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Roland Garros 2021, bilancio positivo per gli italiani dopo il primo turno

Andreas Seppi - foto Ray Giubilo
Andreas Seppi - foto Ray Giubilo

La giornata odierna ha delineato quelli che saranno i trentaduesimi di finale della 120esima edizione del Roland Garros. È perciò già tempo di bilanci per il tennis azzurro nel post-avvio dello Slam francese. Sono ben 10 gli azzurri, fra maschile e femminile, ad essere approdati al secondo turno. Considerando che ai nastri di partenza gli italiani al via erano 15, ben il 66,6% di loro ha superato il primo ostacolo. Un dato superlativo, che conferma la bontà del nostro movimento.

Seguendo l’ordine temporale, Fabio Fognini è stato il primo italiano a scendere in campo ed anche il primo ad approdare al secondo turno. Il classe ’87 di Arma di Taggia ha infatti nettamente superato una delle wild card del torneo, il francese Gregoire Barrere. Certo il 27enne di Charenton-le-Pont era uno “scoglio” tutt’altro che insormontabile ma non è il successo perentorio a far ben sperare. Ciò che dà fiducia per ciò che concerne l’ex vincitore del Masters 1000 di Montecarlo è infatti il modo in cui ha iniziato a colpire la palla dal secondo set. Per lui quest’ultimo periodo è stato molto complicato, sia dal punto di vista dei risultati ma soprattutto appunto per il livello di tennis espresso. Dal secondo parziale contro Barrere, Fabio invece è sembrato aver ritrovato buone sensazioni in campo. Per questo, considerando anche la porzione di tabellone in cui è collocato, non è utopia pensare possa raggiungere la seconda settimana nel suo Major preferito. Ora infatti sfiderà l’ungherese Marton Fucsovics e poi al terzo turno si troverà di fronte il vincente del match fra il sorprendente Pablo Andujar e l’argentino Federico Delbonis.  Tutti sfidanti temibili, specie su questa superficie, ma oggettivamente alla portata di un buon Fognini. L’ex top 10 ha bisogno di ritrovarsi e questo torneo è l’occasione giusta per farlo.

Nella prima giornata sono poi scesi in campo anche la lucky loser Elisabetta Cocciaretto e il qualificato Alessandro Giannessi. Entrambi sono stati sconfitti all’esordio ma in modo completamente diverso. La giovane marchigiana, non al meglio fisicamente, è stata pesantemente superata dalla rumena Ana Bogdan mentre il classe ’90 spezzino ha fornito una delle migliori prestazioni in carriera. Ha infatti giocato alla pari per oltre quattro ore contro l’ex top 5 giapponese Kei Nishikori ed anzi è anche stato avanti di un break nel quinto parziale. La maggior esperienza del nipponico in un contesto del genere, negli ultimi game dell’incontro, ha però fatto la differenza. Nonostante la sconfitta però il numero 159 del mondo può essere ampiamente soddisfatto di quanto ottenuto in questo suo percorso a Parigi. Per la prima volta ha superato le qualificazioni ed è appunto stato vicinissimo ad una grande vittoria contro un giocatore di notevole spessore.

Impresa vicinissima, per noi italiani fortunatamente non completata, anche per Pierre Hugues Herbert. Il 30enne di Schiltgheim, uno dei più grandi doppisti dell’era moderna, ha sfornato una delle migliori performance della sua carriera in singolare ed è arrivato a un punto dal battere una delle due “stelline” del tennis azzurro: Jannik Sinner. Il classe ’01 altoatesino, che a Parigi lo scorso anno ha raggiunto i quarti di finale, sicuramente dal canto suo non ha espresso il meglio del proprio tennis. Nei momenti decisivi, tuttavia, ha mostrato ancora una volta perché nonostante la giovane età è già un’importante testa di serie in uno Slam. La capacità di mantenere la calma anche in momenti estremamente critici, il rifiuto della sconfitta sono qualità da grandissimo giocatore e Jannik già lo è. Ora lo attende il derby di secondo turno contro Gianluca Mager. Il 26enne sanremese ha difatti vinto in modo convincente la sua prima partita in uno Slam contro il lucky loser Peter Gojowczyk, entrato in tabellone dopo il forfait di John Millman. Si prospetta perciò una partita insidiosa per il finalista del Masters 1000 di Miami, chiamato ad alzare il rendimento della propria performance rispetto a quanto fatto all’esordio per raggiungere nuovamente il terzo turno a Parigi.

Se Sinner ha dovuto sudare le famose sette camicie per continuare il proprio cammino in questa edizione del Roland Garros, lo stesso non si può dire per l’altro Next Gen azzurro, Lorenzo Musetti. La prima apparizione in uno Slam del giovanissimo carrarino è stata un assolo. Musetti ha infatti domato con un certo agio la testa di serie numero 13 del tabellone, il belga David Goffin. Ciò che appunto sorprende non è la vittoria finale, pronosticabile in quanto il top 1 non sta vivendo il miglior periodo della carriera, ma il modo con cui è arrivata. Il punteggio finale (6-0 7-5 7-6) ci descrive una partita quasi mai in discussione e questo non era prevedibile. “Muso” però ha dato l’ennesima dimostrazione di essere ormai una super realtà, non solo del tennis italiano ma del tennis mondiale. Questa meravigliosa conferma gli procura la rivincita contro il talentuoso giapponese Yoshihito Nishioka, che recentemente lo ha sconfitto in quel di Parma. Il precedente di una settimana fa, appunto, fa presagire che non sarà facile per Musetti conquistare il terzo turno ma, al contempo, l’impegno è possibile. Ci sono quindi buone possibilità che il suo primo Slam possa proseguire.

