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Masters 1000 Toronto 2018: Nadal rimonta un grande Cilic, in semifinale c’è Khachanov

Rafael Nadal
Rafael Nadal - foto Ray Giubilo

Altra sfida di alto livello, altro successo per Rafael Nadal a Toronto. Lo spagnolo soffre tantissimo contro Marin Cilic e completa la rimonta dopo 2 ore e 21 di gioco, centrando un’altra semifinale Masters 1000, con lo score finale di 2-6 6-4 6-4. Cilic tira forte, fortissimo, ma a differenza di Wawrinka ha molte più partite alle spalle e si concede il lusso di dominarlo, Nadal, in un primo parziale senza storia. Ma l’iberico, anche se gli anni passano, appena abbassi la guardia ti azzanna ancora come 10 anni fa. Cilic, purtroppo, la guardia la abbassa nei momenti più importanti, al servizio per andare sul 5-5, sia nel secondo set che nel terzo e dunque perde. Perde, ma non rimane con il nulla fra le mani: Nadal vendica infatti la sconfitta di Melbourne, ma come in Australia, anche oggi, la partita la fa il croato, che non riesce però a tenere i ritmi necessari per soffocare Nadal, in Ohio e a New York però, tutti dovranno stare attenti a questa versione del finalista di Wimbledon 2017. Il mancino di Manacor comanda pochissime volte, perché Cilic è imprevedibile e di vincenti ne mette 38 contro i 16 di “Rafa”. Alla fine il numero 1 del mondo vince con l’intelligenza tattica e con il coraggio che ben conosciamo e si regala la prima semifinale a Toronto dal 2010, ultima apparizione in Ontario.

E’ l’ottavo confronto diretto tra i due, quello di oggi, con il maiorchino in vantaggio per 5-2. Cilic ha trionfato nel primo e nell’ultimo confronto: a gennaio, all’Australian Open, il croato ha vinto una tra le partite migliori della sua stagione, agevolato in parte dal problema fisico di Nadal nel quarto set, che ne ha poi determinato il ritiro all’inizio del set decisivo, sul punteggio di 3-6 6-3 6-7(5) 6-2 2-0. L’ex campione Us Open aveva anche vinto nel 2009 in quel di Pechino, prima appunto delle pesanti cinque vittorie dello spagnolo, di cui l’ultima in quel di Shanghai nel 2017, con un parziale di 11 set a 1. Entrambi vengono da una prestazione positiva ed una vittoria in due set, Cilic in maniera molto comoda contro un Diego Schwartzman non all’altezza, Nadal soffrendo invece di più, ma piegando alla fine quella che è stata la miglior versione di Stanislas Wawrinka nel 2018.

I due, come detto protagonisti di un match di altissimo livello nel primo Slam della stagione, partono subito forte anche nelle battute iniziali: Nadal infila due dritti vincenti nel primo game e Cilic risponde con un impeccabile game a zero in battuta. Giustamente aggressivo appena può, il finalista dell’Australian Open mette subito alle corde l’avversario, trovando grandissima profondità e attaccando con grande potenza il dritto di Nadal. Proprio con una difesa fuori misura col colpo mancino, il numero 1 del mondo si vede strappare per la prima volta la battuta nel terzo gioco, complici nei primi due punti anche un errore inaspettato col rovescio e poi un doppio fallo. Conferma con grande sicurezza anche il break Cilic, continuando a sorprendere Nadal e sfonderando ancora dei vincenti col dritto veramente caldissimo ad inizio match. Il numero 7 del mondo riesce a ferire l’iberico da tutte le posizioni del campo col colpo sopra citato, colpendo sia dal lato destro, sia dal centro, e sia spostandosi con grande rapidità con lo sventaglio, proprio quest’ultimo, gli regala un’altro bellissimo vincente in risposta, che pietrifica Nadal mandandolo sotto di due break dopo 20 minuti. La situazione migliora sempre di più per il croato, che trovando tale profondità guadagna sempre più campo, avvicinandosi sempre più alla riga di fondo per chiudere immediatamente il punto con le accelerazioni. Non basta rispondere lontanto ed alzare la traiettoria per Nadal, con Cilic che riesce comunque a caricare in maniera mortifera sulla palla. A condannare inequivocabilmente Nadal è soprattutto il pessimo rendimento al servizio, con una percentuale, incredibilmente bassa per i suoi standard, intorno al 50% di prime palle in campo ed una realizzazione del 33% con la seconda. Non manca neanche stasera però, al maiorchino, la solita ed ineguagliabile forza d’animo che lo porta, dopo un 11 minuti di lotta e 5 set point annullati nel settimo gioco, ad interrompere quanto meno la striscia di 5 giochi consecutivi per il proprio avversario. Dopo 41 minuti si chiude un primo set assolutamente a senso unico per i primi 25, e con 17 vincenti, 12 col diritto e 5 col colpo bimane, al fronte di 11 non forzati, la cui maggioranza è arrivata proprio nell’ultimo e ben più lottato quarto d’ora con un Cilic che incassa il tutto con l’ennesimo vincente di dritto lungolinea, dopo ben 7 set point annullati da Nadal.

