Interviste Esclusive

Da SmatchMe a Tennis for Africa: a tu per tu con Fabrizio Caldarone

Fabrizio Caldarone

Quando la passione per il tennis incontra l’impegno per il prossimo. Il protagonista di questa puntata di Sotto Rete, a cura di Riccardo Riosa, è Fabrizio Caldarone. Coach, manager (ha fondato Tennis Consulting) e vice presidente della onlus ‘Tennis for Africa’, Caldarone ha ripercorso la sua carriera, illustrando la bontà dei progetti in corso ed interessanti prospettive per il futuro.

Dal campo all’aspetto manageriale. Un po’ per caso, un po’ vocazione. Fabrizio Caldarone il tennis lo ha sempre avuto nel cuore, da quando all’età di 9 anni se ne è innamorato grazie al fratello e non l’ha mollato più. Campionati Italiani Juniores, Futures, Challenger e una brillante carriera universitaria da portare a termine. “Mi piaceva giocare – racconta Fabrizio – anche se in realtà volevo laurearmi ed iniziare la carriera diplomatica. Ho fatto un Master in management sportivo a Parigi e la mia vita è cambiata”.

Scegliere un atleta da sponsorizzare e creare un progetto intorno a lui. La vita del manager è una ruota che gira velocissima, ricca di sorprese e battute d’arresto “Ci si trova sempre in giro per il mondo – prosegue Caldarone – e si conoscono tante persone. Come si sceglie o si suggerisce un atleta da sponsorizzare? Si presenta un progetto che va oltre il campo e si cerca di individuare il volume d’affari. Ebbi la fortuna di individuare Juan Carlos Ferrero quando aveva 15 anni e di vederlo arrivare in cima al ranking mondiale. In altre situazioni il giocatore può essere meno forte ma molto importante comunque per il proprio paese. Ci sono valutazioni a 360 gradi da fare. Chiaramente aver giocato a tennis aiuta da questo punto di vista, consente di leggere aspetti particolari che un manager cresciuto lontano dal campo magari non coglie, ma non basta. Serve un importante background accademico e culturale per svolgere al meglio questo lavoro, a partire dalla conoscenza delle lingue”.

Nel 2006 nasce Tennis Consulting. “Ci occupiamo di consulenza alle aziende, anche in senso lato (Accademie, Federazioni, Master), che operano nel mondo del tennis. In questi anni ci siamo tolti diverse soddisfazioni, quale ad esempio il mio anno trascorso a Shanghai nel 2018. Siamo entrati in contatto con una cultura affascinante, sebbene molto diversa da quella occidentale. Abbiamo dato tanto sia dal punto di vista manageriale che da quello del coaching, provando a sottolineare l’importanza della tattica e delle strategie di gioco”.

Anche il tennis si fa social. Lo fa tramite SmatchMe, un app rivoluzionaria che favorisce e mette in contatto domanda e offerta di una grande passione. “SmatchMe è un’applicazione innovativa che permette ai giocatori di tennis di organizzare un match o prenotare una lezione quando desiderano e ovunque si trovino”.

Infine ma non per ultimo, Tennis for Africa, associazione no profit composta da professionisti provenienti dai più svariati settori in cui ogni componente lavora come volontario. “Nasce tutto grazie al grande lavoro del geologo Lorenzo Turchi, persona straordinaria che ho conosciuto nel tempo. Quando sento parlare di Africa, dove sono nato e vissuto fino all’età di 14 anni, mi si allarga il cuore. Abbiamo parlato e iniziato una splendida collaborazione a partire dalla Tanzania nel 2014. Nel 2019 mi ha nominato vice presidente. Vogliamo raccogliere materiale per i ragazzi che hanno difficoltà, toglierli dalla strada e avvicinarli al mondo del tennis. Non è un discorso di campo, non vogliamo diventino campioni. Devono darsi orari e disciplina, passando attraverso schemi completamente nuovi per il loro stile di vita. Per i bambini africani il tennis significa tanto e permettere loro di fare sport in generale è qualcosa di speciale. Recentemente anche Vincenzo Santopadre è entrato a far parte del board. Matteo Berrettini non è solo un grandissimo campione sul campo ma anche nella vita. Sta facendo moltissimo per noi”.

SportFace