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David Marrero: “Sono ancora un giocatore. In questi tornei occhio a Kuhn e Musetti”

David Marrero - Foto Marta Magni MEF Tennis Events

Alla vigilia del primo dei due nuovi Challenger di Gran Canaria, organizzati da MEF Tennis Events, David Marrero, direttore dei due tornei, ha rilasciato un’interessante intervista al sito ATP. Il 40enne di Telde, luogo dove si disputeranno i due Challenger, è stato campione di doppio nelle NITTO ATP Finals del 2013, in coppia con il connazionale Fernando Verdasco ed ancora oggi il tennis giocato fa assolutamente parte della sua vita. Quando gli viene chiesto: “Tu che sei stato un giocatore…”, l’attuale numero 310 del ranking di doppio, infatti, risponde: “Sono stato non è corretto, sono ancora un giocatore. Non mi sono ritirato”.

David, qual è allora la tua situazione attuale?
“Sono felice di essere il direttore di questi ATP Challenger che si terranno in queste due settimane a Gran Canaria. Non appena finirà il secondo torneo, inizierò il mio calendario. Giocherò diversi Challenger, in quanto mi sono stati confermati degli inviti nei prossimi mesi. L’obiettivo è quello di tornare in alto”.

Hai parlato con un partner in particolare?
“No, ancora non ho parlato con nessuno. L’aspetto positivo è che le wild cards che mi sono state confermate non prevedono nessuna condizione, quindi posso scegliere il compagno di doppio che preferisco. Ovviamente preferirei giocare con lo stesso partner per più settimane di fila. In questo modo mi sentirei molto più a mio agio, in quanto ci sarebbe la possibilità di fare un buon lavoro di allenamento e di conseguenza sarebbe più facile scalare la classifica di doppio”.

Per giocare dovrai attendere queste due settimane?
“Esatto, queste due settimane non potrò giocare, in quanto svolgo la funzione di direttore del torneo”.

Come è nata questa possibilità di dirigere questi due tornei?
“Ero a casa e stavo svolgendo la preseason, quando ho ricevuto la chiamata del fondatore di MEF Tennis Events, Marcello Marchesini, che mi ha chiesto se fosse possibile organizzare due Challenger a Gran Canaria, poiché il tempo e l’emergenza del Covid-19 lo rendevano un posto interessante. Ovviamente gli ho subito detto che era una splendida idea. La gioia è poi aumentata quando mi ha proposto di essere il direttore. Non avrei mai potuto dire no”.

Questo nuovo lavoro in cosa consiste giorno per giorno?
La mia funzione principale è quella di comunicare con i giocatori per sapere come vanno i campi, per migliorarli se necessario. Offrire il miglior servizio possibile all’interno delle strutture e un buon hotel all’interno della “bolla”. Ho dovuto, inoltre, assegnare le wild cards del torneo. In questo mi ha aiutato tanto la mia esperienza sul circuito. Il mio obiettivo principale è quello di rendere i giocatori felici in queste due settimane”.

Cosa, secondo te, è più apprezzato in un torneo e cosa è necessario affinché venga considerato un buon ATP Challenger?
“Personalmente ho sempre amato gli spazi aperti e, in questo senso, il nostro club è spettacolare. Disponiamo di lounge e spazi esterni molto ampi, una zona ristorante con viste incredibili, un’area di riscaldamento spettacolare e un bar con vista sui campi”.

Suppongo che la prospettiva cambi quando sei dall’altro lato…
“Sì, sicuramente è diverso. Finora non ero consapevole delle ripercussioni e delle responsabilità che derivano dalla gestione di un torneo. Sono, tuttavia, molto contento di aver accettato questa proposta, in quanto nel mio futuro vorrei continuare ad essere legato al mondo del tennis come direttore, come allenatore o organizzatore. Il tennis è la mia passione e la mia vita”.

Quali giocatori consiglieresti ai fan di seguire in questi giorni?
“Come nomi di spicco del tennis spagnolo non posso non menzionare due grandissimi giocatori come Tommy Robredo e Guillermo Garcia-Lopez. Tra i giovani invito a seguire particolarmente Nicola Kuhn e Lorenzo Musetti”. 

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