallo scontro odierno un primo passo importante è stato recuperare il break subito in apertura al più presto: “Lei ha iniziato davvero forte: non mi aspettavo di perdere il servizio nonostante abbia messo in campo 4 prime. Ma lei è partita a tutta, motivata e decisa. Per fortuna sono rientrata in partita poco dopo, grazie a qualche errore da parte sua.

Tutti i match contro di lei sono stati simili,” ha continuato a spiegare la ex numero uno del mondo: “un tiebreak e poi un solo break nel secondo set. Contro di lei è sempre difficile giocare perché serve bene e può sommergerti di vincenti, ma devi saper rimanere concentrata perché prima o poi gli errori arriveranno e al servizio non è possibile tenere un rendimento così alto per tutta la partita. Questa settimana è stata molto più solida del solito e anche per questo sono contenta di come mi sono comportata oggi. La sua seconda poi è davvero difficile da gestire, ha un kick incredibile, ma oggi penso di aver vinto in risposta, facendo un passo indietro e iniziando molti scambi. Proprio sullo scambio penso che oggi sia stata superiore a lei e questo mi ha portato alla vittoria.

Nel secondo set poi è successo un po’ di tutto, tra cui una caduta dell’americana, che ne ha leggermente condizionato il parziale: “la caduta nel primo game del secondo set mi ha lasciato qualche segno e di certo non è stato ideale, ma con il tape non riuscivo proprio a sentire l’impugnatura, quindi me ne sono liberata subito. Di certo non era qualcosa con cui speravo di uscire dal torneo, però a volte sulla terra bisogna sporcarsi no?

Da lì a poco, la statunitense ha perso la pazienza per la prima volta nel match, scaraventando a terra la racchetta, salvo riprendere il controllo in fretta dopo aver donato la sua Yonex ad un fan: “Per quanto venga dipinta come un incubo ogni volta che scendo in campo, io provo ad essere gioviale per quanto possibile. Se sono molto intensa è perché mi serve per giocare al mio meglio, così come il fatto che mi costringa ad odiare la mia avversaria, dentro il campo, anche se non è ovviamente così a livello personale. Quando ho gettato la racchetta a terra sapevo che non l’avrei più potuta utilizzare e quindi ho reso felice qualcuno del pubblico, mi spiace solo non fosse un bambino. Però alla fine io sono qui per lo sport e se posso vivere il mio sogno è anche perché ci sono i fan e questi si divertono nel vedere il nostro sport. In quel gesto c’è la mia idea di rendere partecipe anche il pubblico di tutto ciò.”

La Pliskova è quindi scappata avanti nel punteggio, issandosi sul 5-2, salvo poi vedere l’avversaria che si rifaceva sotto: “Nel finale mi sono messa un po’ nei guai, perché ho iniziato il game un po’ lenta, poche prime, un doppio fallo… forse dopo il game tirato per breccare pensavo che me l’avrebbe regalato quel game (si da una leggera botta in testa come a darsi della sciocca). È una finale, nessuno ti regala niente, infatti lei è tornata sotto giocando bene, ma per fortuna l’ultimo game sono riuscita a chiudere, anche se non ho servito benissimo.

E l’epilogo non poteva essere più diverso per le due: da un lato una radiante Pliskova che posava vincente con la sua nuova Porsche, dall’altro una Vandeweghe in lacrime: “Penso che fino alla fine del match non avessi capito quanto questa settimana mi sia costata a livello mentale con la Fed Cup e poi subito questo torneo. Penso sia stata la somma di tutti questi momenti ed il fatto che in fondo questa finale fosse piuttosto importante per me e pur avendo dato tutto non sono riuscita a vincerla. Cerco di non essere una piagnona, ma a quanto pare lo sono… essendo Pat (Cash) l’unica persona che conosco, sono andata ad abbracciarlo per sfogarmi.

E se da un lato ci sono state le lacrime, dall’altra la gioia più sincera, tanto da spingere la tennista ceca a promettere di prendere la patente che fino ad ora non ha mai avuto il tempo di conseguire: “Ovviamente l’aver vinto questa bellissima macchina è un’ottima motivazione per fare la patente! Purtroppo con questo tipo di vita è difficile trovare il tempo, ma adesso ho un motivo in più… so che Kristyna l’ha già fatta, ma visto che sono due anni che non guida, non gliela faccio toccare!

Chissà se Kristyna vorrà provare a mettere in palio almeno un giro sul bolide della sorella già questa settimana, poiché le due sono state sorteggiate al primo turno del WTA International di Praga: “Da quando ho visto il tabellone ieri non riesco a pensare ad altro: come giocherò contro mia sorella? Purtroppo sarà a Praga, davanti a centinaia di persone che verranno a vederci e purtroppo penso che il match sarà una m*rda… – lo so che non devo dire questa parola, però è la migliore in questo caso, perché ogni volta che giochiamo contro va così, conosciamo il gioco l’una dell’altra, c’è tensione e nervosismo e poi non voglio battere mia sorella!

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