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Sci alpino, PyeongChang 2018: analisi, favoriti e aspettative dell’Italia

Sofia Goggia e Mikaela Shiffrin
Sofia Goggia e Mikaela Shiffrin - Foto Marco Trovati /Pentaphoto

Ci siamo. Manca pochissimo ormai ai Giochi Olimpici di PyeongChang: da giovedì 8 febbraio a domenica 25 l’attenzione sarà rivolta solamente agli sport invernali che tornano ad essere veri protagonisti dopo le Olimpiadi di Sochi 2014. Una delle discipline più seguite, più affascinanti e con una gloriosa storia alle spalle è senza dubbio lo sci alpino. Questa competizione fa parte del programma olimpico dal 1936 (all’epoca si disputavano solo gare di combinata) e siamo giunti ormai alla ventesima edizione. Nello sci alpino la nazione dominatrice è storicamente sempre stata l’Austria che detiene ben 107 medaglie ed è in testa al medagliere davanti a Svizzera (58), Francia (43), USA (38) e Italia (29). Tra gli atleti plurimedagliati invece è sempre al comando il grande Kjetil André Aamodt con ben quattro ori all’attivo. In questa speciale classifica sono protagonisti anche i colori azzurri grazie a due dei più grandi sciatori italiani di sempre: stiamo parlando ovviamente di Alberto Tomba con cinque medaglie e la leggendaria Deborah Compagnoni con quattro. La storia ora la tracceranno nuovi atleti ma come ci insegnano le precedenti edizioni queste gare secche sono un vero terno al lotto e le sorprese sono davvero dietro l’angolo.

ASPETTATIVE ITALIA – Partiamo dalla truppa maschile, concentrandoci più precisamente sui velocisti. I nomi li conosciamo bene: Peter Fill, Dominik Paris e Christof Innerhofer sono le nostre punte di diamante ma arrivano da una stagione in Coppa del Mondo da alti e bassi. Forse quello più abituato a questi palcoscenici e a questa pressione è proprio Inner che quattro anni fa conquistò uno storico argento nella discesa libera di Sochi. Quello che ha convinto di più invece sembra Paris, soprattutto per le prestazioni a fine 2017 dove vinse nella libera casalinga a Bormio. Fill dal canto suo ha qualche chance in meno nel super-G e nella discesa ma può puntare al podio nella imprevedibile supercombinata. Cosa aspettarsi invece dai due slalom? Qui i discorsi si fanno ben più complicati a causa della spietata concorrenza e sperare in un Razzoli-bis sembra quasi utopia. Stefano Gross e Manfred Moelgg combatteranno per i primi posti ma andare a medaglia sembra davvero complicato. Nel gigante stesso discorso per Luca De Aliprandini, autore di qualche buona fiammata durante questa stagione: l’azzurro ha dato spesso l’impressione di poter dare qualcosa in più e chissà che il ventisettenne di Cles non lo tiri fuori proprio nella competizione più importante. Passiamo invece alla squadra femminile che tanto ci sta facendo gioire in questi mesi. Sofia Goggia arriva a PyeongChang nel miglior momento possibile: a Garmisch la bergamasca ha confermato l’ottimo momento di forma con uno splendido secondo posto e nella discesa libera è temuta da tutte, a partire da Lindsey Vonn. Per Sofia però si tratta della prima Olimpiade (a Sochi era infortunata) e questo può pesare non poco dal punto di vista psicologico, anche per una guerriera come lei. Non si può non citare Federica Brignone che in Coppa del Mondo ha dimostrato di essere competitiva ai massimi livelli sia nello slalom gigante (vittoria a Lienz) che nel super-G (successo a Bad Kleinkirchheim). Anche lei dal punto di vista mentale i Giochi Olimpici li ha sempre sofferti ma la milanese sembra aver trovato la maturità giusta per centrare il colpaccio. Marta Bassino e Nadia Fanchini invece nelle ultime apparizioni hanno mostrato più di qualche segnale di crescita e le prime vere outsider (se così si possono chiamare) sono proprio loro. Per Marta è ovviamente la prima Olimpiade vista la giovanissima età mentre Nadia gareggerà anche per la sorella malata che tutti aspettiamo presto sulle piste da sci.

