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Running – I CONSIGLI DEL PROF: L’allenamento mentale per preparare la gara

Maurizio Di Pietro Running "I Consigli del Prof"
Maurizio Di Pietro Running "I Consigli del Prof"

Nel libro “Raggiungi la tua miglior performance nella corsa”, edito da Susil Edizioni, il Prof. Maurizio Di Pietro, tecnico federale e preparatore fisico (www.profmauriziodipietro.com) , ha trattato con dovizia di particolari gli aspetti della psicologia dello sport. L’allenamento mentale è infatti un parametro fondamentale per completare la performance sportiva. In questo ultimo appuntamento con la rubrica di approfondimento, “I CONSIGLI DEL PROF,” ci soffermeremo ancora su questi aspetti.

Prof. Di Pietro, è vero che la preparazione mentale è un parametro fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo sportivo?
“Certamente si. Ogni atleta che sia abituato a competere, a qualsiasi livello, è alla costante ricerca del miglioramento della propria prestazione. Intensificare gli allenamenti però, spesso, non basta. Per centrare un obiettivo, occorre infatti tener conto non solo dei fattori fisico-atletici, m anche di caratteristiche psicologiche quali temperamento, emotività, paure, capacità mentale di controllo e gestione delle energie. Tutte queste componenti possono fare la differenza in senso positivo o negativo, segnare il successo o la delusione”.

Ne ha avuto esperienza diretta?
“Mi è capitato a volte di vedere atleti che svolgevano allenamenti di grande qualità, senza però essere in grado di riprodurli nella gara ufficiale, dove andavano non di rado andavano  anche più lentamente. In altri casi, ho visto atleti schiacciati dalla tensione prima della partenza. Talvolta si cerca di rimediare semplicemente intensificando gli allenamenti, ma il problema si ripresenta identico e puntuale prima di ogni competizione”.

E allora che cosa bisogna fare?
“Il segreto è allenare non solo il fisico, ma anche la mente. Nel corso degli anni ho curato sempre di più l’aspetto di strategia psicologica, arrivando a portare i miei atleti sulla linea di partenza pronti fisicamente ma anche mentalmente”.

Ci spieghi meglio questo metodo.
“Più che un metodo direi che si tratta di un vero e proprio stile di preparazione atletica articolata in fasi. Ciascuna fase, una volta analizzata, propone degli spunti di riflessione, offrendo aree di miglioramento ed ottimizzazione della preparazione stessa. Per gestire questa preparazione, mi avvalgo di schede di analisi”.

Come si usano queste schede?
“Ogni allenamento, o ciclo di allenamenti, deve essere programmato nel modo corretto, in funzione dell’obiettivo che si vuole ottenere. E’ bene pertanto impostare una scheda all’inizio della stagione agonistica oppure nel momento in cui si decide di preparare una gara particolarmente impegnativa come una maratona oppure un trail di lunga distanza. E’ importante che la scheda sia accompagnata una profonda riflessione sulle precedenti delusioni sportive ed allo stesso modo sui successi. Deve consentire di focalizzare con linearità ciò che in passato è andato bene ed allo stesso modo i problemi che si sono evidenziati. Solo attraverso questo lavoro di riflessione e di autoconsapevolezza, si potrà delineare con chiarezza l’obiettivo che si vuole raggiungere ed i sacrifici che si è disposti a fare per ottenerlo. Questa scheda valutativa è uno strumento fondamentale, che ha consentito l’ottenimento di risultati di grandissimo valore”.

Ci faccia un esempio.
“Abbiamo cominciato questo nostro ciclo di discussioni citando Alberto Cova. Voglio farlo anche in questo caso. Siamo alla fine degli anni ’80 al Parco di Monza: io ero allora un giovane atleta della Pro Patria e ascoltavo Cova, campione olimpico, raccontare come un anno prima della finale avesse già in mente la data e l’ora della finale dei 10.000 metri. L’aveva visualizzata nella sua mente, era il suo obiettivo. Voi capite che, con un approccio del genere, anche la motivazione e la voglia di sacrificarsi si moltiplicano all’ennesima potenza. Un buon preparatore atletico può dare gli strumenti più idonei, ma gli attori protagonisti sono sempre gli atleti, con le loro doti fisiche ma anche mentali. Non bisogna mai appellarsi alla sfortuna, cercare scuse o recriminare. Bisogna capire insieme al proprio allenatore che cosa non è andato bene in passato ed assumere un atteggiamento positivo e propositivo di fronte agli ostacoli. La voglia e il desiderio di superare questi ostacoli gioca un ruolo fondamentale per creare un forte e positivo coinvolgimento emotivo”.

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