Rio 2016

Rio 2016, scherma: l’Italia è d’argento nella spada maschile a squadre

Enrico Garozzo, Paolo Pizzo, Marco Fichera ed Andrea Santarelli - Rio 2016 - Foto Ferraro/Gmt

L’Italia conclude la sua Olimpiade di Rio 2016 nella scherma con la medaglia d’argento nella prova a squadre di spada maschile. Il quartetto azzurro, formato da Enrico Garozzo, Paolo Pizzo, Marco Fichera e Andrea Santarelli, riporta un alloro olimpico che mancava da ben 16 anni, quando a Sydney 2000 l’Italia fu addirittura medaglia d’oro. La gara di oggi, che ha visto gli azzurri nella loro versione migliore negli assalti contro Svizzera e Ucraina prima di arrendersi solo alla Francia (Gauthier Grumier, Yannick Borel, Daniel Jerent, Jean-Michel Lucenay) medaglia d’oro, è il meritato punto di arrivo di un gruppo che nell’ultimo anno ha saputo affrontare, superandole, numerose prove dentro e fuori dalle pedane, e che proprio per questo motivo merita oggi un sincero applauso. La medaglia di bronzo è infine dell’Ungheria di Geza Imre, Gabor Boczko, Andras Redli e Peter Somfai.

Fin dal primo assalto di giornata, i quarti di finale contro la Svizzera, è chiaro che l’Italia è in condizione di puntare dritta alla finale: solidità, concentrazione e il miglior rendimento possibile per ognuno dei tre azzurri chiamati in causa: Pizzo, a tratti feroce per concretezza, stacca Heinzer in avvio (5-2), Garozzo completa il break su Steffen (per l’11-4 Italia) e da lì in poi è prima un +7 nei successivi tre parziali fino al 23-9 che mette in ghiaccio l’assalto, dopodiché si tratta soltanto di procedere fino alla conclusione, che arriva al termine di un parziale spettacolare tra Fichera e Heinzer, che chiude il match sul 45-32 per l’Italia. Semifinale contro l’Ucraina, che da pronostico supera la Russia (45-32), dall’altro lato del tabellone è Francia (45-29 al Venezuela) contro Ungheria (a sorpresa, 45-42 sulla Corea).

La semifinale presenta agli azzurri un’avversaria, l’Ucraina, che potrebbe rivelarsi ostica per la scelta del ricorso sistematico alla non combattività, che riduce i tempi del match e le possibilità di colpi disponibili, “annullando” un parziale dopo l’altro. E invece nulla di tutto ciò accade, forse anche per la bravura degli azzurri a impostare subito una tattica offensiva, un altro segnale di grande fiducia nei propri mezzi: Pizzo (+6 nei tre parziali) e Fichera (+4) scavano il solco decisivo, con Garozzo comunque attento a gestire e rafforzare un vantaggio che alla fine sarà di ben 12 stoccate, con un rotondo 45-33. Nell’altra semifinale la Francia supera, non senza qualche difficoltà, la sorprendente Ungheria per 45-40.

La finale per il bronzo è vinta dall’Ungheria, che con una formazione di fatto over 35 riesce ad avere la meglio sull’Ucraina, che rimane così a bocca asciutta nella prova in cui si presentava da campione del mondo in carica: il finale è di 39-36 per gli ungheresi. La finalissima per l’oro vede l’Italia rimanere in scia ai francesi, che pure rinunciano a Grumier sostituito in semifinale e dunque non più richiamabile, solo fino al secondo parziale chiuso in parità (5-5) da Pizzo e Borel. Da lì in avanti la Francia alza via via il ritmo e non lascia mai tempo né spazio alla tattica italiana, anche grazie a un utilizzo sapiente delle stoccate doppie per mantenere il distacco e allo stesso tempo accelerare i tempi dei parziali: lo strappo che indirizza definitivamente il match in favore della Francia è il sesto, dove Borel doppia il punteggio di Garozzo (10-5) e porta a +11 i transalpini (30-19), a quel punto lanciati verso l’oro che arriva con la stoccata doppia del solito Borel e di Fichera per il 45-31 finale.

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