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Tennis, l’ondata dei Next Gen azzurri: il futuro è roseo

Francesco Passaro
Francesco Passaro - Foto Giampiero Sposito

Il 2022 del tennis italiano maschile agli occhi dell’appassionato medio può essere sembrato un anno che sarebbe potuto di certo andar meglio sul piano dei risultati. Un giudizio chiaramente condizionato dalle stagioni complicate vissute dalle nostre due punte di diamante Jannik Sinner e Matteo Berrettini. Non avremo, al momento, rappresentanti nei top-10 della classifica ATP, ma nel frattempo è arrivato un altro under 21 come Lorenzo Musetti nei primi 25 e soprattutto dietro di loro c’è una pattuglia numerosa di giovani ragazzi che hanno già messo a segno un primo salto di qualità e proveranno a farne un altro nel 2023 che verrà.

Probabilmente non tutti arriveranno nei primi 50, c’è chi diventerà top-30 e chi invece dovrà “accontentarsi” di una carriera sul famoso ponte tra Atp e Challenger. Non lo sappiamo, nessuno ha la sfera di cristallo. Ciò che è certo è che 11 dei primi 30 tennisti Under 21 presenti nel ranking mondiale sono italiani. E non stiamo parlando di tornei giovanili, in una fase in cui le variabili sono ancora decisamente troppe per determinare le potenzialità di un futuro atleta. Questi ragazzi sono già tennisti professionisti e con un ranking già oggi vicinissimo all’elitè.

D’altronde alle orecchie meno attente non saranno di certo sfuggiti, nel corso della stagione appena conclusasi, gli aggiornamenti sull’incredibile numero di tennisti italiani in lotta per un posto alle Next Gen Atp Finals di Milano, ad esempio. Altri invece si saranno sintonizzati davanti alla tv durante i tornei di Roma, Firenze, Napoli trovandosi davanti un Luca Nardi, un Francesco Passaro, un Giulio Zeppieri o un Flavio Cobolli per citarne alcuni. Ma vediamo nel dettaglio quanti veramente siano tutti questi ragazzi in rampa di lancio e quanto effettivamente sia stato grande il loro balzo in classifica negli ultimi dodici mesi.

I PROTAGONISTI

Tralasciando Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, le cui stagioni sono state già analizzate nelle pagelle di fine stagione, il primo Under 23 italiano che ci troviamo di fronte consultando la classifica è Francesco Passaro (classe 2001) al n°119. Il tennista perugino abbiamo avuto modo di ammirarlo spesso nelle ultime settimane contro giocatori di livello ATP tra Firenze, Napoli e le Next Gen Finals, eppure ad inizio 2022 era n°605 ed impegnato nei famosi tornei ITF di Monastir. Cinque settimane in Tunisia, con una finale ed una vittoria. Poi, quasi dal nulla, l’exploit nel challenger di Sanremo partendo dalle qualificazioni e raggiungendo l’atto conclusivo, poi perso contro Holger Rune. Da quel momento in poi Francesco ne giocherà altre quattro di finali, assestandosi nei primi 130 del mondo e pronto a dare l’assalto ai 100 nei primi mesi del 2023.

Matteo Arnaldi è un altro classe ’01 che a differenza di Passaro era riuscito a conoscere il circuito challenger già nel 2021. Il suo ranking ad inizio anno recitava n°363 eppure il ligure durante questi ultimi dodici mesi non ha disputato neanche un singolo torneo ITF. Un dato che può sembrare banale, ma che in realtà non lo è affatto. Soprattutto quando ad inizio anno l’allievo di coach Petrone faticava ad ottenere risultati. Altri avrebbero potuto decidere di scendere un po’ di livello per acquisire vittorie, punti e fiducia. Ma la mentalità di Matteo è da tennista di prima fascia, ha perseverato e i risultati sono iniziati ad arrivare. Mesi fa molti faticavano ad immaginarsi un Arnaldi competitivo fuori dalla terra rossa ed invece il vero salto di qualità l’ha fatto proprio negli ultimi mesi di stagione sui campi veloci. Mai scommettere contro di lui. Il ragazzo c’è ed arriverà.

