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Solamente due settimane fa aveva fatto storcere il naso la decisione degli organizzatori di Wimbledon di assegnare una testa di serie a Serena Williams. Uno strappo alla regola – consentito dal particolare regolamento dei Championships – che non sembrava però essere supportato da validi argomenti: l’americana si sarebbe presentata ai nastri di partenza del terzo Slam stagionale con soli tre tornei alle spalle, senza arrivare in fondo e per di più con un infortunio patito al Roland Garros. Gli argomenti, però, Serena li ha tirati in ballo al momento più opportuno, nell’evento più prestigioso del Tour. Perché, francamente, dubitare della 23 volte campionessa Slam, sette delle quali proprio a Wimbledon e con una striscia aperta dal 2015 (escludendo l’assenza dello scorso anno) è decisamente grottesco. La Williams ha approfittato di uno spot di tabellone, almeno nei primi turni, tutt’altro che irresistibile e nella sua corsa verso la finale ha affrontato le maggiori difficoltà con la nostra Camila Giorgi, alla quale va il merito di aver strappato l’unico set del torneo. E adesso, nella mente di Serena, il progetto di scrivere un’altra pagina di storia prende sempre più forma.
KERBER TRA SERENA E COURT – Dopo la dovuta premessa alla leggenda del tennis femminile, è altrettanto doveroso precisare come l’altra finalista sia tutt’altro che vittima sacrificale nell’atto conclusivo. Angelique rientra nella ristretta cerchia di giocatrici capaci di battere Serena in una finale Slam (in compagnia della sorella Venus, Sharapova, Stosur e Muguruza) ed ha spezzato la striscia di imbattibilità dell’americana nelle sfide valevoli per il titolo: 15 consecutive dal settembre 2013 al gennaio 2016 prima della sconfitta agli Australian Open.
VENDETTA DOPO IL 2016 – La Kerber è tornata in finale a Wimbledon per la seconda volta negli ultimi tre anni. Nel 2016, il suo anno migliore coronato da due Slam e l’argento olimpico, fu proprio Serena Williams a impedirle la gioia del successo sui prati londinesi con lo score di 7-5 6-3. La tedesca, dopo il prevedibile calo nel 2017 con la valanga di punti da difendere, è tornata a far la voce grossa negli eventi più importanti centrando la semifinale agli Australian Open e i quarti al Roland Garros. I precedenti danno ragione alla statunitense (sconfitta solamente due volte su otto incroci, oltre a Melbourne sul cemento di Cincinnati nel 2012) ma l’incrocio di stili non può far dormire sonni tranquilli a Serena: Angelique è tra le miglior ribattitrici del circuito e persino il servizio letale dell’ex numero 1 al mondo potrebbe non bastare. I favori del pronostico e la storia dicono Williams ma la Kerber ha tutta l’intenzione di vestire i panni della guastafeste.