Lo stesso discorso si può fare anche per Martina Trevisan e Camila Giorgi. La classe ’93 fiorentina nel torneo dove lo scorso anno raggiunse un impensabile quarto di finale, ha infatti trovato la prima vittoria stagionale in un main draw del circuito maggiore, lo ha fatto ai danni della belga Alison Van Uytvanck e nel suo torneo preferito non parte battuta nemmeno al prossimo turno con Sorana Cirstea. La numero 1 d’Italia, invece, pur complicandosi oltremodo l’impegno di primo turno contro Petra Martic è riuscita ad ottenere un successo importante ed anche lei può avanzare ulteriore in questo Roland Garros. L’ostacolo ai trentaduesimi di finale è infatti tutt’altro che insormontabile. Camila se la vedrà  con la russa Varvara Gracheva, numero 88 del ranking WTA e non certo una specialista del “rosso”.

Non può invece avanzare, in quanto già eliminato all’esordio, Lorenzo Sonego. L’”eroe del Foro” è, spiace dirlo, la “grande delusione” di questo avvio azzurro a Parigi. Il classe ’95 torinese, sulla scia di quanto fatto vedere la scorsa settimana a Parma, è difatti apparso decisamente lontano dalla fantastica versione romana ed ha ceduto in modo piuttosto netto al sudafricano Lloyd Harris, autore comunque di una buonissima partita.

Ci si attendeva di più anche da Stefano Travaglia e, soprattutto, da Salvatore Caruso. Il classe ’91 marchigiano non partiva certamente favorito contro l’australiano Alex De Minaur, ventunesima testa di serie del torneo, ma era lecito aspettarsi battaglia. Il classe ’99 di Sydney non si è mai trovato a proprio agio sulla terra battuta ed inoltre non sta vivendo un buon periodo di forma. “Steto” però ha regalato tanto, ben 62 errori non forzati nel match, ed ha sostanzialmente concesso la partita al suo avversario. Il 28enne di Avola, invece, partiva con i favori del pronostico contro James Duckworth ma alla fine è stato l’australiano a trionfare un quattro set. Prosegue perciò il “periodo nero” di “Salvo”, che non ottiene un successo da quasi due mesi (ultima vittoria all’esordio nel torneo di Montecarlo contro Lucas Catarina).

Da contraltare a queste sconfitte però in quest’ultima giornata dedicata al primo turno è arrivata la vittoria azzurra più inaspettata. Si tratta del fantastico esordio di Andreas Seppi. L’”Old Gen” altoatesino era rientrato la scorsa settimana in quel di Parma dopo due mesi di infiltrazioni alle anche ed aveva perso all’esordio dal futuro vincitore del torneo, lo statunitense Sebastian Korda. Aveva dato discreti segnali ma nulla faceva presagire al “miracolo sportivo” compiuto oggi. Il veterano azzurro al termine di un match durato tre ore e trentacinque minuti ha superato la testa di serie numero 20 del tabellone: il canadese Felix Auger-Aliassime. Certamente quest’ultimo ha commesso tanti errori, in particolare col diritto, ed in generale ha continuato a dimostrare diversi limiti su questa superficie. La “gigantesca” prestazione di Andreas, alla prima vittoria nel tour quest’anno, però rimane intatta ed è l’ennesima bella notizia per il tennis italiano in questo periodo d’oro.

Meno sorprendenti ma altrettanto soddisfacenti anche le ultime tre vittorie azzurre al primo turno del Roland Garros. Si parla dei successi di Marco Cecchinato, Matteo Berrettini e Jasmine Paolini

Il semifinalista del 2018 ha superato in rimonta (3-6 6-1 6-2 6-4) il giapponese Yasutaka Uchiyama, autore comunque di una buona partita ed ora, al secondo turno, tenterà di “vendicare” Stefano Travaglia. Sfiderà, infatti, Alex De Minaur, che già ha sconfitto a Parigi nel primo turno della scorsa edizione.

Il numero 1 d’Italia, testa di serie numero 9, ha invece sconfitto in quattro set (6-0 6-4 4-6 6-4) il qualificato giapponese Taro Daniel, che gli aveva creato diversi problemi anche nella semifinale dell’ATP 250 di Belgrado (titolo poi vinto da Matteo). È stata una partita per certi versi molto simile a quella vista in Serbia, in cui il finalista di Madrid per larghi tratti ha dato l’impressione di poter dominare senza problemi la contesa, salvo poi dover battagliare. Grandi meriti vanno a un mai domo Daniel, che però si è dovuto nuovamente arrendere alla maggior potenza e qualità del suo avversario. Per Berrettini ora ci sarà l’argentino Federico Coria, che affrontò e sconfisse agli Internazionali BNL d’Italia 2020.

Infine molto bene anche la classe ’96 di Castelnuovo di Garfagnana, che all’esordio ha superato in modo perentorio (7-5 6-1) la svizzera Stefanie Voegele. Prestazione solida di Jasmine, che per la seconda volta consecutiva approda al secondo turno del Major transalpino. La sua prossima avversaria sarà la greca Maria Sakkari, diciassettesima testa di serie. Sulla carta la top 20 di Atene parte nettamente favorita e non sembra esserci spazio per i sogni ma la 25enne azzurra proverà comunque a giocarsi le sue opportunità fino in fondo.

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