Sci Alpino

Infortunio Goggia, Panzeri: “Speranza olimpica aperta, serve un suo miracolo”

Sofia Goggia - Foto Marco Trovati/ Pentaphoto

“La speranza olimpica va tenuta aperta. I giorni sono pochissimi, il trauma è stato importante. Dobbiamo attaccarci alla forza di Sofia e ai recuperi che è abituata a fare”. Andrea Panzeri, responsabile della commissione medica della Fisi, fa il punto dopo la visita e gli esami strumentali ai quali è stata sottoposta Sofia Goggia dopo il brutto infortunio di ieri. “Domani (oggi, ndr) inizierà la riabilitazione e poi giorno per giorno vedremo. Niente è precluso al cento per cento e niente può essere dato per certo al cento per cento. Lei per prima se la deve sentire, noi possiamo dare l’ok, ma la decisione sarà sua, dovrà sentirsela, averlo nelle gambe e provarci. Stiamo parlando dell’Olimpiade, ne vale la pena ma il trauma è stato sicuramente importante”

“Né io né il dottor Schoenhuber avremmo voluto rivivere per l’ennesima volta questa situazione. Proprio un anno fa eravamo qui prima dei Mondiali di Cortina – ha aggiunto a ‘La Gazzetta dello Sport’ – . Nel momento della massima forma, a poca distanza da un grande evento, questa sfortuna non ci voleva. Lei è forte, in questi anni ha sempre dimostrato di saper recuperare, sia fisicamente sia di testa. Vediamo se anche questa volta farà un miracolo. Ci vuole tanta energia e tanto lavoro”.

“Domani (oggi, ndr) inizierà in piscina, poi forzerà sempre un po’ di più per trovare il feeling – spiega Panzieri – . Non andrà ai Giochi alla sprovvista, prima dovrà sciare in campo libero. Andare all’Olimpiade senza sentirsi competitiva per lei non ha senso, lei non va per partecipare. Ci devono essere tutti i presupposti per poter fare la sua gara al suo livello, ma è lei che se la deve sentire. Sofia conosce bene il suo ginocchio, ci ha già lavorato. Essendo ricostruito, questa lesione parziale del crociato in qualche modo può darle meno fastidio. In questo momento il vero ago della bilancia è lei, la sua testa, la sua forza. Nell’insieme possiamo ancora dire “può farcela” e questo è positivo. Una chance c’è, bisogna giocarsela. Ma la differenza la farà lei”.

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