Amarcord

L’angolo del ricordo: Wawrinka, principe di Monaco e sovrano del proprio destino

Stan Wawrinka - Foto Ray Giubilo

LA STORIA DEL TORNEO

Il Masters 1000 di Monte-Carlo è uno degli eventi più attesi del circuito maschile nel corso di un’annata tennistica, appuntamento particolarmente stimolante e storico. Il torneo divenne Open nel 1969, inaugurato dal successo dell’olandese Tom Okker, seppur l’italiano Nicola Pietrangeli era stato campione nelle due edizioni precedenti. L’albo d’oro della competizione monegasca racconta i trionfi di Ilie Nastase, Bjorn Borg, Ivan Lendl, Thomas Muster, Carlos Moya e Gustavo Kuerten fra gli altri, con la vittoria di Cedric Pioline a chiudere gli anni ’00. Dal 2005 i disegni dell’evento sono stati realizzati con penna indelebile da Rafael Nadal, detentore di otto edizioni consecutive, sino all’interruzione del 2013 firmata da Novak Djokovic. Il 2014 ha invece presentato un particolare atto finale, disputatosi fra i connazionali Stanislas Wawrinka e Roger Federer, con il secondo in vantaggio nei confronti diretti per 16 vittorie ad 1. L’unico successo di Stan The Man era datato 2009, proprio fra i campi del Principato di Monaco.

IL MATCH

L’incontro regalò emozioni meravigliose, uno scontro fra due atleti con una classe immensa e dotati di ogni colpo che il tennis possa offrire. Federer tentò di evidenziare una volta di più la sua leadership conquistando un lottato primo set per 6-4, rendendo vani gli sforzi dell’opponente, il quale vincente dopo vincente aveva creato dei presupposti credibili per far suo il parziale primordiale. Wawrinka non si diede per vinto e continuò a dipingere indisturbato la propria tela, con schizzi fulminei di rovescio che ne caratterizzarono la prestazione e gli permisero di trovare il guizzo giusto per un fondamentale aggancio al tie-break per 7-6(5). Il punto di svolta della sfida si presentò ad inizio terzo set: con Federer al servizio, Wawrinka acquisì un’opportunità di break sul 30-40, non perse tempo e realizzò un dritto lungolinea straordinario che portò l’avversario alla resa e gli regalò un’importante iniezione di fiducia.

Wawrinka prese la scena e illustrò al mondo le sue capacità esplosive ed il suo estroso talento, spesso relegato all’ombra dalle vittorie da record di Federer, sempre più idolo internazionale e icona svizzera. L’atleta classe ’85 diventò vincitore del torneo con un 6-2 eloquente strutturato nel parziale decisivo, andando oltre i propri limiti e dimostrando che il trionfo Slam agli Australian Open dello stesso anno non fosse stato “figlio” del classico periodo d’oro. Monte-Carlo rappresentò un evento speciale nella carriera di Wawrinka, il quale riuscì a prender ulteriormente consapevolezza dei propri mezzi anche sulla terra rossa, sino alla conquista del Roland Garros del 2015, coronamento dei suoi sforzi, ottenuto dopo aver sconfitto Novak Djokovic in un match indimenticabile.

WAWRINKA, PRINCIPE DI MONACO

Le capacità tecniche di Stan The Man non sono mai state oggetto di discussione, ma ciò che ha contraddistinto il suo percorso è la poca lucidità in alcuni momenti storici della sua carriera, forse dettata da un’insicurezza di base o semplicemente dalla discontinuità tipica di chi offre un gioco agonisticamente dispendioso. I tre titoli Slam ed il Masters 1000 di Monte-Carlo delineano alla perfezione ciò che il nativo di Losanna poteva proporre, ha proposto e proporrà a questo sport. La meravigliosa supremazia del re Roger Federer ha spesso oscurato l’essenza sportiva quasi altrettanto splendente di Wawrinka, quest’ultimo però nel 2014 principe di Monaco e sovrano del proprio destino.

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