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Tennis, Gianluigi Quinzi: “Ho pensato di smettere. Leitgeb? Come un secondo padre”

Gianluigi Quinzi - Foto Nizegorodcew/Sportface

“Non sapevo se volevo ancora giocare perché ero giù di morale”. Gianluigi Quinzi non si nasconde e confessa ai microfoni di Sportface.it il momento difficile e di profonde riflessioni risalente a circa un anno fa. Era necessario qualcosa o qualcuno che riuscisse a spronarlo e ad indirizzarlo verso la retta via. In questo caso, quel qualcuno corrisponde al nome e al cognome di Ronnie Leitgeb, coach austriaco noto ai più per aver allenato un certo Thomas Muster. “Ho cominciato la collaborazione con Ronnie a febbraio, volevo provare qualche settimana – afferma Quinzi – in un momento un po’ di crisi. Lui mi ha detto dai proviamo, ti voglio tirare su, vedrai che ci riusciremo!”. Detto fatto. D’altronde Leitgeb non è nuovo a risultati straordinari. Poco più di vent’anni fa portò al best ranking un altro azzurro, Andrea Gaudenzi, sino alla posizione numero 18 del ranking ATP (correva il 27/02/1995). Un parallelismo interessante se vogliamo, considerato che sia Quinzi che Gaudenzi hanno raggiunto la prima posizione al mondo juniores. Una motivazione ulteriore che avrà probabilmente spinto l’austriaco a convincersi ad accettare questa stimolante avventura.

Intanto il tennista cresciuto a Porto San Giorgio ha già raggiunto il best ranking sotto la guida di Leitgeb (numero 292 ad agosto) ed è ad un passo dal migliorarlo ancora (ad oggi n°293) tenendo conto che cambiali da difendere non ce ne sono.“Prossimamente giocherò un future ad Almeria – dichiara il vincitore di Wimbledon Juniores 2013 – e giocherò tranquillo visto che non ho punti da difendere e poi comincerò la preparazione. L’obiettivo di queste settimane era entrare nei 300 con l’obiettivo di poter giocare dal prossimo anno i challenger in Sudamerica. Non è però nulla di definitivo al momento”. Un rapporto, quello nato con Leitgeb, davvero speciale a detta di Quinzi. Oltre ad essere un grande allenatore, è come un secondo padre per me. Mi aiuta nella parte fisica e mentale, mi chiede spesso come sto e dimostra di volermi bene. Trasmette una grande passione e ci tiene che io migliori sempre. Consigli tecnici? Sono finalmente più aggressivo rispetto a prima e i risultati in questo periodo si sono visti, inoltre sono migliorato tanto con la battuta”. 

Così speciale da convincerlo ad andare a giocare su una superficie a lui non troppo amica con ottimi risultati.Mi ha detto di andare in Norvegia nonostante fossi un po’ contrario perché era indoor e avevo il ricordo di Bergamo in cui non mi trovai bene perché trovai condizioni velocissime. Nonostante ciò mi ha convinto – continua Quinzi – perché devo migliorare anche sul rapido. I primi giorni mi sono sentito un po’ un pesce fuor d’acqua, sapevo che dovevo lottare con tutti. Ho servito bene, cosa fondamentale sui campi indoor, e alla fine ho fatto finale la prima settimana (contro Lucas Miedler, austriaco classe 1996 anch’egli allenato da Ronnie Leitgeb, ndr) e vittoria in quella successiva contro Casper Ruud (uno dei giovani più promettenti del panorama internazionale, già laureatosi campione in un torneo challenger a soli 17 anni, in quel Siviglia, nei primi di settembre del 2016, ndr)”.

Spesso la fortuna di un uomo è un altro uomo. Gianluigi Quinzi ha avuto il coraggio di cambiare e di intraprendere una nuova strada facendosi guidare da un uomo esperto e rodato come Leitgeb. Ora però il futuro è tutto nelle sue mani e non c’è più tanto tempo per sbagliare.

 

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