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ITF, Fanucci e Piccari: “Transition Tour deleterio per tutto il movimento”

Fabrizio Fanucci e Alessandro Piccari
Fabrizio Fanucci e Alessandro Piccari

C’è bisogno di un nuovo cambiamento. L’ITF World Tennis Tour (noto come ITF Transition Tour) ha impedito a migliaia di giocatori di tutto il mondo di confrontarsi a livello internazionale in questa prima parte di 2019, sollevando fortissime polemiche. In programma, per la soddisfazione di chi chiede un passo indietro, alcune riunioni tra ITF e ATP sulle modifiche da stilare. Le chiedono i giocatori, le chiedono i coach e, ai nostri microfoni, le chiedono in particolare Fabrizio Fanucci ed Alessandro Piccari.

COME FUNZIONA IL TRANSITION TOUR

COME CAMBIA IL RANKING

“STATE UCCIDENDO IL NOSTRO SPORT”

L’ex allenatore, tra gli altri, di Filippo Volandri, oggi tecnico della Rome Tennis Academy, non fa giri di parole: “Il Transition Tour è una cosa scellerata. Ci sono giocatori che la scorsa stagione hanno investito soldi ed energie conquistando 20, 30, 40 punti ATP e oggi si trovano a zero, senza possibilità di giocare o di essere testa di serie. Allucinante. L’ATP avrebbe concesso i ‘propri’ punti nei tornei $15.000 e $25.000 per eliminarne le scommesse, ma dal canto suo l’ITF avrebbe perso un sacco di soldi rinunciando all’accordo con tali società. Ipocrisia di fondo: l’ITF ‘controlla’ i giocatori ma incassa denaro dalle scommesse! Le nuove regole eliminano i ‘turisti’ dal circuito? Secondo me solo il campo stabilisce chi sia forte e chi ‘turista’, ma di certo non è possibile mancare di rispetto in questo modo a ragazzi che investono soldi su loro stessi. Una volta, con i tornei satellite, conquistare punti ATP era molto difficile e sono d’accordo con chi dice che, al contrario, i Futures hanno dato a tutti la possibilità di pensare di diventare un tennista. Tuttavia nessuno deve stabilire chi possa fare strada e chi no: l’unico esito che conta è quello del campo”.

Opinione chiara anche quella di “Lallo” Piccari del Piccari&Knapp Tennis Team: “Quando l’anno scorso l’ITF ha annunciato il Transition Tour non mi ero assolutamente accorto di quanto sarebbe diventato complicato per i ragazzi navigare nel circuito. Mi sono chiesto per settimane le nuove regole chi potessero favorire, poi quando ho letto che c’erano di mezzo accordi con le società di scommesse ho capito la delicatezza della questione. Le nuove regole agevolano la crescita dei giovani? Non sono d’accordo. Avrebbe avuto più senso dare ai migliori giovani la possibilità di giocare tornei ‘grandi’ per emergere velocissimamente giocando a livello altissimo. Riservare loro posti nei tabelloni principali dei $15.000 non ha senso, perché se parliamo di ragazzi di qualità due turni di qualificazioni non possono essere per loro un ostacolo insormontabile. Inoltre penso che la divisione in due ranking sia contro ogni principio di crescita dei giovani: ci sono giocatori che arrivano tra i primi 200 del mondo senza mai aver vinto un $15.000, invece l’ITF sta facendo passare il messaggio che senza vincere quattro $15.000 non si possano disputare i $25.000. Stanno dividendo due mondi che in realtà sono molto, molto vicini. Deborah Chiesa non ha mai vinto un $15.000 ma ha vinto tre $25.000, Ludmilla Samsonova non ha mai vinto un $15.000 ma ha vinto un $60.000+H, un $25.000 e ha battuto tre top 100 WTA. I livelli sono molto molto vicini, non ha senso dividere i ranking. Le classifiche ATP e WTA erano troppo lunghe? Limitare la ‘febbre’ di tennis, la voglia di emergere esplosa negli ultimi anni, a lungo termine sarà deleterio anche per il tennis di vertice. I soldi girano nel tennis perché c’è ‘febbre’, c’è tanta passione, gente interessata, gente che ‘prova’. Non trovo niente di positivo in questa divisione. Sono molto contento delle iniziative che tantissimi giocatori stanno portando avanti: ho aderito firmando una petizione, ho fatto poco ma penso che se tutti facessero qualcosina l’ITF capirebbe. C’è bisogno di tornare ad un ranking unico, non è possibile dover badare ai punti del Transition Tour che ti scadono mentre provi a conquistare quelli WTA. Se non ‘sali’ in un anno, devi ricominciare da capo, questo è il sistema che hanno creato. Troppi ragazzi con queste nuove regole sono disincentivati a fare i tennisti, e secondo me ne risentirà tutto il movimento. Per fortuna personaggi del calibro di Nadal e Mouratoglou, Bedene e tanti giocatori si sono schierati dalla parte di questi ragazzi che hanno difficoltà ad entrare nel circuito. In questa situazione per un giovane italiano senza punti ATP ha più senso mettersi alla prova nei tornei open BNL aspettando un cambiamento di regole, altrimenti si va incontro a spese atroci per giocare partite con i set a 4 nelle prequalificazioni dei $15.000. E, attenzione, il livello è alto anche nelle prequalificazioni, molto simile a quello dei tabelloni principali. È tutto fuori logica, non trovo un senso positivo nel Transition Tour”.

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