Scherma

Scherma Mondiali Roma 2017, Bebe Vio: “Vincere in casa è bello, ora la gara a squadre” (VIDEO)

Bebe Vio e Alessio Sarri - Foto Sportface

Sono grandissime emozioni che ti regala solo lo sport: vincere in casa è ancora più bello perché sai che ci sono tutte le persone care a guardarti. Sono felice soprattutto per questo: confermarsi ha un sapore diverso perché questo trionfo mondiale arriva dopo Rio e io mi sono preparata ancor meglio rispetto all’Olimpiade, perché ci tengo tanto”. Queste le parole di Bebe Vio dopo il trionfo nel fioretto individuale ai Mondiali paralimpici di scherma in corso all’Hilton Rome Airport di Fiumicino. “Futuro? Ora penso soltanto alla gara a squadre, alla quale tengo ancora di più anche se vincere a livello individuale è bello: sabato ci sarà da divertirsi, ci siamo allenate tanto per fare bene. Motivazioni per Tokyo? L’Olimpiade è la cosa più bella. In questi anni voglio fare tante cose: cominciare l’università, andare a vivere da sola a Roma…ci saranno tante distrazioni, ma devo arrivare al meglio in Giappone, restare sempre concentrata e studiare le mie avversarie, che lavoreranno per migliorare”

È stato un lavoro di squadre, dal primo settembre stiamo fissi in palestra, devo ringraziare tutti, chi mi supporta, perché sono una rompiballe – prosegue l’azzurra – Tutte le cose extra-sportive, programmi televisivi libri, sono state fatte prima dell’estate. Pressione? La sento, durante l’intervista post gara stavo per morire. Non gestisco benissimo l’emozione, si può capire perché urlo tanto. Per fortuna prima di ogni finale c’è sempre qualcuno della squadra che viene lì e ti carica. Ieri non ho vissuto benissimo, ho passato tutta la giornata a letto, ero abbastanza cadaverica. Ieri sera sono andata al bagno e sono anche cascata dal letto, mi sono fatta male. Poi mi sono svegliata stamattina e non vedevo l’ora di tirare”

Complimenti anche per Sarri, medaglia d’argento nella spada categoria B: “Tanta roba che Alessio abbia fatto argento a spada, mentalmente è il più forte di tutti, da lui devo imparare. Davvero tanta roba, non è giovanissimo eh…”. 

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