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Us Open 2018, Djokovic ancora re: batte Del Potro e aggancia Sampras

Novak Djokovic
Novak Djokovic - Foto Ray Giubilo

Contro tutto e tutti: Novak Djokovic è il nuovo campione degli US Open 2018. Raggiunto Pete Sampras a quota 14 Major, a -3 da Rafael Nadal e -6 da Roger Federer, sentenziando definitivamente che sono loro 3 i migliori di sempre.
Battuto Juan Martin Del Potro 6-3 7-6 (4) 6-3 in 3 ore e 19 minuti: oggi, la vittoria non è arrivata solo contro il sempre eroico Palito, ma soprattutto contro il pubblico, da stadio in favore del sudamericano e rumorosissimo.
Sono 3 i successi in quel di Flushing Meadows su 8 finali, il primo dal 2015 quando batté Roger Federer: è il secondo titolo di fila negli States dopo Cincinnati, concedendosi il bis inaspettato negli Slam, ancora davanti al piccolo figlioletto Stefan.

L’argentino dunque non riesce a portare a casa il secondo Major in carriera, sempre a Flushing Meadows, come accaduto nel 2009, quando batté Roger Federer. Si chiude comunque così un cerchio infernale, che ha raggiunto l’apice nel febbraio 2016, scendendo alla posizione 1045, ripartendo subito con l’argento delle Olimpiadi di Rio de Janeiro, dove cominciò il meraviglioso percorso alla gloria concluso oggi e che magari proseguirà. Riuscì a battere Nole, che in quel momento era il migliore di tutti, imbattibile: oggi non riesce ad accorciare ulteriormente negli h2h con il serbo, con il gap aumentato 15-4, perdendo nella prima finale tra i due, non ottenendo la rivincita dopo 2 sconfitte newyorkesi.

La striscia di vittorie di fila contro DelPo non si ferma qui per l’ex numero 1 al mondo: proprio come accaduto contro Rafael Nadal in semifinale, quando lo spagnolo si è ritirato sul 7-6 (3) 6-2 in favore del sudamericano. Il neo numero 4 al mondo si conferma in un anno di grazia dopo i successi di Acapulco e Indian Wells e la finale di San José, finendo il torneo perdendo 4 set, di cui 1 contro John Isner al tie-break, pur incontrando giocatori ostici come Coric, Verdasco e i due Fab2.

Il classe ‘88 si conferma, come Stan Wawrinka, Andy Murray e Marin Cilic, l’alternativa outsider degli ultimi 60 Slam ai tre giocatori più forti di sempre. Novak Djokovic invece conclude così un grande torneo, fatto di vittorie importanti come quella in semifinale sul finalista 2014 Kei Nishikori, dopo aver perso appena due set prima dell’atto conclusivo: Nole è tornato, dominando dall’inizio alla fine, piazzando i break nei momenti decisivo nel primo e terzo parziale. Nel secondo c’è stato il pazzesco ritorno di Del Potro, che però è crollato nel tie-break così come nel decisivo set dopo la rimonta sfiorata: quel doppio fallo grida ancora vendetta così come il fisico che alla lunga non regge. Per Nole si tratta del 71º titolo, per il sudamericano invece solo lacrime amare. La possibilità di diventare il secondo giorno dopo lo svizzero a vincere almeno 3 volte tre Major è realtà così come la terza piazza al mondo: The Djoker è tornato più affamato che mai.

PRIMO SET- Il 19º confronto tra i due comincia con Nole al servizio: rotto il ghiaccio per entrambi, è il serbo quello più in difficoltà, ma come al solito, al momento opportuni, piazza la stoccata decisiva. I giochi vanno via veloci, con Del Potro bravo a comandare lo scambio, anche quando il numero 6 al mondo gli ribatte l’impossibile, fino all’ottavo gioco. L’argentino va al servizio, e sembra non avere problemi per prolungare il parziale, ma Djokovic è tornato il muro di gomma dei tempi migliori, che con un semplice colpo può ribaltare lo scambio: infatti, ai vantaggi, ecco il break decisivo. Al primo set point su proprio sevizio, chiude 6 giochi a 3 il primo parziale in 44 minuti.

