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Sci alpino, slalom gigante femminile Killington 2017: le pagelle

Manuela Moelgg - Foto Alessandro Trovati - Pentaphoto

Le pagelle dello slalom gigante femminile di Killington 2017. Grande prova ancora della tedesca Viktoria Rebensburg che chiude davanti a Shiffrin e Manuela Moelgg.

VIKTORIA REBENSBURG: 10 – Bella la battaglia con la Worley nelle prime fasi, da cui dista centesimi, ma poi scappa via nel terzo settore, mezzo secondo più veloce della francese e in più si prende altri due decimi nel finale. Un dominio nella prima frazione. Nella seconda la battaglia con la Shiffrin è feroce: nel secondo settore, dopo un errore, si ritrova con meno di un decimo di vantaggio, ma poi riguadagna 6 decimi, che mantiene fino al traguardo. Vittoria strameritata, bravissima.

MIKAELA SHIFFRIN: 9 – Prende tre decimi nella prima parte, recupera qualcosina sul muro. Termina a 0.25 dalla Rebensburg. Nonostante non sia la più indicata a lottare per la vittoria, chiude la prima manche al 2° posto. Nella seconda, domina sulla Moelgg con ben 0.82 di vantaggio, è mostruosa nell’ultimo settore, ma non basta per battere la tedesca: 2° posto per la statunitense.

MANUELA MOELGG: 9 – Bravissima nel primo settore, davanti di 7 centesimi nel primo settore. Ne perde 4, scendendo a 3 di distacco nel secondo. Corre con cattiveria nel muro, chiude a mezzo secondo dietro alla Rebensburg e alla Shiffrin, ma davanti alla Worley, addirittura al 3° posto, migliore delle azzurre. Nella seconda manche guadagna sulla Brunner e guadagna così un meritatissimo podio, ma deve attendere le prove della Shiffrin e della Rebensburg per capire su quale gradino: è il 3°.

STEPHANIE BRUNNER: 8,5 – Anche lei perde 4 decimi prima del muro, dove la Rebensburg è stata velocissima. Ad ogni modo, scia molto bene sino ad issarsi al 3° posto parziale alle spalle anche della Shiffrin, podio che poi diventa un mesto 11° posto. Nella seconda manche riesce a restare davanti alla Brignone per 1 decimo tondo. Conclude al 4° posto, buona rimonta per l’austriaca.

FEDERICA BRIGNONE: 8,5 – Parte meglio della connazionale Goggia, prende tre decimi nei primi due settori. Perde parecchio nella prima parte di muro, scendendo a 9 decimi, ma poi nel finale ne recupera uno. Si ritrova al 6° posto al termine della prima manche. Come per le connazionali, il suo riferimento è la Hansdotter: mantiene il vantaggio nel primo settore, ma perde 7 decimi nella parte alta prima del muro. Poi ne riguadagna uno, chiudendo davanti alla svedese e portandosi in quel momento in testa. Peccato per quell’errore: le è costato un potenziale podio: finisce al 5° posto.

TESSA WORLEY: 6 – In pista per seconda, in prima manche massacra la Brem, dandole 1,5 secondi. Poi però la Rebensburg le salta davanti di ben 0.75 secondi e la francese, autrice di una prima prova non molto convincente, scivola inesorabilmente indietro, sino al 5° posto. Nella seconda se la gioca con la Brignone, ma perde moltissimo e le rimane dietro. Male. Conclude solo al 6° posto.

FRIDA HANDSOTTER: 8 – Nella manche di qualificazione è 15esima, nella seconda, invece, si scatena e ottiene il 3° tempo di manche, che la eleva al 7° posto. Non male.

ANA DREV: 7,5 – Ottiene il 10° tempo in prima manche, nella seconda il 7°: viene scavalcata dalla Hansdotter, ma comunque non fa male, tutt’altro: col 9° tempo di gara è all’8° posto nella generale.

MELANIE MEILLARD: 6,5 – Non brilla molto nella prima manche, in cui figura solo al 18° posto, ma è un razzo nella seconda e rimane a lungo in testa. Chiude al 9° posto.

PETRA VLHOVA: 6 – La vincitrice dello slalom speciale di Levi accumula 3 decimi nel primo settore, ma altri 7 subito prima del muro. Rispetto allo slalom speciale è più lenta in questa specialità, tanto da andare oltre al minuto. Nella seconda manche fa peggio, con un 16° tempo di gara che la relega al 10° posto finale.

MARTA BASSINO: 6,5 – Poco prima del muro si prende ben 6 dei 7 decimi di distacco accumulati nei primi due settori. Non riesce, a differenza delle altre due connazionali, a recuperare nella parte finale, dove la Rebensburg non è stata propriamente un missile e chiude al 7° posto. Nella seconda vola all’inizio, mantenendo i 6 decimi sulla Hansdotter, mentre ne perde 7 nella parte centrale, riguadagnandone 2 nell’ultimo. Chiude al 12° posto.

SOFIA GOGGIA: 5,5 – Prende troppo nel primo settore, ben mezzo secondo dalla Worley e dalla Rebensburg. Perde tempo anche nel secondo e nel terzo, migliora invece nell’ultimo. Si mantiene comunque nelle zone alte nella prima manche col suo 8° posto. Nella seconda il suo riferimento è la Hansdotter: fa bene all’inizio, poi accumula tanto ritardo sul muro, perdendo anche il bastone. Chiude al 15° posto.

MINA FUERST HOLTMANN: 7,5 – Nella prima manche è solo 27esima, nella seconda, invece, fa un 59.56 che è e resta il miglior tempo di manche, consentendole una bella rimonta di 10 posizioni che la porta al 17° posto.

IRENE CUTRONI: 6 – Prende 3 decimi nel primo settore, ma a differenza di molte colleghe si difende bene nel secondo, dove ne perde solo altri 2. Però purtroppo accumula 1 secondo all’inizio del muro, finisce per essere la peggiore delle azzurre, col suo 13° posto. Nella seconda perde costantemente un minimo, ma nel muro arriva a un totale di un secondo di distacco. È però una delle peggiori della seconda manche, anche se ha l’attenuante del rientro dall’infortunio alla schiena. Conclude al 18° posto, comunque meglio di tante altre.

ALEX TILLEY: 6,5 – Ottima prima manche per la britannica, che riesce a stare sotto al minuto e si qualifica al 9° posto. Nella seconda perde invece moltissimo, chiudendo al 21° posto.

NINA HAVER-LOESETH: 5 – Anche lei perde tantissimo nella prima parte, ma l’errore grosso lo commette nella parte finale, dove rischia di cadere durante una piega. Termina lontanissima, a 2,5 secondi dalla Rebensburg e solo 22esima. Non fa meglio nella seconda, dove è autrice praticamente di un disastro: penultima di manche e crolla in classifica sino al 26° posto.

SARA HECTOR: 5 – Stava lottando ottimamente per le prime posizioni in prima manche, ma quasi al termine purtroppo cade ed è costretta al ritiro.

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