Di Luca Nardi se ne parla da anni negli ambienti tennistici, da quando trionfava da Under 14 nel prestigioso “Les Petits As” contro i vari Rune, Alcaraz e Medjedovic. Il classe 2003 di Pesaro non ha deciso poi molto tempo fa di dedicare il proprio 100% al tennis. Dal momento in cui lo ha fatto, i risultati sono iniziati ad arrivare abbastanza velocemente. Perché il talento è visibile agli occhi di tutti. Tre tornei challenger vinti, diversi altri piazzamenti e la ciliegina sulla torta arrivata nell’Atp 500 di Astana, dove ha vinto tre partite prima di costringere Stefanos Tsitsipas a due tie-break. Nel 2023 potrebbe regalare tante soddisfazioni, a sé stesso in primis, ma anche ai tanti tifosi italiani.

Francesco Maestrelli e Mattia Bellucci sono probabilmente le due sorprese più grandi di questo 2022. Un salto di più di 500 posizioni in classifica per i due, arrivato però in maniera differente, a testimonianza che ognuno poi ha un suo percorso da compiere. Maestrelli dopo aver ottenuto qualche buon risultato a livello ITF ha trovato l’exploit nel challenger di Francavilla di metà maggio, raggiungendo la finale. Da lì in poi una scalata vertiginosa, con altri piazzamenti, la vittoria a Verona e la qualificazioni sfiorata agli Us Open. Una sconfitta con tante occasioni non concretizzate, che a mesi di distanza il pisano ancora ricorda vividamente. Ma passare in pochi mesi dalle qualificazioni dell’ITF 25 di Shrewsbury al giocarsi un posto nel main draw degli Us Open è giusto che abbia un peso diverso nella testa e sulle spalle di un giovane tennista in ascesa. Arriveranno di certo altre occasioni.

Il percorso di Mattia Bellucci è stato simile ma allo stesso tempo leggermente differente. Anche lui ha iniziato dai tornei ITF, d’altronde era n°680 ad inizio anno. Una crescita costante: tornei da 15K, poi il passaggio a quelli da 25K, poi le prime esperienze challenger sulla superficie a lui meno congeniale, la terra rossa. Molti nel corso dei mesi estivi avranno pensato che ci sarebbe voluto del tempo per assestarsi a questo nuovo livello. E invece no, tra Saint-Tropez e Vilnius piazza dodici vittorie consecutive che gli permettono di approcciarsi al 2023 da top-150 o quasi.

2022 a tratti complicato, ma comunque generalmente positivo in termini di ranking per Giulio Zeppieri e Flavio Cobolli, che sono riusciti ad assestarsi intorno alla 150esima posizione mondiale dopo aver iniziato la loro annata fuori dai 200. Il primo ha mostrato specialmente tra il MS1000 di Roma, il Roland Garros e il torneo di Umag tutte le sue potenzialità. Alcuni problemi fisici e una conseguente incostanza nelle prestazioni ne frenano ancora il definitivo salto di qualità, che si spera possa arrivare il prossimo anno. Flavio dopo un buon inizio, che lo aveva portato alle soglie dei primi 130, ha incontrato delle difficoltà da metà stagione in avanti. Per lui sarà importante resettare, effettuare un’ottima preparazione invernale e poi ripartire.

Luciano Darderi è stato anche lui in grado di assestarsi definitivamente a livello challenger, anche se il suo tennis ad oggi lo rende maggiormente competitivo più che altro sulla terra rossa. Ma l’italo-argentino è un lavoratore di quelli seri, che giorno dopo giorno coltiva l’obiettivo di migliorarsi e non smette finché questo non viene raggiunto. Uno di quei tennisti che a fine carriera sarà sicuro di aver dato il 100% di quello che poteva dare e forse anche di più. E infine, alle porte dei primi 250 della classifica, troviamo Matteo Gigante, che dopo un 2021 sfortunato e costellato da infortuni è riuscito a tornare competitivo. Per poche posizioni probabilmente non riuscirà ad iniziare il suo 2023 dall’Australia, ma l’esordio nelle qualificazioni di uno slam sarà solo rinviato di qualche mese.

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