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Tennis, il pagellone del 2018 dei big Atp

Rafael Nadal - Roland Garros 2018
Rafael Nadal - foto Ray Giubilo

Cala il sipario sulla stagione tennistica maschile ed è tempo di bilanci. Ecco il pagellone di Sportface per i big del circuito Atp.

NOVAK DJOKOVIC 8.5
Se la stagione fosse iniziata per assurdo a Wimbledon, Djokovic meriterebbe 10 o poco meno, ma nella prima parte c’era la brutta copia del fenomeno che ha conquistato gli ultimi 2 Major del 2018. Difficile non scommettere su un 2019 da assoluto protagonista, ma le due finali perse da Khachanov a Bercy e da Zverev a Londra ci rivelano che forse anche Nole ha qualcosa di umano.

RAFAEL NADAL 8
Se il fisico non lo tradisce il maiorchino è e sarà ancora un indiscusso protagonista. Tralasciando la vittoria del Roland Garros, che è scontata come il sorgere del sole, 3 semifinali nei restanti 3 Major della stagione (in 2 di queste 3 è stato costretto al ritiro) sono una dimostrazione di forza clamorosa. Rafa è uno da battere, sempre.

ROGER FEDERER 7.5
Come ha detto lo stesso Federer nel post sconfitta contro Zverev, la stagione è assolutamente da considerare positiva. Saremmo folli a pretendere molto di più da un giocatore di 37 anni che è stato capace di vincere un altro Slam a Melbourne. Certo, da Wimbledon in poi le gambe non hanno risposto più molto  bene, ma il braccio del campione di Basilea è talmente raffinato che non si può escluderlo dai possibili protagonisti del 2019. Seppur con un anno in più sul groppone, Roger non smetterà di stupirci

ALEXANDER ZVEREV 7.5
La stagione del 21enne teutonico era già ampiamente positiva, ma dopo la recentissima vittoria su Novak Djokovic alle Finals assume connotati importanti. Sascha è stabilmente tra i migliori da un paio di anni e il trofeo londinese dimostra che ci sa stare benissimo. C’è il neo dei risultati negli Slam, è vero, ma se pensiamo che Roger ha vinto il primo Major a 23 anni e Alex ne ha appena 21 non possiamo che dare tutto il tempo del Mondo a questo ragazzo e al suo staff, con un Lendl in più. L’anno prossimo in tal senso sarà fondamentale.

JOHN ISNER 7
A 33 anni il gigante di Greensboro si toglie la soddisfazione di vincere un Masters 1000, di fare semifinale a Wimbledon e di partecipare alle Finals, seppur chiudendo a 0 vittorie. La stagione resta irripetibile considerando che il tennis di John, se si esclude il servizio, è inferiore a quello dei migliori.

JUAN MARTIN DEL POTRO 7
La torre di Tandil ha disputato una stagione di altissimo livello, culminata con la finale a New York persa contro Nole. Poi l’ennesimo infortunio gli ha impedito di dire la sua anche alle Finals. La speranza è che trovi la forza di reagire ancora una volta. Il tennis rivuole il suo gigante buono.

KEVIN ANDERSON 7
Più che sufficiente il 2018 di Kevin, impreziosito dalla finale a Wimbledon e dalla recente semifinale londinese. I miglioramenti da fondo sono notevoli ed è un giocatore molto fastidioso soprattutto sulle superfici veloci.

MARIN CILIC 6
Sufficiente la stagione di Cilic che è partito alla grandissima con la vittoria sfiorata in Australia contro Roger per poi calare bruscamente nella parte finale della stagione. Tuttavia il 30enne di Medjugorie chiude ancora il 2018 in top 10 e non è poco con i fenomeni che dominano questo sport.

DOMINIC THIEM 6
Troppo bello sulla terra, troppo “normale” sul cemento. L’austriaco ha un tennis devastante sul rosso ed è superiore a tutti se si esclude l’alieno Nadal. Sulle altre superfici però i risultati di Dominic sono tutto fuorché eccezionali, seppur nella seconda parte dell’anno abbia mostrato dei progressi che nel 2017 non c’erano stati. C’è da aspettarsi di più dall’allievo di Bresnik.

KEI NISHIKORI 5.5
Sfortunato è vero, ma non sufficiente il 2018 di Kei, che non ha mai trovato quella continuità di gioco e risultati che lo avevano portato ad essere un giocatore pericolosissimo su qualsiasi superficie. Il finale di stagione tuttavia, se si escludono le due prove imbarazzanti di Londra contro Thiem e Anderson, deve essere il punto di ripartenza per il nipponico.

STAN WAWRINKA 4.5
Abbiamo dovuto aspettare quasi 8 mesi per rivedere un buon Stan sul cemento estivo americano e poi allo Us Open. Lo svizzero è ancora lontano dai picchi di tennis spaventoso degli anni addietro, ma a differenza dell’altro assente di lusso Murray, sembra sia in atto un lento processo di crescita.

ANDY MURRAY S.V.
Che dire di Andy? A fine 2016 chi avrebbe scommesso un solo centesimo sullo scozzese numero 382 Atp? Solo un visionario. E invece siamo qui a commentare un giocatore che tenta faticosamente di risalire la china tra infortuni, problemi fisici e chissà cos’altro. L’augurio è che ritorni per lo meno un giocatore competitivo e nel 2018 non lo è stato mai.

LA NEXT GEN 7
Le recenti vittorie di Khachanov e Zverev ci comunicano  che forse piano piano la Next Gen sta minando le difese dei 3 mostri sacri del terzo millennio. Siamo ancora lontani dal passaggio di testimone, ma forse qualcosa si muove. Progressi importanti da parte di Coric, Tsitsipas e De Minaur.

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