Saranno Serena Wlliams e Victoria Azarenka a darsi battaglia domenica nell’atto conclusivo del WTA Premier Mandatory di Indian Wells. La numero uno del mondo batte colei che le sarà dietro in classifica da lunedì, la polacca Agnieszka Radwanska con il punteggio finale di 6-4 7-6.
Sin dalle fasi iniziali il linguaggio del corpo dell’americana non è per nulla convincente: poca pazienza da parte sua, grande difficoltà negli spostamenti e una carica agonistica quasi del tutto assente. La polacca fa il suo, sbaglia poco, trova buona profondità e sfrutta gli errori in quantità industriale dell’avversaria. Sul cambio campo del 4-3, ha forse un ruolo fondamentale lo sfogo in lacrime di Serena. Nell’ottavo game infatti, la Radwanska abbassa per un momento la percentuale di prime, e con delle micidiali risposte vincenti a tutto braccio, la numero 1 del mondo torna prepotentemente sul 4-4. Quando comincia a far salire i decibel sullo Stadium 1, la Williams innalza il livello del suo gioco, torna clamorosamente reattiva, ma soprattutto più precisa. Con la solita grande potenza così, si prende anche il primo set, chiuso col punteggio di 6-4, quando la Radwanska aveva avuto una palla per andare sul 5-2 e sigillare il primo parziale in suo favore. Nel secondo set la Williams inizia con un incontrastato dominio, le sue fucilate lasciano immobile la Radwanska. Inevitabile il break, che arriva nel secondo game e porta l’americana sul 3-0. Game vitale del secondo set è senza dubbio il sesto: dopo un inaspettato contro-break, la polacca torna sul 3-3 incamerando un game lunghissimo, che poteva risultarle fatale, se non fosse per il buonissimo rendimento del servizio mostrato oggi. A testimonianza della poca costanza della Williams anche il nono game, dove contratta deve fare gli straordinari per portarsi 5-4. L’impensabile avviene solo due game più tardi, quando l’americana ha un passaggio a vuoto sul 5-5, fino a mandare la Radwanska a servire per il set. Da grande campionessa qual è, tuttavia, la Williams riesce a scuotersi con un grandissimo game e una volta raggiunto il tiebreak non sbaglia più nulla chiudendo dopo un’ora e 35 minuti per 6-4 7-6. Grande prestazione della Radwanska, che non basta per battere per la prima volta l’avversaria. In finale però ci sarà bisogno di una prova di maggior livello: per battere Victoria Azarenka ci vorrà un’altra condizione mentale, ma soprattutto una prontezza fisica oggi assente. La bielorussa è arrivata in finale dopo la maratona contro la ceca Karolina Pliskova, chiusa dopo 2 ore e 5 per 7-6 1-6 6-2.
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In avvio il match si annuncia abbastanza lottato, la Pliskova ha subito una chance di break, però puntualmente annullata. La potenza da fondo la fa da padrone, la prima di servizio della Pliskova è anche oggi magnifica. La giovane 23enne prova ad essere aggressiva anche in risposta, trovando qualche vincente fulminante. Tre doppi falli consecutivi della Azarenka regalano di fatto il primo break del match alla Pliskova. Dopo grandi e prevedibili difficoltà in risposta, l’Azarenka trova le prime chance di rientrare nel decimo game, sotto 5-4: serve un gran game alla bielorussa per assicurarsi il 5-5. Col passare dei minuti gli scambi lunghi aumentano, e in egual modo l’Azarenka continua a spingere, cominciando a prendere il sopravvento da fondo campo. Il set ha la sua degna conclusione del tiebreak dove, evidentemente, viene fuori la grande esperienza di Victoria Azarenka, che prestando grande attenzione ai punti importanti può prendere in mano lo scambio più facilmente, il game decisivo si chiude infatti 7 punti a 1 in favore della Azarenka. Senza il suo affidabile servizio la Pliskova soffre decisamente di più, ed è costretta al game più lungo della partita nel primo game del secondo set. La ceca riesce a venire a capo dei propri problemi, a pagare gli errori è l’Azarenka, che con due doppi falli nel secondo game, si ritrova, in poco tempo sotto 2-0. La bielorussa, sempre pi nervosa non riesce a giocare e subisce nettamente le accelerazioni dell’avversaria, fino a giungere inevitabilmente al terzo. Qui è l’Azarenka a fare la differenza: dominio da fondo e con il servizio: solo tre punti persi con la prima, e set a senso unico, con il match che si chiude definitivamente 7-6 1-6 6-2.