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Due campioni, due rivali di vecchia data, due buoni amici. Un tempo la previsione più comune che potesse venir fatta quando Rafael Nadal e Roger Federer risultavano presenti in un torneo, era in che punto dello stesso si sarebbero incrociati; spesso è accaduto in finali che hanno fatto la storia di questo sport (12 volte negli ATP Masters 1000, 9 volte nei Major). Sempre più spesso, invece, in virtù delle nuove classifiche occupate, gli scontri sono avvenuti nei turni precedenti. Ad oggi, col tempo che avanza, purtroppo ci si ritrova a dover attendere addirittura la conferma della loro partecipazione persino per uno dei tornei più importanti del circuito. La trasferta a Flushing Meadows è ormai quasi alle porte, con il torneo ai nastri di partenza il prossimo 30 di agosto. Nessuno dei due campioni, però, è sicuro di partecipare.
Roger Federer, cinque volte vincitore del titolo (l’ultima nel 2008 contro Andy Murray) ha da pochissimo spento 40 candeline. I dubbi e le incertezze sul suo ritiro sono alimentati dai continui problemi fisici che, uniti allo stop forzato per via del Covid, gli hanno fatto perdere ritmo e brillantezza. Lo svizzero, pur avendo ribadito il fatto di non aver preso una decisione in merito al suo ritiro, ha giocato soltanto 14 match quest’anno; tornato a stupire solamente a Wimbledon, dove si è spinto sino ai quarti di finale prima della brutta sconfitta con Hubert Hurkacz. Prima gli obiettivi clou sembravano essere proprio il torneo inglese e le Olimpiadi, per le quali ha dovuto dare ancora forfait. Le possibilità di vederlo in campo così presto negli Stati Uniti sono remote. Questo pur tenendo in considerazione che i tornei dello Slam valgono ormai un occhio di riguardo vista la loro importanza in termini di statistiche, record, gloria.
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Il giudizio di Rafael Nadal in merito alla situazione si trova sulla falsa riga di quello di Federer: i Major hanno la precedenza. Il Maiorchino, dopo l’incredibile battaglia persa nella semifinale del Roland Garros a favore di Novak Djokovic, ha deciso di prendersi un po’ di riposo; out un po’ a sorpresa sia a Wimbledon che alle Olimpiadi di Tokyo. È probabile che dietro questa scelta, strana per un’atleta competitivo come il 20 volte vincitore Slam, ci fosse già un principio di infortunio. Adesso però i fastidi al piede sinistro sono diventati importanti, tanto da debilitarlo negli incontri del City Open di Washington e costringerlo poi all’autoesclusione dal torneo di Toronto; appuntamenti chiave in vista degli Us Open. I prossimi giorni saranno fondamentali per capire il suo futuro, con il Masters 1000 di Cincinnati che verrà probabilmente depennato dalla sua lista, così da tentare un pieno recupero in vista del vero grande obiettivo attuale.
Adesso è fondamentale tenere conto delle condizioni fisiche per poter competere ai massimi livelli. Sono due settimane cruciali per Rafa e Roger, ora come mai accomunati dalla stessa voglia ed ambizione di tornare al massimo della forma. L’obiettivo è provare ancora una volta ad ingannare il tempo, l’unico nemico che purtroppo non potrà essere sconfitto.
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