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Non sono mancati gli spunti in questa seconda settimana di ottobre nel circuito Atp e Wta, l’ultima prevalentemente in Asia prima del ritorno sui campi europei. L’evento clou, e non poteva essere altrimenti, è stato l’ennesimo confronto tra Roger Federer e Rafael Nadal nella finale del Masters 1000 di Shanghai. Ancora un quarantotto come l’anno della rivolta dello svizzero, della ribellione alla sua bestia nera. Per la quarta volta nel giro di nove mesi (cinque consecutive considerando l’affermazione a Basilea dello scorso anno), il 19 volte campione Slam si sbarazza del suo incubo peggiore su un campo da tennis. E ciò che stupisce è la relativa facilità con cui sono arrivate le ultime tre vittorie: tra Indian Wells, Miami e Shanghai Nadal non è mai arrivato a quota cinque game in un set. Di certo, le condizioni di gioco odierne hanno reso il compito più semplice a Federer rispetto ai 1000 americani: tetto chiuso e cemento rapidissimo, sono bastati appena 72 minuti per mettere in riga Rafa, tramortito a suon di 10 ace (e un game perfetto) con il 68% di prime, senza l’ombra di una palla break per tutto l’incontro. Era probabilmente l’unico modo per fermare una striscia di sedici vittorie consecutive da parte dello spagnolo e riaprire parzialmente la lotta al numero 1 in attesa degli ultimi botti di fine anno, anche se Nadal ha poco da rallegrarsi dopo lo stop con Federer: oltre alla fasciatura al ginocchio destro, non sarebbe un buon segnale arrivare a Londra senza aver mai battuto il suo compagno in Laver Cup nella stagione e per di più su una superficie non proprio congeniale al suo tennis. E per Rafa le Finals, anche alla luce della miriade di forfait dei big, rappresentano più di un semplice obiettivo per questo finale di stagione.
SHARAPOVA ED ERRANI, BENTORNATE – Passiamo al circuito femminile, il focus è ovviamente sul torneo di Tianjin vinto da Maria Sharapova in finale sulla 19enne Sabalenka. Due set tirati, quel pizzico di inevitabile tensione in un interminabile tie-break vinto per 10-8 dalla russa e l’incredulità dopo il match point. Le lacrime, l’abbraccio con il suo box e la fine di un incubo: dopo oltre due anni, da Roma 2015, Masha torna a sollevare al cielo un trofeo dopo la positività al meldonium e la squalifica di quindici mesi conclusi solamente ad aprile. Storie parallele ma percorsi diversi, eppure anche Sara Errani è tornata al successo dopo la sospensione per l’assunzione incidentale di letrozolo. Partita dalle qualificazioni, la tennista azzurra si è spinta sino alle semifinali (risultato grazie al quale ha scalato oltre 100 posizioni nel ranking) cedendo solamente alla Sabalenka ma ha comunque trovato il modo per lanciare un segnale importante: Sara si è infatti imposta nel torneo di doppio in coppia con la Begu superando Jakupovic e Stojanovic per 6-4 6-3. E allora bentornate, con la speranza per entrambe che Tianjin sia solamente il trampolino di lancio per la risalita.