I FAVORITI E MARCEL HIRSCHER – Marcel, sarà la volta buona? Sembra incredibile come uno degli atleti più vincenti di questo sport non sia ancora riuscito a conquistare una medaglia olimpica. Dominatore in lungo e in largo della stagione, l’austriaco arriva in Corea in forma smagliante ma questo non sembra mai essere stato il vero problema. Difficile spiegare il motivo ma Hirscher in queste gare secche ha sempre subito qualcosa dal punto di vista emotivo ma lui stesso spiega: “Se anche l’oro non dovesse arrivare non credo che nessuno possa comunque dire che la mia carriera è stata un fallimento totale”. Non ha tutti i torti ma bisogna fare attenzione anche gli avversari, o meglio al diretto avversario che si chiama Henrik Kristoffersen. Il giovanissimo norvegese è stato quasi sempre beffato per pochi centesimi dal rivale salisburghese e questa volta potrebbe essere lui a compiere lo scherzetto. Tra le discipline veloci, soprattutto in discesa può essere la volta buona per Beat Feuz, insidiato dai soliti Jansrud, Kilde e ovviamente dai nostri azzurri. Per la supercombinata sembra lotta a due tra Alexis Pinturault e Marcel Hirscher che siglando una prova maestosa in slalom, gli basterebbe limitare i danni nella libera. Nel femminile predominio quasi imbarazzante di Mikaela Shiffrin che nel 2014 diventò la più giovane campionessa olimpica di slalom nella storia dello sci alpino. L’aliena americana è chiaramente favorita per le prove tecniche come confermano anche le quote dei vari bookmakers (per alcune agenzie la sua vittoria nello slalom speciale risulta addirittura a 1.22). Viktoria Rebensburg sembra però essersi ritrovata e potrà sicuramente creare qualche grattacapo alla statunitense. Ritorna invece otto anni dopo l’ultima Olimpiade Lindsey Vonn dove proprio a Vancouver vinse un oro e un bronzo. La discesa libera e il super-G sono ampiamente alla sua portata ma anche qui le concorrenti non mancano, a partire dalle nostre migliori azzurre.

POSSIBILI SORPRESE – Come ci insegna la storia dei Giochi Olimpici le sorprese in competizioni così importanti sono assolutamente plausibili. Ce lo ha insegnato bene Giuliano Razzoli nel 2010 in un’immagine che resterà per sempre nella storia dello sci italiano con Alberto Tomba commosso al traguardo. Un parallelo simile a quello di Giuliano lo si potrebbe congiungere all’attuale Manuel Feller: l’austriaco (secondo nell’ultimo gigante a Garmisch) dalla sciata pazza e imprevedibile è uno dei tanti motivi per seguire questa Olimpiade. Per quanto concerne il gigante femminile dove le sorti della gara sono tutt’altro che scritte, può arrivare la zampata di Ragnhild Mowinckel, vera e propria rivelazione della stagione di Coppa del Mondo. Proseguendo tra le discipline più aperte può dire la sua anche Thomas Dressen (vincitore a Kitzbuehel) nella libera maschile, velocista tedesco che pian piano sta trovando la sua dimensione.

GLI ASSENTI – Concludiamo con il capitolo più triste, quello riguardanti gli assenti speciali per questa Olimpiade coreana. Non sarà ai nastri di partenza ovviamente Felix Neureuther che a novembre ha riportato la rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro. Stessa sorte per Ilka Stuhec, campionessa del mondo nella discesa libera a St. Moritz nel 2017. Per motivi diversi non saranno a PyeongChang Elena Curtoni ed Elena Fanchini che però aspettiamo al più presto competitive. Il forfait più recente invece riguarda Jacqueline Wiles che si è rotta il crociato nell’ultima tappa a Garmisch. Infine siamo felici di annunciare il recupero record di Veronika Zuzulova che è rientrata a Lenzerheide ma difficilmente potrà tenere testa alle prime della classe vista la condizione fisica ancora non ottimale.

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