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Andrea Volpini: “Jannik Sinner è un ragazzo vero” (AUDIO)

DALL’INVIATO A BERGAMO

Quando nel 2015 Jannik si è trasferito da noi non parlava molto l’Italiano. Il nostro rapporto fuori dal campo è tranquillo, discutiamo spesso di sport, non solo di tennis. Fuori dal campo è un ragazzo verospecialmente sull’ultima frase Andrea Volpini aggiunge enfasi e ripete l’aggettivo ‘vero’ un paio di volte. Un grande attestato di stima quello manifestato nei confronti di Jannik Sinner da parte del suo coach che Sportface.it ha avuto l’opportunità di incontrare durante lo svolgimento del Challenger di Bergamo. Sono andato da Riccardo Piatti e gli ho detto di essermi accorto di non sapere niente di tenniscosì Andrea descrive l’inizio della sua avventura al Piatti Tennis Center – Riccardo l’ho conosciuto quando è venuto a far degli stage nella struttura dove lavoravo. Adesso sono cinque anni che mi trovo a Bordighera, mi si è aperto un mondo. Ho iniziato a seguire Jannik praticamente quando è arrivato da noi. In questi anni ho lavorato anche con Gian Marco Moroni e ho fatto un paio d’esperienze con Borna Coric. Ad ogni modo lavoro anche con tennisti di livello magari più basso che però ti pongono problematiche tecniche utili per crescere”.

Andrea ci racconta poi la preparazione invernale che si è svolta sotto la costante attenzione di Riccardo PiattiRiccardo è stato quasi sempre presente mentre lavoravamo in campo. Abbiamo svolto un lavoro a 360° anche se ci siamo concentrati molto sul servizio. Con il cambio d’esecuzione Jannik spinge meglio, più avanti saranno importanti anche le percentuali unite alla capacità di variare”. Nella scorsa stagione Sinner e il suo team hanno preso la decisione di abbandonare anzitempo il circuito junior per dedicarsi ai tornei Futures, un difficoltà costruttiva così la definisce Andrea: “L’anno scorso abbiamo scelto di giocare Futures. Jannik ha avuto difficoltà all’inizio poi è cresciuto, appena ha trovato uno stato di Comfort abbiamo creato un’ulteriore difficoltà costruttiva facendogli giocare i primi Challenger. Il nostro obiettivo è farlo crescere, lo abbiamo buttato nel fuoco per vedere la sua reazione

Il percorso di crescita adesso è più importante della classifica, Andrea ci tiene a far passare questo concetto e fortunatamente il suo allievo sembra aver capito: “La forza di Jannik è stata quella di accettare e capire il percorso di crescita sin dall’inizio. Nel tennis è difficile trovare tranquillità per questo bisogna gestire le situazioni di pressione che si presentano dentro e fuori dal campo. Noi maestri abbiamo anche il compito di dare al ragazzo una base importante d’educazione – prosegue il discorso Andrea che poi parla anche delle scelte di programmazione – La nostra idea è di fargli conoscere la professione e fargli capire cosa dovrà fare più avanti. La programmazione la scegliamo noi però diamo delle motivazioni a Jannik ed è importante per noi che lui le capisca”.

Nel corso della settimana di Bergamo la solidità mentale di Sinner ha colpito quanto il suo tennis, questo aspetto potrà essere fondamentale in futuro per il tennista di San Candido: “A Jannik chiedo di fare attenzione sulla sua forza mentale e sulla personalità. Lui è molto forte di testa e adesso che si sente bene a livello di colpi non deve aver paura di nessuno. Abbiamo lavorato molto sull’ordine di gioco e sulla gestione dei momenti della partita perché avere un approccio mentale corretto è fondamentaleafferma Volpini che poi risponde anche a una domanda su Musetti e Zeppieri, altri due giovani che hanno giocato a Bergamo: “Musetti e Zeppieri giocano molto bene a tennis e sono bravi nella gestione della partita. Il loro è stato un percorso diverso dal nostro però non per questo è sbagliato. Credo come Jannik anche loro abbiano buoni margini di crescita, le capacità tecniche ci sono”.

Proveremo a giocare tutti i challenger in Italia alternandoli con tornei ITF da 25k che assegnano punti ATP ai finalisti – afferma Volpini che poi conclude svelando l’obbiettivo che lui e Sinner si sono posti per il 2019 – L’obiettivo di quest’anno è giocare 70-75 partite. Giocando questo numero di match Jannik alza il suo livello e di conseguenza arriva a far bene nei tornei perché la costruzione del livello passa dal giocare molti incontri”.

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