In Evidenza

Australian Open 2022, le pagelle dei protagonisti: Nadal da 21, Barty perfetta. Berrettini storico

Rafael Nadal - Foto Courtesy of Mutua Madrid Open

Rafael Nadal e Ashleigh Barty sono rispettivamente il re e la regina degli Australian Open 2022. Lo spagnolo ha conquistato il ventunesimo titolo Slam sul cemento di Melbourne, superando i rivali (ma con stima reciproca) Roger Federer e Novak Djokovic; l’australiana, invece, ha gioito insieme alla propria gente, ottenendo la terza affermazione a questi livelli, la prima sul veloce aussie. Grande delusione, ma altrettanto apprezzabili i percorsi di Daniil Medvedev e Danielle Collins, finalisti e meritevoli di lodi. Molto bene anche gli azzurri Matteo Berrettini e Jannik Sinner, così come Stefanos Tsitsipas, di nuovo in forma dopo dei recenti problemi fisici. Deludenti invece Alexander Zverev e Aryna Sabalenka, atleti attesi e dal rendimento al di sotto delle aspettative. Di seguito tutti i nostri giudizi e le considerazioni riguardanti i protagonisti dell’ultima edizione degli Australian Open.

NADAL 21

Infinito, mai domo, elegante, dalle mille soluzioni, vincente. Nadal ha ripreso il filo del discorso a Melbourne dopo 13 anni e marchiato con vérve maiorchina il ventunesimo sigillo Slam in carriera; un posto nell’Olimpo dei migliori tennisti di tutti i tempi sempre più consolidato, al momento IL migliore per titoli vinti a questo livello. Dopo un percorso gradualmente in crescendo sul cemento outdoor australiano, con timori contro Denis Shapovalov e momenti di fatica con Matteo Berrettini, finale semplicemente eroica per un’icona incriticabile di questo meraviglioso e talvolta crudele sport. Sotto di due set contro un avversario di dieci anni più giovane e in trance agonistica, svolta a partire dal terzo set sul 2-3 e 0-40: tre palle break annullate e il graffio del campione per iniziare una rimonta storia. Non si poteva davvero chiedere un lieto fine più intenso e spettacolare a questi Australian Open, nel segno di Nadal. 21.

MEDVEDEV 9

Solido, accorto, folle, grintoso, ostile. Medvedev ha firmato un’altra ottima campagna Slam, non riuscendo però a replicare le gesta degli Us Open 2021 all’ultimo atto. Stesso esito degli Australian Open 2021, sebbene la dinamica dell’epilogo sia stata diversa; mancata la conferma Slam, ma non la sensazione che il russo possa essere e già probabilmente sia uno dei dominatori del circuito maschile, difficile da fermare…per tennisti non alieni. Pecca ancora nel controllo delle sue emozioni in campo, ma imparerà anche questo; a un passo dal traguardo, dovendo fare i conti con dei problemi fisici, non ha mollato e ha tentato di lottare come un leone. Medvedev sarà ricordato nella storia del tennis, la sta già scrivendo. 9.

BERRETTINI 8.5

A proposito di storia del tennis, Berrettini non ha smesso di comporre e sfogliare le pagine di quella italiana. Primo azzurro in semifinale agli Australian Open, a un passo dalla top 5 raggiunta dal solo Adriano Panatta, il romano ha superato nuovamente se stesso meravigliando il nostro Paese intero. Così come già agli Us Open e a Wimbledon, nuovamente il classe ’96 a un penultimo atto Slam; un sogno spezzato però dal fenomenale e mai domo Nadal, sebbene anche contro lo spagnolo si sia intravisto il vero devastante Matteo a partire dal terzo set. La sensazione è che Berrettini possa e, per sua stessa percezione, debba osare qualcosa in più proprio contro i mostri sacri del tennis; il salto di qualità è già evidente e non vi è bisogno che si ripercorra, manca semplicemente uno step. Berrettini è già pronto per un’affermazione a questi livelli? Ha dimostrato di poterlo essere, vedremo sino a che punto nel corso della stagione.

SINNER 8

L’azzurrino ha centrato i quarti di finale agli Australian Open; il fatto che questo risultato sembri ‘il minimo che potesse fare’ la dice lunga sul potenziale di questo ragazzo. Sinner ha superato in serie Joao Sousa, Steve Johnson, Taro Daniel e il padrone di casa Alex De Minaur, tutti tennisti più esperti e l’ultimo dei quali particolarmente insidiosi in determinati contesti. L’altoatesino ha mostrato le proprie qualità e la maturità che contraddistingue il suo tennis e la sua persona, rispettando sempre i pronostici e mostrando a con continuità il suo straordinario talento. Sinner si è fermato al cospetto di Stefanos Tsitsipas, sorpreso da un rendimento decisamente sopra la media delle ultime prestazioni da parte del greco; così come per Berrettini, probabilmente manca uno step per passare da ‘grande’ a ‘grandissimo’: il tempo decisamente gli è amico. 8.

TSITSIPAS 8.5

Riferendoci in particolare al greco, doveroso applauso per le performance agli Australian Open. Sorprendentemente semifinalista dopo i problemi fisici pre-Slam, l’ellenico ha espresso un tennis qualitativamente eccelso, come di consueto, mostrando al pubblico il proprio repertorio di colpi e adeguandosi alle varie situazioni di gioco. Tsitsipas ha dimostrato di saper soffrire, anche tanto, come con Taylor Fritz, così come di poter dominare il campo con un incipit propositivo, come con Sinner. Il colpo meno forte tra i fondamentali da fondocampo rimane certamente il rovescio, però non considerabile necessariamente come un tallone d’Achille; lo sa bene proprio Sinner, più volte colpito con il rovescio lungolinea coperto dell’ateniese. Tsitsipas ha palesato la sua vena tennistica da fuoriclasse, fermandosi a un passo dalla finale dopo aver rubato un set a Medevdev: niente male davvero. 8.5.

