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Djokovic come Alcaraz e Nadal, Kyrgios ritrovato: il pagellone 2022

Novak Djokovic
Novak Djokovic - Foto Ray Giubilo

Le Finals a Torino vinte da Novak Djokovic e quelle di Coppa Davis a Malaga appannaggio del Canada hanno sancito la fine di un’altra stagione tennistica. Tra vecchie e nuove certezze e stelle cadenti, è tempo di fare un bilancio dell’annata appena conclusa attribuendo dei voti a dieci tennisti non italiani che, in positivo o negativo, si sono distinti nel corso degli ultimi undici mesi.

PAGELLONE DEL 2022

CARLOS ALCARAZ VOTO 10 – A diciannove anni, sembra neutrale a qualsiasi tipo di emozione. Spaventa per completezza tecnica, solidità mentale ed agonismo, pietre miliari di una sincronia perfetta tra mano, testa e cuore che lo rende differente dagli altri. Il trono del ranking mondiale è la logica conseguenza di risultati clamorosi. Spiccano il successo in due prove Masters 1000 (Miami e Madrid) e quello indimenticabile agli US Open. Alle ultime settimane dell’anno ci arriva scarico mostrando qualche piccolo segnale di umanità. Anche uno apparentemente apatico come lui, infatti, deve prendersi un attimo per metabolizzare il vortice emotivo dei mesi precedenti. Chiude la sua stagione con un infortunio al costato e salta le Finals a Torino. La percezione, tuttavia, è che l’appuntamento sia soltanto rimandato. ILLEGALE

RAFAEL NADAL VOTO 10 – Dodici tornei disputati, cinque finali, quattro titoli, due Slam (Australian Open e Roland Garros) e la posizione numero due delle classifiche. Trascorre gli ultimi undici mesi a ribadirci una volta per tutte cosa vuol dire amare e rispettare il proprio lavoro, insegnandoci che le avversità ci vengono poste davanti solamente per essere superate. A trentasei anni suonati, è animato dalla voglia di spaccare il mondo di un ragazzino che sta muovendo i primi passi sul circuito. Viene frenato solamente dagli infortuni, costante di una stagione ed una carriera. Nella sua testa, però, abita una sola certezza: l’esistenza di una vita al di là del tennis ma, allo stesso tempo, la consapevolezza di non voler ancora scoprirla. IMMORTALE

NOVAK DJOKOVIC VOTO 10 – Non gioca due prove dello Slam (Australian Open e US Open) e quattro Masters 1000 a causa delle note vicende sanitarie. Quando gli è consentito scendere in campo, però, decide di rispondere in un’unica maniera: vincendo. Il trionfo di Wimbledon gli restituisce tranquillità e spensieratezza, quella che viene a mancare nella parte di stagione sulla terra rossa. Il finale d’anno assume i connotati di una missione. Questa ha il suo picco massimo a Torino, dove Nole diventa Maestro per la sesta volta in carriera dimostrando a tutti che, anche se la classifica (al momento) non lo certifica, il numero uno è ancora lui. Il ritorno del re va di pari passo con le buone notizie provenienti dal suolo australiano, dove a gennaio il serbo si presenterà per riprendersi il proprio regno. INSAZIABILE

CASPER RUUD VOTO 9,5 – ‘Terraiolo’: tennista in grado di performare solamente sulla terra battuta. Quest’etichetta lo accompagna per tutta la sua carriera ma la stagione appena conclusa fa ricredere anche i più scettici. Finale agli US Open (cemento outdoor), ultimo atto alle Finals di Torino (cemento indoor), posizione numero tre del mondo. Nel mezzo anche la finale al Roland Garros, su quel rosso dove, effettivamente, possiede davvero qualcosa in più. Esempio di duro lavoro ed abnegazione, il suo tennis oggi è in grado di far male su ogni superficie, tattico ma allo stesso tempo propositivo soprattutto con il servizio ed il dritto. A supportarlo, oltre ad un team molto competente, c’è una testa che funziona bene ed un atteggiamento in campo impeccabile, caratteristiche degne del suo mito di sempre, lo spagnolo Rafael Nadal. SORPRENDENTE

FELIX AUGER-ALIASSIME VOTO 9 – Si presenta ad inizio anno con un palmares tutt’altro che invidiabile: otto finali perse e nessuna vinta. A Marsiglia il trend viene confermato. Nella sua mente, però, non c’è spazio per i pensieri negativi, complice un tennis sempre più fisico e penetrante con tutto il repertorio. A fine novembre i titoli sono addirittura quattro, un bottino che, insieme ad altri piazzamenti di rilievo, gli consente di qualificarsi alle Finals a Torino. Qui accusa per la prima volta dopo molto tempo un po’ di tensione e manca l’accesso alle semifinali. La risposta è da campione assoluto. Si presenta a Malaga con il suo Canada. Porta a casa tutti e quattro i suoi impegni (tre singolari ed un doppio) e trascina i suoi compagni al primo storico successo in Coppa Davis. Chiude l’anno al numero sei del mondo ma è destinato a salire ancora parecchio. ESPLOSIVO

HOLGER VITUS NODSKOV RUNE VOTO 8,5 – La sua crescita è costante durante tutto l’anno ed ha il suo apice con la vittoria del Masters 1000 di Parigi-Bercy, che gli consente di chiudere la stagione alle porte della top ten. Oltre al torneo francese, vince altri due titoli e raggiunge i quarti di finale al Roland Garros. In lui spicca una straordinaria capacità di rendere al meglio su ogni tipo di superficie oltre ad un tennis molto solido e potente ma non privo di giocate e numeri di cui è pregna la nuova generazione.

