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Giornata di finali, in quel di Singapore. Per quanto riguarda il singolare femminile, a scontrarsi per il titolo di “Maestra” Wta della stagione sono state, rispettivamente, Venus Williams e Caroline Wozniacki. Alla fine – in una finale rivelatasi bella e avvincente per tutta la sua durata – scettro e corona sono andati alla danese, che ha avuto la meglio 6-4 6-4 in un’ora e ventinove minuti.
Per lei si tratta del primo successo in assoluto al Masters di fine anno (ed è probabilmente il titolo più prestigioso e importante della sua carriera), nonché della prima affermazione in carriera su Venus (in otto confronti diretti).
Chi avrebbe mai scommesso su una finale del genere, a inizio settimana? Probabilmente nessuno. Era difficile ipotizzare un simile match, azzardare così tanto. Eppure, allo stesso tempo, scavando a fondo si potevano riscontrare dati e sensazioni che lasciavano spazio a speranze e ipotesi differenti. Del resto si ritrovano l’una contro l’altra due giocatrici per certi versi molto simili: entrambe veterane del circuito ed ex numero 1 del mondo; nel corso delle ultime stagioni si sono contraddistinte, similarmente, per una serie di alti e bassi che le hanno portate a passare dalle ipotesi di ritiro, fino alla risalita e al rientro tra le migliori 10 della classifica.
Tutte queste cose hanno contribuito, in un certo qual modo, ad accomunarle. Così come le ha accomunate, nell’arco degli ultimi 10 mesi, una grandissima e ritrovata voglia di vincere, nonché i grandissimi risultati a cui questa ha portato. Due finali e una semifinale Slam per Venus; otto finali (ma solo un titolo) per la Wozniacki. Fino a oggi.
LA CRONACA – L’equilibrio e i sorrisi iniziali sono durati giusto il tempo di tre giochi. Infatti, dopo i primi equilibrati game, senza palle break, nel quarto la 27enne di Odense ha avuto – e sfruttato – le prime opportunità di strappare il servizio all’avversaria e tentare l’allungo. Break strappato al secondo tentativo, ma ‘attacco’ subito ridimensionato dalla sua avversaria nel gioco successivo: avanti 3-1 e servizio, la Wozniacki ha subito immediatamente il contro-break dalla maggiore delle Williams.
L’occasione di ‘scappare’ le si è ripresentata nell’ottavo gioco, una volta salita sul 5-3 e servizio (break ottenuto al termine di uno splendido punto finalizzato con un drittone lungolinea vincente); tuttavia, ritrovatasi in vantaggio, ha subito nuovamente il rientro di Venus; una Venus in quel caso artefice di un game a dir poco superlativo, prestazione che le ha permesso di strappare a sua volta la battuta e di riportarsi sul 5-4 e servizio in suo favore. Proprio quell’incredibile sforzo per non far chiudere il set all’avversaria nel nono gioco, le è costato il parziale nel decimo, ceduto a 15.
6-4 in favore della Wozniacki, in 41 minuti; 5 break su 10 giochi giocati, 3 a 2 in favore della numero 6 del mondo, che ha messo a referto appena 3 gratuiti e ben 10 vincenti (12 a 17 per la Williams).
Il secondo parziale è stato contraddistinto, nel bene e nel male, dalla rapidità con la quale Venus è uscita e poi rientrata nel match. Ritrovatasi sotto 5-0, con doppio break di svantaggio (break arrivati nel secondo e nel quarto game), da lì in poi la Williams ha iniziato una graduale ed entusiasmante rimonta che l’ha riportata 5-4 e servizio in suo favore. Da segnalare l’incredibile punto che ha consentito all’americana di recuperare anche il secondo dei due break di svantaggio: passante incrociato di dritto al termine di uno scambio rocambolesco nel quale aveva preso di tutto, mentre la Wozniacki aveva sbagliato di volée una palla che le era stata accomodata dal nastro; va evidenziato, inoltre, che fino al decimo gioco della seconda frazione, nonostante i 5 game di svantaggio, l’americana non aveva concesso nemmeno un match point alla sua avversaria.
Il servizio ceduto alla fine, che ha permesso alla Wozniacki di laurearsi campionessa, nulla toglie a una prestazione – nell’arco di tutta la settimana – splendida, di classe ed elegante come del resto sempre è stata, ed è ancora, a trentasette anni, Venus Williams. Chiude una partita godibile e ben giocata da entrambe, capaci di mettere a segno (in due) la bellezza di 50 vincenti, contro 40 errori gratuiti.