Amarcord

L’angolo del ricordo: Marcelo Rios diventa numero 1 al mondo a Miami 1998

Marcelo Rios raggiunge la vetta mondiale il 30 marzo 1998: questo è sicuramente uno dei momenti più significativi del Miami Open. A Key Biscayne affiorano i ricordi di un torneo senza tempo, che nel 2019 ha cambiato sede prima della cancellazione di quest’anno. Le ultime stagioni dello scorso secolo vedono protagonisti Pete Sampras e André Agassi tra tutti, con qualche sporadico ingresso ai vertici di giocatori come Rios. Anche se i giocatori dal talento di Rios si possono forse contare sulle dita di una mano.

La trasferta americana di 22 anni fa rappresenta il punto più alto della carriera del cileno: il Sunshine Double gli consegna la prima piazza del ranking. Una doppietta, quella a Indian Wells e Miami, che per la prima volta inseriscono un giocatore nato in Cile lassù, dove ancora nessun connazionale è riuscito ad emularlo.

Nel lontano 1998 il torneo è soprannominato Lipton Championship e ad affrontarsi per il titolo ci sono i due giocatori più caldi del momento: Andre Agassi e proprio Marcelo Rios che nella finale di Indian Wells sconfigge Greg Rusedski in quattro set. A Miami il prodigio di Santiago è in giornata di grazia e delizia il pubblico con giocate da sogno: la rimonta straordinaria in classifica su Sampras, che scala in seconda posizione, è realtà. Non bastano a Pete i 939 punti di margine di inizio marzo. Ad aprile cambia il mondo, così come il suo re, seppur per sole quattro settimane consecutive. Rios resta in testa dal 30 marzo al 27 aprile, e poi per altre due settimane, dal 10 al 24 agosto. Gli Slam invece sono sempre stati un tabù, tanto da farlo conoscere a molti come l’unico numero uno al mondo a digiuno perenne da major.

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“Marcelo ha probabilmente raggiunto tutto ciò che voleva raggiungere – affermerà Agassi qualche anno dopo la finale del 1998 – Non posso giudicare i suoi obiettivi e i desideri di trionfo che ha avuto nella sua carriera, posso solo giudicare le sue capacità. E dal momento che erano così speciali, avrebbe potuto e dovuto fare di più“. Meno simpatiche, per usare un eufemismo, le dichiarazioni recenti di Rios che non è mai stato uno da mezzi termini: Lo hanno beccato positivo al doping per quattro volte e l’ATP lo ha coperto perché era Agassi e perché il tennis sarebbe finito giù per lo scarico”.

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