Amarcord

L’angolo del ricordo: l’oro di Sofia Goggia alle Olimpiadi di Pyeongchang

Sofia Goggia - Photo: Pentaphoto/Marco Trovati.
Sofia Goggia - Photo: Pentaphoto/Marco Trovati.

In tanti, quella notte, hanno puntato la sveglia per le ore 3 in punto, solamente per veder scendere una delle atlete simbolo della spedizione azzurra alle Olimpiadi Invernali del 2018. Il fuso orario di PyeongChang, proibitivo per noi italiani, è passato in secondo piano davanti alla voglia di vedere quei due minuti di discesa di Sofia Goggia nel cuore della notte del 21 febbraio.

Per la bergamasca, i Giochi in Corea arrivano nel momento giusto. Le ambizioni sono tantissime, ma la prima gara a cui punta non va come vorrebbe. Nel super-G Sofia è undicesima, ed è solo la terza italiana dopo Johanna Schnarf (quinta) e Federica Brignone (sesta), nella gara vinta a sorpresa da Ester Ledecka. Il supergigante va quindi in archivio senza grosse soddisfazioni. Si punta alla discesa.

Nonostante il fastidiosissimo vento che si abbatte sulle piste dello sci alpino di Pyeongchang, la gara comincia all’orario prestabilito. Goggia ha il pettorale numero 5, prima di lei scendono due avversarie pericolose come Tina Weirather e Corinne Suter, che stampano un tempo buono ma migliorabile. Al momento giusto Sofia non sbaglia, compiendo una discesa quasi perfetta, e trovando un tempo a cui si avvicineranno solo Lindsey Vonn (terza alla sua ultima Olimpiade) e Ragnhild Mowinckel, che con il pettorale numero 19 mette paura alla nostra atleta, tagliando il traguardo con soli 9 centesimi di ritardo.

L’oro però va a Sofia Goggia, che si commuove abbracciando la bandiera tricolore, portata in alto da lei in quella mattinata coreana, mentre in Italia a notte fonda migliaia di schermi erano accesi solo per lei.

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