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Sci alpino, Federica Brignone: “Emozione incredibile vincere la sfera di cristallo”

Federica Brignone - Foto Gio Auletta/Pentaphoto
Federica Brignone - Foto Gio Auletta/Pentaphoto

E’ stata una stagione semplicemente incredibile quella vissuta da Federica Brignone, capace di vincere la Coppa del mondo di sci alpino femminile per la prima volta in carriera (prima azzurra a riuscirci) anche se con l’amaro in bocca per le diverse gare cancellate nel finale per via dell’emergenza coronavirus che di fatto l’ha costretta a vincere la sfera di cristallo senza però poter ancora riceverla nelle proprie mani: “Quando ho creduto di poter vincere la Coppa del Mondo generale? Quando mi è arrivato il messaggio che era tutto finito, anche se ancora nemmeno l’ho vista. E’ difficile rendere in parole un’emozione così grande, mi sono commossa. All’inizio, quando ho letto quel messaggio, pensavo a uno scherzo e sarebbe stato il più brutto della mia vita. Il rammarico di non essermela giocata in pista c’è e ancora adesso faccio fatica a crederci, a realizzare questa vittoria”.

A supportare Federica per tutto il corso della stagione un altro campione come Alberto Tomba, che l’ha tirata su anche nei momenti più complicati: “Mi ha sempre dato ottimi consigli e ha cercato di aiutarmi in una stagione piena di stress e aspettative, di pressioni mediatiche. Non è stata una stagione facile, non avevo mai vinto nemmeno una coppa di specialità. E’ stato un anno tosto ma anche soddisfacente e incredibile, sono riuscita a fare gara per gara e Tomba ha cercato di tenermi su quando alcune gare non sono andate benissimo”. 

Infine l’azzurra confessa di poter migliorare ancora nello slalom, anche se l’obiettivo primario resta quello di partecipare a gare in cui può lottare per vincere: “Penso di essere stata abbastanza completa anche se speravo di fare meglio in slalom. E’ complicato però fare tutti gli eventi, lo slalom ha bisogno di tanto allenamento specifico ma mi piacerebbe farne qualcuno, io mi diverto sempre anche se resta importante partecipare a quelle gare dove posso giocarmi davvero qualcosa”.

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