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Prosegue la diatriba a distanza tra Serbia ed Australia per il caso Novak Djokovic. Il tennista numero uno al mondo si è visto rifiutare l’ingresso nel paese in occasione degli Australian Open ed al momento è sorvegliato dalla polizia. In patria, quasi tutti hanno preso le difese di Nole, tra cui la sua famiglia, che nel proprio ristorante a Belgrado ha tenuto una conferenza stampa. A prendere la parola è stato il fratello Djordje, che ha raccontato la disavventura di Novak: “Il più grande scandalo sportivo e diplomatico. Altri tennisti già in Australia hanno lo stesso documento“.
“E’ stato trattato come un criminale nonostante sia un uomo rispettabile e dai sani principi. Non ha commesso alcun reato né ha messo in pericolo la vita di nessuno – ha proseguito Djordje, prima dell’attacco al Premier Scott Morrison – Noi siamo umani e tu, signore, non lo sei“. A peggiorare la situazione, il fatto che Novak trascorrerà il Natale Ortodosso (in Serbia si festeggia il 7 gennaio) in quarantena: “Stanno cercando di crocifiggere Novak e buttarlo in ginocchio“. La madre Dijana ha aggiunto: “E’ un attacco politico a Novak, agnello sacrificale e rivoluzionario che sta cambiando il mondo. Mi auguro che non gli taglino le ali“. Infine, il papà Srdjan, su tutte le furie, dopo aver definito il figlio ‘un eroe del mondo libero’ ha aggiunto ai giornalisti: “Stanno calpestando Novak e tutto il popolo serbo. Nella nostra storia non abbiamo mai attaccato nessuno, ci siamo sempre difesi“. A riportarlo è ‘The Age‘.
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