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Quarta giornata rovente agli Australian Open 2018. Le temperature a Melbourne hanno sfiorato i quaranta gradi ma nonostante questo gli organizzatori non hanno applicato la “heat policy” (chiusura del tetto sui campi principali e sospensione delle altre partite) perché il livello del caldo odierno non rientrava tra le situazioni di criticità in quanto viene calcolata anche l’umidità ed altre variabili che hanno fatto propendere per il no. Non sono mancate le polemiche. Durante la partita tra Gael Monfils e Novak Djokovic, giocata come terzo incontro sulla Rod Laver Arena, il tennista francese ha più volte ripetuto al giudice di sedia di poter allungare il tempo tra un punto e l’altro (venticinque secondi): “Se non mi riposo più di venticinque secondi tra un punto all’altro collasso, mi fa male la pancia, ho le vertigini e sono stanco” la disperata richiesta del transalpino che però non è stata accontentata.
I giocatori hanno giocato sotto il picco massimo visto che la partita è cominciata alle 15:15 locali ed è finita intorno alle 18:00. Nella conferenza stampa post-partita Monfils è tornato sull’argomento: “Penso che quando fa così caldo bisogna fare qualcosa. Magari non chiudere il tetto, ma prendere degli accorgimenti come lasciare più tempo tra un punto e l’altro e tra un set e l’altro. I prossimi giorni saranno ancora peggiori? Vi auguro buona fortuna ragazzi” ha chiosato Gael.