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Internazionali Bnl d’Italia 2016, Fabio Fognini: “Roma è un torneo speciale ma Parigi rimane il sogno”

Fabio Fognini - Foto Ray Giubilo

Si è da poca conclusa la prima conferenza stampa di Fabio Fognini agli Internazionali Bnl d’Italia 2016. Il tennista ligure, reduce dalla sconfitta di tre giorni fa nell’Atp Masters 1000 di Madrid per mano di Kei Nishikori, si presenta all’appuntamento romano pienamente recuperato dall’infortunio agli addominali rimediato in terra carioca. Fabio affronterà al primo turno Guillermo Garcia-Lopez e, se passerà il turno, dovrà vedersela molto probabilmente contro un altro spagnolo, David Ferrer, numero 9 del seeding.

CONFERENZA STAMPA LIVE

15:03 – “Preferire giocare di giorno o di sera? Non ho preferenze particolari ma potrei dire che mi piacerebbe giocare sul campo dell’anno scorso, questo sì”.

15:02 – “Tutti conoscono il valore di Ferrer. Mi concentrerei molto su Garcia-Lopez perché è uno spagnolo atipico poiché competitivo su ogni superficie. Lui è cresciuto molto negli anni sicuramente sarà una partita dura come tutte. Sono concentrato sul primo turno”.

15:00 – “Devo essere sincero e onesto, Parigi la metto sopra a qualsiasi altro Slam o torneo. Roma è un torneo speciale, sono italiano d’altronde. Tre set su cinque ho più margine viste anche le mie partenze lente. In Francia c’è ampio margine di miglioramento e rimane un sogno. Ogni tanto si avverano però…”

14:58 – “Quando sono stato fermo mi sono rivisto quando ero nel mio miglior momento nel 2014. Anche il mio coach non si aspettava un rientro così rapido dicendomi che il talento di cui dispongo mi ha aiutato. Avendo perso due tornei sulla terra in cui avevo fatto finale ci sarà da lavorare il doppio. Stare fuori dai 30 mi ha fatto pensare ma ho già dimostrato a me stesso di sapere quanto valgo e la classifica è solo una conseguenza del lavoro e dei risultati che portiamo a casa”.

14:56 – “Mi sono mangiato le mani dopo la partita contro Nishikori. Per la maniera e il tempo con cui ho giocato contro il 6 del mondo per più di un’ora e mezza fa pensare. È una vita che sento dirmi queste cose, oramai sono abituato. Se avesse la capoccia… Io dico se mia nonna avesse avuto sei palle sarebbe stata un flipper. Cambiare i propri limiti a 29 anni è difficile e sono anche gli stessi limiti che mi hanno portato al best ranking di numero 13. So su cosa devo lavorare e quali sono i miei punti deboli. Da fuori è facile parlare, da dentro ci sono piccoli momenti e vissuti che ti portano tensione durante il match. L’irascibilità dentro di me c’è ancora, di chi odia perdere rimangono ma posso modificare certi lati di questi atteggiamenti.”.

14:54 – “Meglio dal rientro di un infortunio è difficile giocare. Ho fatto fatica solo a Monte Carlo perché erano quasi due mesi che non giocavo. Ho perso la partita ma comunque non avevo dolori ed è questa la cosa più importante. A livello di tennis sono soddisfatto perché ci ho messo poco a rimettermi in gioco. In poche settimane sono tornato competitivo anche se fisicamente non sono al top ma per come sto giocando e nel poco tempo in cui ho ripreso sono contento”.

 

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