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Il nuovo commissario tecnico della Nazionale italiana di scherma, Stefano Cerioni, nel corso di un’intervista rilasciata al Giorno, Resto del Carlino e La Nazione, ha parlato del suo ritorno alla guida del fioretto azzurro nove anni dopo: ”Non siamo più il Dream Team, dobbiamo capirlo e affrontare gli avversari. Senza timore, ma con rispetto: loro non hanno più paura di noi, ci affrontano in modo diverso, prima avevamo un vantaggio mentale. Ma le nuove generazioni non devono essere paragonate al Dream Team, solo dare tutto quello che hanno. La possibilità di trovare campioni c’è ancora. Riprendiamo da dove avevamo lasciato, anche se sono passati parecchi anni e le cose sono molto cambiate. Non sarà un lavoro semplice ritrovare i ritmi e le vittorie che avevamo in passato, ma il lavoro è bello e il progetto stimolante. Ho accettato l’idea di tornare in Italia per che mi hanno fatto sentire indispensabile e questo mi ha convinto. Con i francesi eravamo molto avanti, ma l’Italia è riuscita a infilarsi nell’ultimo spiraglio disponibile. Ma non si tratta di soldi”.
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”All’estero ci sono i centri federali dove un tecnico sceglie 10-15 atleti e lavora con quelli quotidianamente. Visti i risultati, mi sono rafforzato nella convinzione che il modo giusto sia quello, quindi nei limiti del budget vorrei fare più allenamenti e non solo una settimana al mese. Probabilmente ci riusciremo, dobbiamo creare un gruppo affiliato di maestri. Il fatto che arrivassero i risultati ci faceva pensare che gli altri dovevano imparare da noi, oggi dobbiamo cercare di essere sempre un po’ avanti, cercare tattiche nuove”, ha concluso Cerioni.
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