Fisicamente è già ben strutturato e possiede ancora margini di miglioramento sotto tanti punti di vista, soprattutto quello mentale. Tutti vogliono primeggiare ma in lui questo desiderio è più ardente che mai. Negli ultimi tornei della stagione inserisce nel suo team il noto coach francese Patrick Mouratoglou, sintomo evidente che non vuole aspettare più di tanto per realizzare i suoi veri obiettivi. AMBIZIOSO

NICK KYRGIOS VOTO 8 – Con lui in campo qualsiasi torneo acquista risalto. Il pubblico lo ama e lui ama il pubblico, consapevole di avere di fronte un personaggio che riesce a fare del bene al mondo del tennis. A volte esagera ma lo fa solamente per mascherare tutta la sua umanità, quella di un ragazzo che, in fin dei conti, ci tiene veramente a quello che fa. La finale raggiunta a Wimbledon è emozionante per uno che pensava di non poter più ottenere un simile traguardo.

In quelle settimane riscopre anche il piacere di fare una vita da atleta, aiutato dalla sua ragazza e da un team variegato e capace di non farlo sentire solo durante le trasferte. Il titolo a Washington lo fa arrivare agli US Open come uno dei favoriti. Il tabellone è apertissimo ma, clamorosamente, perde ai quarti di finale contro il russo Khachanov. Spacca violentemente la racchetta al termine della partita ma lo fa con occhi diversi. Sa di aver perso l’occasione della vita ma anche che sta solamente a lui far sì che si ripresenti. GENIALE

TAYLOR FRITZ VOTO 8 – Stagione solida e densa di aspetti positivi, a cominciare da un tennis che non è più solo potenza bruta ma anche tattico. I progressi si vedono subito con il titolo raggiunto nel Masters 1000 di Indian Wells. Nel deserto californiano in finale batte in due set lo spagnolo Rafael Nadal. Contro quest’ultimo c’è forse anche la più grande delusione. Quel quarto di finale a Wimbledon perso al quinto e decisivo parziale di fronte ad un avversario gravemente menomato e condizionato da un problema addominale.

Coglie la fortuna nell’ultimo torneo della stagione ed approfitta del forfait di Carlos Alcaraz per qualificarsi da prima riserva alle Finals di Torino, dove riesce ad accedere fino alla semifinale. Qui costringe a due tie-break il serbo Novak Djokovic, futuro vincitore, dimostrando di essere quello ad averlo messo maggiormente in difficoltà. Chiude l’anno con merito al numero nove del mondo, posizione che certifica una ritrovata serenità sia dentro sia fuori dal campo. RINATO

STEFANOS TSITSIPAS VOTO 6,5 – È vero che termina l’anno al numero quattro del mondo e con un titolo di primo livello nel suo palmares: il Masters 1000 di Montecarlo. La semifinale agli Australian Open, gli ottavi di finale al Roland Garros, il terzo turno a Wimbledon ed il primo turno agli US Open, però, sono un bottino troppo misero. C’è poco da girarci intorno: ormai il suo obiettivo è far bene nelle prove dello Slam, dove quest’anno non è riuscito ad esprimersi al meglio.

Il tempo è ancora dalla sua parte ma un fatto è certo. Adesso non se la deve più vedere solamente con Rafael Nadal e Novak Djokovic. Nuovi giocatori giovani stanno emergendo sempre più prepotentemente. Questa concorrenza quasi inaspettata, nonostante il suo tennis tecnico e sempre molto bello da vedere, rischia seriamente di diminuire ancora di più le sue chances di vittoria in certi palcoscenici se qualcosa non cambia. INAFFIDABILE

DANIIL MEDVEDEV VOTO 6 – La sua stagione termina in finale a Melbourne, dove spreca un vantaggio di due set contro Rafael Nadal. Da questa batosta, complice anche qualche problema fisico di troppo, fatica tremendamente a riprendersi. In Australia accusa particolarmente le angherie del pubblico locale, spudoratamente a favore del campione spagnolo. Inizia a giocare non più per gli altri ma per sé stesso. Ciò, però, non contribuisce ad elevare il livello del suo tennis, abbastanza piatto e senza particolari squilli fino al termine dell’anno. Raccoglie qualche buon risultato nelle ultime settimane, tra cui il titolo a Vienna, salvo poi essere eliminato nella fase a gironi delle Finals a Torino. La situazione mondiale e le tensioni tra Russia e Ucraina, che si ripercuotono anche sul mondo sportivo, non lo aiutano a ripristinare la sua brillantezza. OPACO

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