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“Un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso”. Con questa frase che ama tanto ci aveva salutati, in un’intervista rilasciata nell’aprile 2017, Carolina Portesi Peroni. “E’ la frase che leggo tutte le mattine non appena apro gli occhi – aveva spiegato l’atleta nativa di Brescia, classe 2001 – perché ce l’ho dipinta nella mia cameretta e mi ricorda che inseguire un sogno non è facile, ma non farlo è una vera follia”.
Mai frase fu più azzeccata, visto quello che è successo 8 mesi fa alla danzatrice sul ghiaccio di casa Icelab, che dal 2016 fa coppia con lo sloveno Michael Chrastecky. Nella loro prima stagione insieme, nonostante i problemi di una coppia in fase di formazione, si erano subito affermati come vicecampioni nazionali, dimostrando di avere talento da vendere. L’ultima competizione internazionale in cui li abbiamo visti sul ghiaccio risale all’ottobre 2017: era l’ISU JGP di Egna e con il loro 107.07 Carolina e Michael chiudevano in decima posizione. Tanta la voglia di far bene e crescere, poi, neanche due settimane dopo, l’irreparabile. “Era il 26 ottobre 2017 – racconta Carolina – un giovedì intorno a mezzogiorno. Durante un normalissimo allenamento con il nostro coreografo Corrado Giordani, stavamo eseguendo il primo pezzo della short dance che comprendeva anche i twizzles. Sfortunatamente sul ghiaccio erano presenti dei coni ( quelli che si usano per strada) che erano stati utilizzati precedentemente, e d’istinto ho frenato di colpo. Abbiamo perso la sincronia e Michael, il mio partner, con un taglio netto mi ha colpito la caviglia e mi ha reciso completamente il tendine”.
Un trauma, tanto che Carolina ammette che, a distanza di tempo, non ha ancora ben compreso la dinamica dell’accaduto, come se avesse avuto un vuoto di memoria in quell’istante. Sono stati mesi molto difficili, con una stagione, ovviamente, saltata a piè pari, due interventi e tanta riabilitazione. Ma qualche giorno fa l’incubo è finito, ha indossato di nuovo i suoi pattini ed è tornata in pista, con gli stessi occhi di una bambina estasiata la mattina di natale. Eccola, la sognatrice che non si è mai arresa.
“Inizialmente ero col morale a terra – ricorda – ho visto il mondo crollarmi addosso e piangevo tutti i giorni. Era una stagione abbastanza importante, la nostra prima stagione ufficiale insieme, volevamo farci conoscere, dimostrare che siamo una coppia con delle grandi potenzialità, ma purtroppo abbiamo avuto davvero poco tempo. Come se non bastasse, il 29 dicembre, per errore e per sfortuna, sono scivolata a causa delle stampelle e ho rotto nuovamente il tendine. A quel punto – prosegue – il mio atteggiamento è cambiato radicalmente, mi sono rassegnata completamente al fatto che per tanti mesi non avrei potuto fare la cosa che amo di più: pattinare. Ho iniziato a prendere del tempo per me stessa, per conoscere Carolina come persona e non solo come pattinatrice ( cosa che avevo un po’ perso di vista ), sono maturata caratterialmente e ho capito che la pazienza è fondamentale sia nello sport che nella vita in generale. Questo mi ha fatto aumentare ancora di più la voglia di migliorare e ora voglio solo puntare in alto, ai miei obiettivi”.
Chi ti è stato vicino? C’è qualcuno a cui senti di dover dire grazie?
Sicuramente devo ringraziare tanto la mia famiglia, che mi è stata davvero di supporto. Lo ammetto, in alcuni momenti sono stata abbastanza ingestibile, stavo antipatica persino a me stessa! Loro, però, hanno avuto davvero tanta pazienza e comprensione nei miei confronti e non posso non amarli per questo; inoltre, hanno sempre cercato il meglio per me, affidandomi a persone molto qualificate e preparate per poter recuperare al meglio. Anche il mio partner mi è stato molto vicino, abbiamo instaurato un bellissimo rapporto di amicizia, quasi fraterno, che ci aiuterà ad avere più sintonia sul ghiaccio. I miei allenatori Barbara Fusar Poli, Stefano Caruso e Roberto Pellizzola insieme al coreografo Corrado Giordani e al preparatore atletico Mirko Botta sono stati molto presenti, non mi hanno mai fatto sentire abbandonata, si sono sempre interessati a tutto il mio percorso di guarigione; infine, tutto lo staff del Campus Aquae, luogo in cui si è svolta la riabilitazione, che mi ha seguita durante il recupero creando un ambiente sereno e tranquillo che mi spronasse a non mollare mai, e che mi ha riportata in piena forma sul ghiaccio.