Come in avvio di match, Nadal tiene la battuta, ma lo fa ancora con enorme difficoltà, dovuta alla discontinuità col servizio, che lo aiuta tuttavia sul 30-40, cancellando per lui una palla break che trasformata lo avrebbe messo ancora nei guai. Succede l’esatto contrario di quello che invece si era visto nel primo parziale tra terzo e quarto gioco: Nadal tiene per la prima volta a zero la battuta e Cilic, esattamente a ridosso della prima ora di gioco, passa il primo brutto momento della sua partita, con quattro errori consecutivi col diritto, di cui tre gravi non forzati, che lo costringono per la prima volta a cedere la battuta al suo avversario. Rimane però in partita il numero 6 del seeding, che ritrova immediatamente la calma e torna a farsi incredibilmente pericoloso nel turno di servizio di Nadal. La grande differenza rispetto al primo parziale, sta proprio nel colpo di inizio gioco del 32enne di Manacor, che annulla infatti quattro palle break utilizzando a meraviglia la propria prima da sinistra, che impedisce a Cilic di entrare nello scambio. Oltre al piccolo, ma generale calo di Cilic, Nadal ritorna in partita grazie ad alcune scelte tattiche che danno subito i loro frutti: lo spagnolo sceglie infatti traiettorie più basse rispetto al solito, creando problemi ad un giocatore comunque molto alto come Cilic, per giunta meno rapido rispetto alla prima ora di match. L’altra differenza sostanziale riguarda invece il suo diritto, con cui opta nella maggior parte delle volte per il lungolinea, dopo aver evidentemente compreso di non riuscire a penetrare la difesa del suo avversario sull’incrociato. Col Cilic di oggi, però, c’è bisogno di una resa massima per non ritrovarsi a soffrire: Nadal ne ha un’altra riprova proprio sul più bello, quando avanti 5-3 e al servizio, deve fare i conti con dei colpi molto simili a quelli del primo set, compresa un’ultima grandiosa risposta vincente sulla prima di servizio che rimettono il croato in carreggiata, con la possibilità di servire per il 5 pari. E’ qui però, ancora una volta, che il tennis si dimostra sport estremamente crudele, con il croato a farne le spese in maniera del tutto inaspettata. Avanti 40-15 ed in totale controllo del proprio turno di servizio, il 29enne croato sbaglia prima uno smash con la palla nascosta dal buio del cielo di Toronto e poi due dritti consecutivi, con Nadal prontissimo a causare un ultimo errore del proprio avversario, che sancisce così il 6-4 in suo favore del secondo set, dopo 53 minuti di battaglia. L’esito si spiega, oltre che con gli errori sul finale di Cilic, anche nei numeri tutti positivi al servizio per il campione iberico, che prende peraltro il sopravvento negli scambi sotto i cinque colpi, portandone a casa il 60% in tutto il parziale (nel primo set ne vinceva invece il 41%).

Il terzo sin da subito si pone come quello più equilibrato, in cui, come spessissimo accade, gli schemi tattici passano in secondo piano rispetto alla componente mentale. Dopo tre game dominati dal giocatore al servizio, il numero 6 del tabellone deve infatti fare i conti con sé stesso più che con il suo avversario nel primo momento chiave del set decisivo. Avanti 40-0, Cilic senza quasi rendersene conto si rilassa, regalando, in un gioco molto simile all’ultimo del secondo set, quattro punti consecutivi al proprio avversario, con altrettanti errori, in un misto di eccessiva foga, lentezza nei movimenti e posizionamento errato. Nadal che ora come mai prima nel match appare, seppur non in controllo del gioco, sicuramente quello più in controllo di sé stesso, cosciente di non poter superare il ragazzo nato a Medjugorje negli scambi impostati sulla potenza, si affida all’ampiezza del proprio bagaglio tecnico, alla ricerca delle giuste variazioni per non dare punti di riferimento all’avversario. Memore degli sciagurati errori sul finire del parziale precedente, Cilic riesce però a tirare fuori il carattere sulla pesantissima palla break offerta, aggrappandosi al servizio per risalire e impattare a quota 2. Tatticamente nulla cambia, con Cilic che continua a spingere, tentando molte volte con successo la discesa a rete, con l’avversario relegato a tre metri dietro la riga di fondo. Nadal, dal canto suo, difende alla grandissima i propri turni di battuta, mostrando la freddezza che lo ha sempre contraddistinto nei giorni migliori della sua carriera. Ed è proprio questa qualità, rintracciabile solo nei campioni, che riescono a mantenerla nei momenti cruciali, che alla fine farà la differenza. Nel decimo gioco, avanti 5-4, ma alla risposta, lo spagnolo vince i primi due punti in maniera emblematica: il primo inducendo all’errore il proprio avversario con un velenoso slice di rovescio, il secondo con la palla corta, arma sempre usata con successo nel match, ma solamente tre volte. Dopo 2 ore e 21 di match e due match point annullati, Cilic deve tuttavia arrendersi a Nadal, nettamente più lucido e ancora in grado di fare i chilometri negli scambi, e forse anche a sé stesso, al suo corpo che con accetta più i ritmi sovrumani che lui vorrebbe imprimere, quelli del meraviglioso primo set, che oramai è un ricordo lontano. Vicina, è invece per Nadal, che chiude con grande gioia sul punteggio di 2-6 6-4 6-4, l’ennesima finale in un torneo Masters 1000. Tra lui e tale  obiettivo, rimane solo il russo Karen Khachanov, che poco prima del match del numero 1 del mondo, ha letteralmente passeggiato contro uno spento Robin Haase. Senza storia il match, chiusosi per 6-3 6-1 in favore del russo, con un parziale di 9 giochi a 1 dal 3-3 del primo set. Troppa la differenza di potenza tra i due, col russo che vince 21 dei 23 punti giocati con la prima, ma anche 14 su 26 quando il suo avversario mette in campo la seconda, che senza ombra di dubbio firma la sua sconfitta senza nessuna possibilità di reagire. Per il numero 38 del mondo sarà, quella di domani, la prima semifinale a livello Masters 1000, di fronte ad uno, che domani giocherà la sua 65esima, più di tutti nel circuito.

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