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È servita la miglior Serena Williams del torneo, molto probabilmente del 2018, per frantumare il sogno di Camila Giorgi e dell’intera Italia tennistica. La numero 1 azzurra ha provato a spingersi più in là di tutte a Wimbledon e per un set ha sognato la grande impresa. Un 6-3 rifilato alla più forte di sempre con classe, grinta e senza alcun timore reverenziale nonostante una cornice capace di far tremare le gambe a chiunque: il Centre Court con la sette volte regina a Church Road dall’altro lato della rete, il best ranking e la prima semifinale Slam sullo sfondo. Alla fine è Serena a sciogliersi in un sorriso, a ritrovare spensieratezza insegnando ad uno spettatore come fare un selfie dopo la consueta sessione di autografi e proseguire la caccia al primo Slam da mamma. Ma il match si era complicato e non poco, prima che la Williams iniziasse a diventare praticamente ingiocabile al servizio: le statistiche sono impietose per un incontro femminile, con soli 14 punti su 14 turni alla battuta disputati. Incassato lo smacco del primo set del torneo perso per strada, la statunitense non si è affatto disunita e con l’umiltà di chi in carriera ne ha ribaltate a bizzeffe ha profuso il massimo sforzo: l’unico rimpianto per la Giorgi è su quel rovescio sull’1-1 15-30 del secondo parziale. Si parla di un punto che l’avrebbe portata ‘solamente’ a palla break, ben lontano dalla conclusione della partita e del capolavoro. Ma di fatto è stata l’ultima occasione concessa dalla sua avversaria.
“Sapevo di dover servire bene contro di lei“, ha detto Serena Williams in conferenza e per la prima volta in questi dieci giorni di Wimbledon oltre le 120 mph. L’americana aveva espresso più di qualche dubbio alla vigilia del torneo per l’infortunio al pettorale patito al Roland Garros ma si è resa conto che con la risposta di Camila nessuno può permettersi di scherzare, compresa la 23 volte campionessa Slam. La Giorgi ha concentrato gli unici quattro punti del primo set vinti in ribattuta mettendo a segno il break decisivo, protetto con le unghie e i denti persino da uno 0-40 nel settimo gioco, sperando poi in un nuovo passaggio a vuoto della testa di serie numero 25 mai arrivato nell’ora di gioco successiva. “Ora sono più consistente, più convinta, vado anche a rete per chiudere il punto – le parole di Camila dopo la partita – Ho il famoso piano B. La consapevolezza di poter giocare così l’ho sempre avuta, ma non avevo mai avuto l’occasione di dimostrarlo“. L’obiettivo a medio termine è quindi quello di ottenere una testa di serie per gli Us Open: ranking alla mano – virtualmente 34 al mondo – ampiamente raggiungibile.
GOERGES, KERBER E OSTAPENKO IN SEMIFINALE – Toccherà a Julia Goerges dunque provare a fermare Serena Williams: la tedesca ha vinto una gran bella battaglia in rimonta su Bertens ed è alla prima semifinale Slam in carriera, seppur il 6-3 6-4 rimediato poche settimane fa al Roland Garros non sia così rassicurante. Sarà sfida tra campionesse Slam, invece, nella semi della parte alta del draw. La Kerber ha ritrovato il giusto feeling con l’erba e ha nel mirino la seconda finale negli ultimi tre anni ai Championships mentre la Ostapenko, dopo essersi tolta il fardello della cambiale da difendere a Parigi, ha tutta l’intenzione (e le armi necessarie) per ripetersi in un Major.