Rigore decisivo nella sfida di andata, oggi la firma al 90’, ma è ancora troppo poco. L’amore tra Mario Balotelli e Milan sembra proprio non voler sbocciare definitivamente, in un momento in cui però il club di via Aldo Rossi ha un disperato bisogno di conferme soprattutto dal centravanti azzurro. Mihajlovic gli concede tutti i 90 minuti, una vetrina importante per testare l’attitudine di Super Mario troppo spesso indolente e che per poco non aveva scatenato tutta la furia del tecnico serbo al termine di Milan-Genoa. È un’occasione importantissima per la carriera di Balotelli, l’ennesima verrebbe da dire. Ma questa volta è davvero vietato sbagliare. Dopo l’incidente stradale che terrà a lungo ai box Niang, la maglia da vice-Bacca è aperta a diverse soluzioni ma Mario sembra esser il maggior indiziato. Boateng come seconda punta non convince e Luiz Adriano tornerà solamente domani ad allenarsi in gruppo. Ad insidiarlo resta l’incognita Menez, oggi tornato al gol (addirittura una doppietta per lui) ma oggettivamente lontano da un condizione fisica per adempiere sia alla fase offensiva che difensiva (in cui Niang forniva un eccellente supporto). Insomma, per Balotelli si spalancano scenari inaspettati considerando le briciole di partita concesse da Sinisa nelle ultime giornate di campionato, quasi a voler a punire un rendimento non all’altezza delle sue innegabili qualità: dalla maglia da titolare ad una possibile convocazione all’Europeo da ritagliarsi con buone prestazioni, sino alla riconferma paventata da Galliani qualche giorno fa. Il destino sembra essere nelle sue mani, ma guai a scherzare con Mihajlovic. La prova di oggi potrebbe non aver fornito all’allenatore del Milan le giuste risposte: tanti appoggi sbagliati, pochi spunti degni di nota nel primo tempo. Una punizione (lasciata da Honda) calciata male e il gol che avrebbe “salvato” in parte la serata sulla sirena, se non fosse per il suo solito atteggiamento freddo e distaccato nel (non) esultare. Un atteggiamento che evidentemente i supporter rossoneri non hanno gradito, bersagliando il 45 – tutt’altro che raggiante e a capo chino sulla via degli spogliatoi – con qualche fischio. Occorrerà dunque subito voltare pagina e cambiare registro, mettersi duramente al lavoro e conquistare la fiducia del mister per tornare subito in campo con il Sassuolo e magari tornare a rivestire quei panni di trascinatore indossati nel 2013, rivelandosi l’arma in più per il suo Milan verso la rincorsa al terzo posto. Perché a soli 25 anni rischia di essere l’ultima ed ennesima chance della carriera del Godot italiano.