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Tennis, l’ex fidanzata di Zverev lo accusa di violenza domestica: “Ha provato a strangolarmi”

Laver Cup, Alexander Zverev - Foto Roberto Dell'Olivo

Guari in arrivo per Alexander Zverev. Lo stesso giorno in cui è stato reso pubblico che una delle sue ex fidanzate, Brenda Patea, è incinta di 5 mesi di suo figlio, un’altra delle sue ex compagne, l’ex tennista russa Olya Sharipova , lo ha accusato di violenza domestica avvenuta durante la relazione che i due hanno avuto tra il 2018 e il 2019. “Sono andaa a fare una passeggiata con Dasha Medvedeva [la moglie di Daniiil Medvedev] a New York ed eravamo un po’ in ritardo. Era molto arrabbiato per questo e ne abbiamo discusso. Le nostre discussioni non erano mai giuste. Quel giorno ha cercato di strangolarmi con un cuscino, mi ha storto le braccia – ha raccontato la Sharipova in un’intervista al sito web russo ‘Championat’ – Ho provato più volte a fuggire dalla stanza, ma non me lo ha permesso. Alla fine, correndo lì a piedi nudi e con il cellulare in mano, mi sono nascosta nella hall dell’hotel, ma è venuto a cercarmi e mi ha trovato. Voleva che tornassi nella stanza per parlare, ma ho rifiutato. Mi ha detto che nessuno avrebbe voluto sapere di me e sono corsa in strada, a piedi nudi, non sapendo dove andare. Ho contattato un amico che mi ha aiutato”. L’ex tennista ha poi proseguito il racconto rivelando di aver fatto pace con Zverev e che i due hanno continuato a stare insieme, lasciandosi definitivamente solo ad ottobre. “Sono successe cose più serie di cui preferisco non parlare. Possiamo parlarne in un altro momento. Non era la prima volta che alzava le mani. È successo molte volte, ma ho sempre incolpato me stessa per le cose che stavano succedendo”. Infine, la Sharipova ha spiegato per quale motivo ha deciso di vuotare il sacco nello stesso giorno in cui Brenda Patea ha rivelato di essere incinta del tennista tedesco: “Avevo paura e avevo bisogno di tempo per parlare. Mi ci è voluto più di un anno. La decisione di raccontarlo oggi era personale e non aveva nulla a che fare con la questione del figlio. Ciò che è importante qui è che si assuma la responsabilità delle sue azioni, che si tratti di violenza o di un bambino. Non ho paura di prendere con processi o reazioni negative delle persone che lo difendono. Ho affrontato cose molto peggiori mentre uscivo con lui. E io sono qui ”.

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