ZVEREV 5

Tedesco partito con grandi ambizioni e con la possibilità di superare Novak Djokovic in classifica generale, in caso di trionfo a Melbourne. Zverev, tra i top player, è probabilmente quello che ha deluso di più in assoluto; fermatosi al quarto turno contro Denis Shapovalov, non mostrando praticamente nulla del suo tennis usualmente di altissimo livello e cedendo il passo a un giocatore meno quotato (seppur ‘di lusso’). La sensazione è Zverev fosse a corto di energie, in quanto sempre in balìa dell’avversario e quasi non pervenuto. Dopo tre turni con vittorie ‘doverose’ contro Daniel Altmaier, John Millman e Radu Albot, resa senza vincere parziali contro Shapovalov al quarto turno: male, molto male, ma le potenzialità sono ben visibili e il trionfo alle Atp Finals non è assolutamente un caso. Proprio per questo, 5.

BARTY 10

Sublime, leggiadra, completa, vecchia e nuova scuola insieme, convinta dei propri mezzi. Il tennis di Barty è la rappresentazione perfetta di un gioco da…numero 1. L’australiana domina al servizio, insidia sempre in risposta, mette sotto pressione, trova sempre la giocata giusta al momento più adeguato, non vacilla, assorbe la spinta del proprio pubblico, reagisce caratterialmente. Una cavalcata vincente da campionessa vera e il primo titolo Slam in casa; un sogno per Barty, tra le giocatrici in assoluto più divertenti del circuito, senza dubbio un esempio per la generazione a venire e un bel vedere anche per degli occhi tennistici più esperti. Non solo super dritto e prima solida, ma anche ottimo gioco di volo e manualità, back di rovescio da sogno e semplicemente qualità. Perfetta, 10.

COLLINS 9

Sorpresa assoluta, in positivo, del torneo femminile. Collins è riuscita a rubare la scena a giocatrici particolarmente più attese, con umiltà e applicazione, proponendo il proprio tennis ricco di accelerazioni e grinta da vendere. Il rovescio è certamente il colpo con il quale sente di avere più confidenza…e non lo nasconde di certo in campo. Non si può dire che Collins nasconda le sue emozioni, ma anzi, le esterna senza alcun timore; il cemento otudoor, da buona statunitense, è il suo palcoscenico e lo ha dimostrato contro Iga Swiatek, collezionando bordate spesso efficaci, generate per togliere il tempo (e talvolta il respiro) alla giovane polacca. La tennista a stelle e strisce ha inoltre strappato il servizio a Barty (che sia una notizia è eloquente) e lottato duramente contro la numero 1 del mondo, producendo il massimo sforzo e chiedendo tanto al suo tennis apprezzabile esteticamente (meravigliosa esecuzione del rovescio), ma non perfetto. Sorprendente, efficace oltre ogni aspettativa. 9.

SABALENKA 5

Continua la prima parte di stagione da incubo della bielorussa, condizionata da un servizio che proprio non vuole saperne di ritornare a dar gioie. Si attendeva un definitivo exploit Slam di Sabalenka, numero 2 del mondo, fermatasi invece contro l’outsider Kaia Kanepi al quarto turno…certamente non l’epilogo da sogno che la tennista di Minsk stessa ipotizzava alla vigilia del torneo. Soltanto un quarto turno, non abbastanza per le qualità che Sabalenka ha sempre dimostrato di avere, assolutamente ‘causa sui’ durante ogni suo match; talvolta troppo aggressiva, troppo frenetica, nervosa. I problemi sono ancora tanti e questo è positivo: la classe ’98 ha ampi margini di miglioramento, ma soltanto una posizione da scalare nel ranking femminile. Questo significa che certamente la bielorussa troverà il suo equilibrio e si affermerà anche a livello Slam, dosando la potenza dei colpi e migliorando la sua resa al servizio, potenzialmente un fattore rilevante. Sabalenka c’è e ci sarà, ma deve necessariamente ritrovarsi. Per quanto visto, 5.

GIORGI 6.5

L’azzurra ha continuato il suo percorso di crescita, ben avviato durante la seconda parte di stagione dell’annata 2021. Dopo il segnale a Montreal, Giorgi vanta attorno a sé un’aura da possibile scheggia impazzita del circuito, ossia colei che può essere capace di battere chiunque, su qualsiasi superficie, meglio ancora se sul veloce. Dopo aver superato senza troppi problemi Anastasija Potapova e Tereza Martincova, due avversarie non semplici da affrontare in condizioni rapide, l’italiana si è fermata al cospetto della regina Barty. Colpi veloci, solito carattere, voglia di osare e di sorprendere ulteriormente ogni spettatore che si approcci al tennis…ma ancora qualcosina da calibrare meglio in manovra, qualche colpo interlocutorio che non dia sempre la sensazione che ogni palleggio possa essere ‘prendere o lasciare’; questa necessità si è resa palese contro Barty, l’equilibrio fatto tennista. Bene Giorgi, leggermente sopra la sufficienza, con la consapevolezza di poter fare ancora meglio, 6.5.

SportFace