Tennis

Impressioni dalla Firenze Tennis Cup

Lorenzo Sonego
Lorenzo Sonego - Firenze Tennis Cup

Il tennis internazionale è tornato a Firenze nel 2018 con il nuovo Challenger vinto da Pablo Andujar in finale su Marco Trungelliti. Tanti gli azzurri che hanno preso parte al torneo e il nostro inviato ha analizzato le prestazioni dei singoli atleti nell’arco della settimana della Firenze Tennis Cup.

Sonego – Semifinale da testa di serie numero 1, ha fatto il compitino senza mai destare grossa impressione. Ha dalla sua una buona solidità e due grandi “attributi” ma, a livello di pesantezza di palla e di atteggiamento a volte troppo difensivo, penso debba ancora fare un salto di qualità importante per consolidarsi nei top 100.

Pellegrino – Il suo talento è indiscutibile ma fatica ancora a trovare continuità e dopo due buoni match sparisce nei quarti contro il muro Carballes. Sicuramente mi aspetto che salga ancora in classifica ma è un giocatore che andrà a sprazzi ancora per qualche tempo, mi sembra lontano dalla maturità necessaria.

Giustino – Buon torneo per Lorenzo, alla fine è stato quello che ha più impegnato il vincitore finale Andujar: a differenza di Pellegrino lui pare avere acquisito la maturità per vincere i match che deve vincere, la nota negativa è che non sembra avere enormi margini di miglioramento.

Baldi – Una delle note più positive del torneo. L’atteggiamento in campo rimane molto rivedibile, con continue lamentele e scatti d’ira ma la cosa positiva è che non pare che questi sfoghi abbiano un impatto negativo sul suo tennis e sulla sua capacità di concentrazione. E’ un giocatore che riesce a gestire bene sia la fase difensiva che offensiva e penso sia destinato a salire ancora in classifica. Si può fare, in tono minore, un parallelo con Cecchinato che, quando inizia ad arrabbiarsi, entra ancora di più nel match.

Quinzi – Difficile da commentare in questo periodo: dopo aver passato qualche mese con un livello da top 100 è entrato in una spirale negativa dove, pur sembrando a posto fisicamente, sembra aver perso un’idea di gioco, oltre ovviamente alla fiducia nei propri colpi. L’amore a volte migliore le cose, in questo caso, almeno al momento, non sta accadendo.

Mager – Anche lui si è arreso al futuro vincitore dopo aver passato le qualificazioni e battuto Vatutin: rimane un giocatore dal potenziale inespresso, incagliato in una posizione di classifica dalla quale non riesce a sganciarsi.

Ocleppo e Dalla Valle – Li metto insieme perché entrambi hanno disputato un buon match da netti sfavoriti, ma entrambi si sono sciolti come neve al sole sul più bello, dimostrando di non avere granché da invidiare a Trungelliti e GimenoTraver a livello di colpi ma anche che il tennis non è fatto di soli colpi, ma anche di scelte tattiche, di continuità e di gestione dei punti importanti.

Fonio – Non lo vedevo dal vivo su terra da quando era ancora Junior e sicuramente è diventato un bel giocatore, solido e bello da vedere: anche lui pecca di inesperienza e gestisce male la fine del secondo set quando regala ad un Gutierrez in difficoltà lasciandolo rientrare in partita.

Forti – Bravo a qualificarsi e ad impegnare Giustino: ho visto tutto il match contro Safranek e la sensazione è che facesse molta fatica ogni volta che capiva di avere il match in pugno. Colpi non molto penetranti ma l’ho sempre visto molto contratto per cui immagino che il potenziale sia più alto.

Giannessi – Non pervenuto. Gli è toccato giocare su un campo ai limiti della praticabilità e si è arreso alla prima difficoltà, lamentandosi a più riprese con supervisor e arbitro. Sicuramente il campo era in pessime condizioni ma da un professionista ci si aspetta che non si lasci condizionare da questi aspetti e provi a dare il massimo in ogni situazione, come ha fatto il suo avversario Horansky. Speriamo sia stata solamente una giornata ‘no’ dopo alcuni mesi in cui è tornato a giocare al suo livello vincendo un buonissimo torneo a Banja Luka.

Caruso – Sorteggio sfortunato per Salvatore, che gioca anche un buon match portandosi a servire sul 61 54, poi però il meccanismo si inceppa e viene fuori l’esperienza di Robredo. Il siciliano ha aggiunto al suo bagaglio la capacità di andare a chiudere il punto a rete ma da fondo fa fatica a sfondare ed il servizio è ancora sicuramente da migliorare per provare ad ambire ai top 100.

Travaglia – Non me ne vogliano gli altri ma Steto continua a sembrarmi il giocatore col potenziale più alto, pur perdendo al primo turno. Aveva il match in mano poi ha tirato il freno (complice un Baldi mai domo) e non ha più saputo spingere sull’acceleratore: è un problema più di testa e di fiducia che altro perché vedergli giocare costantemente la prima in controllo a 170-180 all’ora quando sa tirarla ben oltre i 200 e vederlo contratto col dritto è davvero strano, ma come detto a lui personalmente penso che farà meno fatica a giocare a livello ATP che non Challenger…ma bisogna arrivarci.

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