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Jannik Sinner e l’arte della normalità: “Non mi interessava giocare i tornei junior” (AUDIO)

Yannik Sinner - Foto Antonio Milesi

DALL’INVIATO A BERGAMO 

Pala Agnelli di Bergamo, in campo Salvatore Caruso e Jannik Sinner, in tribuna Jan Choinski. Il tennista britannico armeggia con il suo smartphone e cerca informazioni sul ragazzo dai lunghi capelli che ha appena vinto il primo set. Leggendo la data di nascita pensa bene di spulciare i risultati juniores di “questo” Sinner, ma ciò che trova lo lascia perplesso perché l’attività Under del ragazzo che ha davanti è pressoché inesistente. Probabilmente 3/4 degli spettatori presenti al match hanno fatto la stessa cosa con i loro telefoni per poi chiedersi “E questo da dove sbuca?”. Salire alla ribalta senza far rumore è una cosa che probabilmente solo un altoatesino può fare e Sinner incarna questo spirito alla perfezione sia in campo che fuori, d’altronde come lui stesso conferma Dalle nostre parti non si parla molto“.

Ho iniziato a giocare a tennis quando avevo quattro anni, mio padre mi fece provare e iniziai a giocare una volta settimana – spiega Jannik – Da noi per tradizione si scia ed io lo facevo anche bene. Sentivo però che il tennis potesse far parte della mia vita e quando ho avuto la fortuna di conoscere Massimo Sartori ho preso la decisione di trasferirmi a Bordighera. Avevo quattordici anni e ottenevo risultati migliori nello sci, però a me piace giocare e sciare non è un gioco – prosegue il racconto del ragazzo di Sesto che quando si trasferì in Liguria praticamente non parlava italiano come ha svelato il suo coach Andrea Volpini – I primi tempi sono stati duri, vivevo in una casa con un maestro croato dell’accademia e la sua famiglia. Questo mi ha aiutato ad ambientarmi”.

A Bordighera infatti Jannik ha trovato una seconda famiglia. Sorprende la fiducia che ripone in chi lo segue e quando racconta la sua preparazione è facile percepire quanto sia convinto del lavoro svolto: “Quest’inverno ho lavorato molto sul piano fisico e devo continuare a farlo perché molti pari età su questo aspetto sono avanti a me. Curo molto anche la tecnica che per il mio tennis è fondamentale, inoltre sto cercando di capire maggiormente il gioco utile per quest’ultimo aspetto anche l’opportunità di poter vedere all’opera i numerosi giocatori che passano dal Piatti Tennis Center – Diversi giocatori vengono a Bordighera per la preparazione invernale, è una fortuna poter vedere tanti campioni da vicino perché da ognuno posso prendere qualcosa di utile per il mio gioco“.

Quando si cerca qualcosa su Sinner spicca la radicale scelta che nel 2018 lo ha portato ad abbandonare con quasi due anni d’anticipo il circuito Under 18. Ho deciso io di passare ai Futures perché non mi interessava giocare a livello Junior spiega con franchezza Jannik che non sente pressioni su se stesso – I miei maestri non mi mettono pressione e io non penso alla classifica adesso. Ci siamo prefissati di giocare un determinato numero di partite durante l’anno e questo è il mio obiettivo”. Svela Sinner che anche quando parla mostra una calma fuori dal comune, facile ricondurlo per atteggiamento ad Andreas Seppi e quando questo gli viene fatto notare Jannik non si nasconde e spiega: “Noi altoatesini non parliamo molto. In campo è importante la testa e io se parlo mentre gioco perdo il senso di quello che sto facendo, ad ogni modo anche fuori dal campo non parlo molto” le partite disputate finora a Bergamo sono la contro prova delle sue parole, l’unico appoggio che cerca nel corso del match è quello del suo coach al quale rivolge un pugnetto dopo la conquista di punti importanti.

Durante la conversazione colpisce la sincerità di Jannik che quando si parla di Transition Tour senza problemi ammette: Onestamente non ho capito le regole e non so dirti se il cambiamento sia una cosa buona o noNoi giovani fortunatamente riceviamo wild card nei challenger che ci danno occasioni di far punti Atp. Forse il percorso verso le prime posizioni adesso è più lungo perché devi fare punti Itf e poi far subito punti nei Challenger per non dover ripartire dall’inizio dopo qualche mese”. Sulla sua programmazione della sua stagione non si sbilancia e delega a chi lo segue: Le scelte di calendario le fanno ancora i miei allenatori e io mi fido ciecamente di loro“.

La settimana di Bergamo ha premiato Sinner che al momento dell’intervista è reduce dal successo su Caruso nel secondo turno: Sono contento di aver passato per la prima volta due turni in un Challenger. Io così come Musetti e Zeppieri abbiamo il tennis  per giocare a questo livello. Nei match non bisogna perdere la concentrazione, i punti importanti fanno da ago della bilancia e saperli giocare bene è la chiave”. Conclude Jannik che in quel di Bergamo ha mostrato il giusto connubio tra talento tennistico e solidità mentale. Meglio non sbilanciarsi sul futuro del ragazzo che questa settimana però ha rubato l’occhio di tutti come pochi sanno fare. In assoluto silenzio.  

L’INTERVISTA INTEGRALE (AUDIO)

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