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Serena Williams: “Dopo il parto ho rischiato di morire, ho avuto un embolo”

Serena Williams - Foto Bruno Silverii

“Sono quasi morta dopo aver partorito mia figlia Olympia”. Si apre così la lettera alla Cnn di Serena Williams, l’ex numero uno del mondo si rivolge a testimonianza dei dati drammatici pubblicati dall‘Unicef: ogni anno 2,6 milioni di neonati muoiono a causa dell’assenza di adeguate cure e strutture mediche. “Ho avuto una gravidanza abbastanza facile, ma mia figlia è nata con un taglio cesareo d’emergenza dopo che il suo battito cardiaco era crollato durante le contrazioni – prosegue Serena – L’intervento è andato bene e Olympia era tra le mia braccia prima che me ne rendessi conto. È stata la sensazione più incredibile che abbia provato in vita mia. Ma quello che è successo appena ventiquattro ore dopo il parto sono stati sei giorni di incertezza, a causa di un embolo polmonare. Quando ho sentito che mi stava mancando il fiato, non ho aspettato un secondo prima di chiamare le infermiere. Questo ha portato a una serie di altre complicazioni, mi sento fortunata ad essere sopravvissuta”. 

L’americana si è dovuta sottoporre a due interventi oltre che una convalescenza abbastanza lunga: “Prima, la cicatrice del cesareo si è aperta per la tosse continua provocata dall’embolo. Sono tornata in chirurgia, i dottori hanno individuato un ampio ematoma nel mio addome. Sono tornata in sala operatoria per un intervento, per evitare che i coaguli arrivassero ai polmoni. Quando finalmente sono tornata a casa dalla mia famiglia ho passato le prime sei settimane della maternità a letto”.

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