SECONDO SET – Del Potro ha subito il vantaggio di servire per primo, ma ancora una volta si fa rimontare, rischiando di subire subito il break: grazie a due grandi silurate di diritto si salva, ma nulla può nel turno di servizio successivo.
L’argentino comincia ad accusare un po’ di stanchezza e pur lottando, recuperando con un tweener il pallonetto del serbo, subisce il break al terzo tentativo del secondo parziale, complice due errori confermati dal Challenge.
Nole conferma il break senza problemi, ma il pubblico è dalla parte di Delpo, come confermato dai cori in più riprese: l’argentino continua a tirare fortissimo, ma il serbo, che chiede supporto dai fan, capisce in anticipo le traiettorie, nonostante ciò, Delpo rimane indietro di un break. Davanti a vari Vip, tra cui il premio Oscar Meryl Streep, lo spettacolo è sempre più evidente: il campione US Open 2009 si carica sempre di più, spinto da un clima stile Coppa Davis, tirando varie mine con il diritto, brekkando al secondo tentativo. Delpo firma anche il sorpasso, in una bolgia americana: la situazione sembra degenerare, soprattutto per via di un Djokovic nervoso in seguito al rumoroso pubblico che non riesce a star tranquillo nemmeno con le richieste dell’arbitro. Avanti 4-3 l’argentino, si torna con Nole al servizio: il serbo comanda, il sudamericano ribatte, e i due si rendono protagonisti dello scambio più bello del match. Djokovic spinge, Delpo alza vari campanili e grazie allo smash, Nole si porta avanti: ma le bordate dell’argentino restano. Il serbo comincia ad attaccare la rete, provando la palla corta: clamorosamente, cicca il punto decisivo. Infatti, in un clima da stadio, Delpo si carica e sfodera addirittura rovesci vincenti: Nole non sfrutta l’occasione della parità, quindi sbaglia angolo e dona un’altra palla break, in uno stadio che va tutto contro di lui, anche con un comportamento a tratti scorretto. Alla fine, il gioco più lungo del match, ricco di colpi di scena, urla e problemi con le palline nuove del settimo gioco, è Nole a spuntarla, dopo non aver sfruttando cinque game point mentre il sudamericano non la spunta dopo tre palle break. Dopo l’estenuante ottavo gioco, si va al cambio campo 5-4 per il numero 3 al mondo: Nole, nervosissimo, continua ugualmente a giocare pareggiando senza problemi nel gioco successivo. I due tennisti, dopo scambi intensi, abbassano il ritmo, anche con qualche interruzione dovute ad alcuni problemi con il tetto ed alcune gocce di pioggia che penetrano all’interno: nonostante ciò, Delpo si porta avanti 6-5. Tenuto il servizio, ecco il tie-break, il nono tra i due, con perfetta parità: entrambi aprono con due errori, poi Delpo sale in cattedra dopo la volée miracolosa del serbo. Il mini break, viene confermato, nonostante la mancata chiamata della prima di servizio out dell’argentino, che scaraventa un diritto micidiale per il 3-1, salvo poi sbagliare quello successivo, con il classe ‘87 che ringrazia. Infatti, si va al riposo sul 3-3, con un Nole che prende in mano il gioco: ottenuto il 4-3, Delpo non riesce ad allungare, incappando in vari errori per via di scambi duri e lunghi. Nole vince anche il secondo set al tie-break per 7 punti a 4 in 1 ora e 26 minuti, tanto da richiedere l’aiuto del fisioterapista.

TERZO SET– Dopo un meritato riposo e qualche polemica di troppo, si riprende a giocare: Nole ricomincia da dove aveva finito, portandosi avanti nel punteggio. Nei giochi successivi non ci sono problemi, fino al quarto game: clamorosamente Del Potro, che sembrava essersi ripreso al servizio, ma il 13 volte campione Slam piazza il break al secondo tentativo. Sembra il trampolino verso la vittoria finale, invece, il serbo sente la pressione, prendendo anche un warning per perdita di tempo, davanti alle varie leggende come Manuel Santana e Stan Smith: fattosi rimontare, Del Potro piazza il break sotto rete, riportandosi in vita. Dunque, ecco tenuto il servizio per il 3-3: è il balcanico ad avere la pressione addosso, come si manifesta nei duri scambi del suo servizio, ottenendo prima un punto con lo smash, per poi sfruttare gli errori del sudamericano, che in precedenza aveva costretto Nole agli straordinari.
Ma nell’ottavo gioco ecco il suicidio: clamorosamente il classe ‘88 incappa in 3 errori di fila, su tutti il primo doppio fallo del match, concedendo difatti il torneo al serbo. Al primo match point disponibile, nel nono gioco, Djokovic chiude il terzo parziale 6 giochi a 3.

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