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Essere il giocatore più chiacchierato del Paese non è semplice. Lo sa benissimo Jannik Sinner, di cui si parla un gran bene sin dall’inizio del suo percorso professionistico nel tennis. In Italia, poi, i paragoni non si fanno attendere. La lunghissima astinenza di atleti vincenti vissuta dal punto di vista tennistico, crea inevitabilmente tante attesa e tanto “fumo”, che rischia di appannare gli stessi protagonisti che poi in campo entrano sul serio; dopotutto è comprensibile la voglia di tornare a gioire con un’atleta azzurro, è forse proprio per questo che l’improvviso ritiro dell’altoatesino dalle Olimpiadi di Tokyo ha lasciato qualche strascico persino tra gli stessi addetti ai lavori o addirittura ex tennisti, i quali hanno in parte minimizzato la voglia dell’ormai quasi ventenne di puntare solo ed esclusivamente al suo miglioramento, anche a costo di rinunciare ad una gioia ed un onore come pochi ne esistono nella carriera di un’atleta.
Come sempre però, Sinner ha scelto la via del silenzio. Negli ultimi tempi le sue difficoltà sono state sotto gli occhi di tutti, ma forse considerata l’età del ragazzo ed i grandi passi avanti degli ultimissimi anni, si è stati fin troppo severi. Tre sconfitte al primo turno fra il torneo del Queen’s, Wimbledon e Atlanta stavano improvvisamente spegnendo l’entusiasmo per il cammino di Jannik, senz’altro consapevole che i miglioramenti passano anche e soprattutto per le sconfitte. La risposta ai dubbi, alle incertezze e alle ultime critiche è arrivata con la splendida vittoria al City Open di Washington D.C; un cammino deciso, con un solo set perso in finale per via di un Mackenzie Mcdonald spinto dal pubblico di casa che avrebbe voluto vederlo uscire con la coppa. E proprio la finale sul cemento statunitense è stata simbolo del momento di crescita ed incertezze di Sinner, capace sì di complicarsi la vita (anche quando la sfida sembrava potesse essere in discesa) ma anche di ritrovare la luce ed alzare così il primo ATP 500 della sua ancora breve carriera.
Silenzio, idee chiare, scelte difficili ma convinte. Adesso è il momento di riprendere da dove eravamo rimasti, dalla quindicesima posizione del ranking mondiale (nuovo best ranking) con la consapevolezza che sì, la strada è ancora lunghissima, ma che l’Italia ha in casa uno dei tennisti più promettenti della sua storia. Non resta allora che lasciar lavorare in serenità Jannik Sinner ed il suo staff, senza giudizi né previsioni; i risultati arriveranno e quelli si sa, mettono d’accordo proprio tutti.
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