Interviste Esclusive

Flavio Cobolli: “Negli Slam si impara tanto, Berrettini un grande esempio”

Flavio Cobolli - Foto Adelchi Fioriti

intervista di Luca Fiorino

In questa puntata di “Tennis ai tempi del Coronavirus”, Luca Fiorino ha intervistato Flavio Cobolli. Un viaggio all’interno del mondo di uno dei talenti più promettenti del nostro tennis, dalla passione per la Roma al rapporto con papà Stefano.

Come stai passando questi giorni a casa? Hai un programma di allenamento specifico?
“Si mi sto allenando mattina e pomeriggio seguendo un programma atletico dettagliato; fortunatamente vivo in un comprensorio piuttosto grande che mi consente anche di andare a correre senza violare alcuna norma. Fra gli altri interessi anche il giardinaggio, cucinare per la famiglia e giocare con il mio fratellino”.

 Immagino che in questo periodo tu abbia riscoperto alcune passioni
“Trascorro il mio tempo libero giocando alla Playstation, rivedendo match di Fognini e Djokovic, i miei punti di riferimento nel tennis e alcune partite della Roma”.

 Descriviti come giocatore
“Mi piace prendere l’iniziativa in campo, anche a costo di compiere scelte avventate. Ne sono consapevole e dentro di me so bene quello faccio. È un aspetto su cui stiamo lavorando e sul quale voglio migliorare. Mio padre Stefano giocava. Lo accompagnavo e a fine match scambiavamo sempre qualche palla, è li che ho scoperto questa passione”.

Che rapporto hai con tuo padre?
“In questo momento papà è anche il mio maestro. È orami più di un anno che lavoriamo insieme e non nego di aver riscontrato alcune difficoltà all’inizio. Ora andiamo molto più d’accordo, basta uno sguardo per capirsi e sistemare le piccole incomprensioni quotidiane. Dal punto di vista caratteriale siamo molto simili; condividiamo le stesse passioni e lo stesso temperamento in campo. Spero di iniziare a prendere il meglio da lui”.

Hai iniziato a giocare al Tennis Club Parioli ma la tua base, ormai, è la Rome Tennis Academy. Come ti stai trovando?
“Il Tennis Club Parioli lo ringrazierò sempre per ciò che mio ha dato, saranno sempre nel mio cuore. Alla Rome Tennis Academy mi trovo benissimo, il rapporto con lo staff e gli altri ragazzi è straordinario e insieme potremo toglierci delle belle soddisfazioni”.

Ti sei allenato spesso con Matteo Berrettini. Ti ha dato dei consigli?
“Matteo è sempre stato un ragazzo umile, disponibile e ambizioso. Sta facendo un grande percorso. Mi auguro che possa diventare uno dei più grandi, se lo merita e per questo gli faccio un enorme in bocca al lupo. La sua palla è davvero pesante e per reggere lo scambio devi essere al 100%. I suoi consigli sono e saranno preziosi per la mia crescita umana e professionale”.

Lo scorso anno hai giocato da protagonista nel circuito under 18. Che ricordi hai del tuo Roland Garros?
“Il French Open è stato un torneo che mi ha dato molta fiducia, che mi ha lanciato in un certo senso. È il mio preferito, senza ombra di dubbio, e credo si sia notato. Ho dato tutto vivendo emozioni indescrivibili. Il primo Slam non si scorda mai e aver potuto contare sul supporto continuo di tutta la mia famiglia è stato qualcosa di speciale. Il livello è alto e tutti vogliono spingersi sino alla fine. Tra i più forti cito l’amico e connazionale Luca Nardi, che ancora mi deve un toast per la sconfitta (ride ndr.) e Martin Damm, una vera macchina da guerra”.

 L’ambiente Slam che sapore ha? Cosa ti è rimasto impresso?
“I Major sono fantastici. Si ha modo di osservare cosa fanno i grandi campioni, non solo durante i match. Ho notato una forte coesione tra team e professionista e un maniacale rispetto delle regole, soprattutto nel giorno di riposo. Con mio padre abbiamo preso spunto da diversi aspetti, provando diverse cose nei nostri allenamenti quotidiani”.

Hai già disputato tornei Challengere e Future. Dov’è la differenza più grande con il circuito juniores?
“La concentrazione. Devi mantenerla ogni singolo punto. So bene che è il mio punto debole e curo questo lato del mio tennis giorno dopo giorno. Dopo il torneo disputato a Santa Margherita di Pula ho capito molte cose e sento di essere sulla strada giusta per fare il salto di qualità. Quanto al circuito Challenger penso al torneo di Bergamo. Ho giocato molto bene e nonostante i tre match point non capitalizzati con Giulio Zeppieri sono felice di quanto fatto. Sono pronto per giocare alla pari con tanti giocatori e spero arrivi presto l’occasione. Molti giovani azzurri stanno davvero ottenendo risultati incredibili, faccio loro i miei complimenti”.

In passato hai giocato a calcio nelle giovanili Roma. Quando e perché hai scelto il tennis?
“Il calcio è e resta una delle mie grandi passioni. Tifo Roma e sono abbonato da sedici anni allo stadio. Sono arrivato a Trigoria quando avevo dieci anni e giocavo come ala destra, poi negli anni mi sono adattato a terzino. Contro ogni pronostico ho scelto il tennis per un discorso di ambiente, con la racchetta in mano mi sento molto più a mio agio. Non sono assolutamente pentito della mia scelta, lo rifarei”.

Grazie mille Flavio
“Grazie a te e buon tennis a tutti”.

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