Amarcord

L’angolo del ricordo, Agassi protagonista di un gesto di fair play: Sampras ringrazia e trionfa a Miami

Una delle rivalità che ha maggiormente caratterizzato il tennis moderno è indubbiamente quella tra Pete Sampras ed Andre Agassi. I due tennisti a stelle e strisce si sono affrontati ben 34 volte nell’arco della loro carriera, dando vita a match incredibili che hanno scritto la storia di questo sport. Un incontro che sarà ricordato a lungo è certamente la finale del Masters 1000 di Miami, che allora si chiamava Lipton Championship a Key Biscane, nel 1994. A dir la verità, ciò che passò alla storia non fu ciò che accadde in campo bensì ciò che successe nelle ore precedenti alla sfida. Andre Agassi si rese infatti protagonista di uno splendido gesto di fair play, probabilmente uno dei più celebri degli ultimi vent’anni. I due rivali sarebbero dovuti scendere in campo per contendersi l’ambito titolo ma, diversamente dal programma, qualcosa andò storto.

Pistol Pete non digerì la pasta mangiata la sera prima ed ebbe forti dolori allo stomaco. Fu addirittura necessaria una flebo, che per via endovenosa gli diede liquidi per circa 90 minuti. Da regolamento, Agassi avrebbe potuto tranquillamente vincere il match, beneficiando del forfait del suo avversario. Il Kid di Las Vegas fu invece disposto ad aspettare per permettere al suo rivale di riprendersi e, quasi due ore dopo l’orario prestabilito, iniziò l’atto conclusivo del torneo. Malgrado fosse a stomaco vuoto, Sampras partì forte e si issò rapidamente sul 5-2 lasciando un po’ tutti a bocca aperta. Il primo set finì però nelle mani di Agassi, il quale conquistò cinque giochi consecutivi e si portò avanti nel punteggio. I primi giudizi affrettati su Pete iniziarono ad insorgere, ma da vero campione lui rispose con i fatti, facendo parlare il campo. A sorpresa si aggiudicò il secondo parziale per 6-3 e con lo stesso score anche il terzo, chiudendo in bellezza scagliando quattro ace nell’ultimo gioco. Dopo una mattinata passata con la flebo attaccata al braccio e dopo due ore e quattordici minuti di match, Sampras aveva compiuto un’impresa che sembrava impossibile, laureandosi campione del torneo californiano. Non deluse le aspettative neppure la cerimonia di premiazione, dove il nativo del Maryland ovviamente ringraziò il suo connazionale: “Non lo dimenticherò mai. Mi ha dimostrato tanta classe“. Agassi invece non cercò scuse e non si pentì del gesto, dimostrando molta umiltà: “Non merito il trofeo se non riesco a battere il miglior giocatore del mondo, specialmente se è malato“. A vincere fu indubbiamente il fair play, che da un lato celebrò la sportività del futuro numero uno del mondo, ma dall’altro gli tolse ben 114.000 dollari. Andreino infatti si aggiudicò “appena” 128.000 dollari, prize money che spettava al finalista, contro i 242.000 del vincitore. Inoltre, sfumò il bis a Miami dopo la vittoria nel 1990 su Edberg. Poco male. Agassi si riscattò l’anno seguente, battendo in finale proprio Sampras, e quello dopo ancora, imponendosi su Ivanisevic. Le sue altre tre vittorie in California giunsero negli anni 2000, quando il Kid dominò dal 2001 al 2003. Il suo bottino finale fu di sei vittorie e legò indissolubilmente il suo nome a questo torneo. Paradossalmente, però, Andre è ricordato proprio per una sconfitta. Una sconfitta agrodolce dal sapore di fair play. Un gesto da vero signore contro il suo rivale di sempre.

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