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US Open 2022, finale privo di certezze: in quattro per un sogno

Carlos Alcaraz
Carlos Alcaraz - Foto Ray Giubilo

Tutti e quattro non hanno mai vinto una prova dello Slam. Per tre di loro sarà la prima semifinale in un Major. Tre di loro hanno meno di venticinque anni d’età. Il finale degli US Open 2022 è privo di certezze. In un torneo che passerà alla storia per equilibrio ed imprevedibilità, il favorito, giunti a questo punto, sembra essere il diciannovenne Carlos Alcaraz. In seconda battuta c’è Casper Ruud, unico del quartetto ad aver disputato una finale a questi livelli (Roland Garros 2022). I due si potrebbero incontrare nell’ultimo atto di domenica, dove in palio ci sarebbe non solo il titolo ma anche la posizione numero uno del ranking mondiale.

I due outsider sono Frances Tiafoe e Karen Khachanov, protagonisti inattesi ma assolutamente non casuali. La loro chance se la sono guadagnata ampiamente sul campo andando a fare fuori nomi di un certo peso come Rafael Nadal e Nick Kyrgios. Ragionando di testa, queste sono le gerarchie. Ma nello Slam più folle del mondo, qualsiasi tipo di ragionamento può rivelarsi fuorviante. Proviamo comunque ad analizzare le due semifinali, da una parte Ruud-Khachanov e dall’altra Alcaraz-Tiafoe.

RUUD VS KHACHANOV – Hanno due stili di gioco completamente diversi eppure sono animati dagli stessi valori. Entrambi hanno basato le loro carriere sul lavoro ed il sacrificio raggiungendo dei traguardi che, almeno inizialmente, sembravano loro preclusi. Casper Ruud è il più ‘esperto’ rimasto in gara sapendo già cosa si prova ad arrivare alle fasi finali di un torneo dello Slam. Da lunedì potrebbe ritrovarsi clamorosamente al primo posto del ranking mondiale ma questo non sembra disturbarlo. Dotato di un tennis estremamente concreto e senza particolari falle, il norvegese sta impressionando per freddezza e continuità di rendimento.

Dall’altra parte troverà Karen Khachanov, forse il meno noto dei russi che, ormai da qualche anno, si stanno rendendo protagonisti sul circuito. Un po’ per la sua allergia ai riflettori, un po’ per il suo tennis abbastanza piatto e monocorde, non ha mai ricevuto le attenzioni mediatiche dei vari Medvedev e Rublev. Agli US Open ha impressionato sia contro lo spagnolo Carreno Busta sia contro Nick Kyrgios, in questo caso venendo a capo anche di una folla a lui ostile oltre al gioco del fumantino australiano. La sua freddezza e capacità di interiorizzare un risultato del genere non sono in discussione.

Quello che preoccupa un po’ sono le sue condizioni atletiche dopo le ultime feroci battaglie. Non essere al top contro Ruud, uno dei giocatori meglio preparati dal punto di vista fisico, potrebbe essere un grosso punto a sfavore. Inutile dire che dovrà cercare di essere il più possibile aggressivo e giocare su pochissimi colpi se vuole regalarsi delle possibilità. Qualora dovesse cadere nella tela dello scandinavo, fatta di scambi lunghi e lottati, ecco che tutto diventerebbe tremendamente più complicato.

ALCARAZ VS TIAFOE – Nella seconda semifinale si affrontano forse i due giocatori più amati. Da una parte Carlos Alcaraz, ormai adottato dal pubblico newyorkese, mentre dall’altra lo statunitense Frances Tiafoe. Il favorito è lo spagnolo. Molto, però, dipenderà da quante scorie sarà riuscito a smaltire dopo le due ultime uscite, dispendiosissime sia in termini di energie spese sia di orario di chiusura con conseguente intaccamento della routine del sonno. Per lui c’è una chance incredibile, quella di diventare numero uno del mondo battendo un giocatore di casa. In questo caso emulerebbe il suo coach Juan Carlos Ferrero, che ci riuscì nel 2003 sconfiggendo Andre Agassi.

Con il Tiafoe che stiamo ammirando agli US Open, però, i conti bisogna farli per bene. Primo afroamericano ad arrivare in semifinale da Arthur Ashe nel 1972. Primo americano ad arrivare in semifinale da Andy Roddick nel 2006. Il prodotto del Maryland sta giocando su una nuvola. In queste due settimane sta riuscendo a coniugare un tennis senza compromessi con una forza mentale dimostrata poche volte in passato. La vittoria in tre set contro Andrey Rublev, ottenuta quarantotto ore dopo quella in quattro su Rafael Nadal, è da campione vero. L’unico precedente con Alcaraz se l’è aggiudicato lui ma si trattava di terra rossa (Barcellona 2021).

Lo statunitense, qualora dovesse replicare il gioco super offensivo mostrato in tutto il torneo, potrebbe essere un cliente molto scomodo per l’iberico. Quest’ultimo, infatti, non ama i giocatori che cercano d’investirlo con il loro peso di palla, come potevano essere Cilic e Sinner. Entrambi possiedono una fisicità fuori dal comune oltre ad una grande capacità di variare i loro colpi. Lo spagnolo ha dei vantaggi rispetto alla mobilità durante lo scambio ed anche a livello mentale. Come si può evincere, però, il match è più aperto di quanto si possa pensare nonostante Alcaraz parta con i favori del pronostico.

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