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Novak Djokovic è stato “colpito molto gravemente a livello mentale” da quello che è successo in Australia. “Gli farà male a lungo e sarà difficile per lui toglierselo dalla testa”. Lo ha detto il suo allenatore Marian Vajda in un’intervista al quotidiano slovacco “Sport”. Per Vajda però non c’è verso che il numero uno al mondo pensi al ritiro: “Lo conosco abbastanza bene per sapere che Novak è forte, irremovibile e non ha ancora pronunciato la sua ultima parola nel tennis”. Il coach ha criticato aspramente il governo australiano e i media internazionali. Ha definito l’espulsione un “processo politico”. La situazione in Australia è “totalmente malata e ingiusta, diretta conseguenza del lungo isolamento del Paese. L’Australia sta ora pagando il prezzo della sua politica di blocco e ha un numero di infezioni così alto nonostante la sua rigida politica di vaccinazioni. Ma soprattutto sono stati i media a influenzare così negativamente l’opinione pubblica contro Novak”. “Quando ho saputo dell’espulsione – ha concluso – ho provato dolore, un’emozione fortissima. Non so come l’avrei sopportato psicologicamente se ci fossi stato io al suo posto. Anche a casa a Bratislava, non riuscivo a dormire per lo sconcerto”.
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