E adesso, per fortuna, è tutto alle spalle…
La fase di riabilitazione è conclusa, il mio tendine è in piena forma; è iniziato il percorso di riatletizzazione per iniziare ad educare il mio nuovo tendine allo sport specifico, che in questo caso è ovviamente il pattinaggio. Questo processo sarà concluso verso la metà di luglio, poi sarò completamente libera di praticare il mio sport in tutte le sue sfumature.
Cosa hai provato quando, qualche giorno fa, hai rimesso piede sul ghiaccio?
Un’emozione immensa, indescrivibile, uno dei giorni più belli della mia vita! Mi sono sentita finalmente a casa. Aspettavo quel momento dal giorno stesso in cui è arrivata la notizia che il mio tendine era rotto; me lo sono immaginato più volte, l’ho sognato, e non ha deluso le aspettative. Inoltre, mi hanno dato il bentornato in pista in un modo molto carino: hanno appeso i palloncini e un cartellone con la scritta “bentornata Kerol” e mi sono commossa, ho sentito un grande affetto da parte di tutti. Una delle cose che mi ha lasciato piacevolmente stupita è che mi è bastata mezz’ora sui pattini per riacquisire il feeling che avevo prima, pensavo di dover ricominciare tutto da zero, di dover fare un lavoro interminabile, invece ho già una buona base da cui partire.
I nuovi programmi. A che punto sono? Cosa vedremo l’anno prossimo?
Sono in fase di costruzione. Per la short dance abbiamo scelto l’abbinamento tango -flamenco; danzeremo il tango su una musica molto romantica e coinvolgente e siamo consapevoli, io e Michael, di dover creare un buon feeling tra di noi per poterla interpretare al meglio; per quanto riguarda il flamenco è una musica più di carattere, che mostra il lato più energetico e “aggressivo” della nostra coppia. Parlando della free dance, in accordo con i nostri allenatori abbiamo scelto di riproporre “Il fantasma dell’opera”, ossia il libero della stagione 2016/17, poiché possiamo sfruttare il vantaggio di averlo già acquisito come stile in modo da concentrarci maggiormente sugli elementi tecnici, per essere competitivi al massimo. Sarò sincera, non ero molto convinta di questa scelta, ma mi sono fidata dei miei allenatori e ora sono molto soddisfatta; appena abbiamo risentito la musica ci siamo calati subito nei personaggi, e ne stanno venendo fuori coreografie davvero interessanti.
Gli obiettivi della prossima stagione?
Purtroppo la prima parte della stagione, quindi i Grand Prix, non fanno parte dei nostri obiettivi. Vogliamo, in primis, arrivare al top della forma ai campionati italiani per poterci giocare un posto per i mondiali juniores e, se possibile, riuscire a disputare qualche gara nazionale e internazionale tra ottobre e novembre. Per quanto riguarda gli obiettivi personali, sicuramente uno dei principali è riuscire a disputare una stagione dall’inizio alla fine, senza rimpianti e con la consapevolezza di aver dato sempre il meglio. Vogliamo vivere al meglio i nostri ultimi due anni in categoria junior per poter arrivare in senior con una buona base.
In effetti, sta per iniziare un nuovo quadriennio e voi lo vivrete da juniores solo a metà…
Esatto, saranno due stagioni junior e due senior. Da juniores vogliamo sicuramente dimostrare che siamo una coppia competitiva anche a livello internazionale, che può intraprendere un buon percorso in senior. In poche parole, vogliamo farci conoscere al meglio mettendo sul piatto le nostre qualità. Le due da senior sono un grande punto interrogativo, non so proprio cosa aspettarmi. Uno dei miei più grandi sogni ovviamente è andare alle Olimpiadi del 2022, ma sono consapevole del fatto che davanti a noi ci sono tante coppie momentaneamente più forti. Comunque, mai dire mai! Noi continuiamo a lottare e se non saranno nel 2022 saranno nel 2026, dove probabilmente saremo già più maturi e con più esperienza.
Che estate sarà? Stage in vista? Vacanze?
Sarà un’estate molto impegnativa! Per scelta personale, il mare lo guarderò solo dalle riviste, le miei Maldive saranno la mia pista di ghiaccio, il che non mi dispiace affatto. Considerato quello che ho passato, non potrei sopportare l’idea di stare lontano dai miei pattini neanche solo per una settimana. L’8 luglio partiremo per uno stage in Piemonte, per quattro settimane, e siamo molto entusiasti della scelta. Le ultime settimane di agosto le passeremo a Mosca, e siamo molto eccitati all’idea di andare a vedere metodi di allenamento alternativi al nostro e di poterci confrontare con altre coppie A settembre il Forum riaprirà, e inizierà nuovamente la nostra routine quotidiana.