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La Russia senza Giochi Olimpici. La clamorosa notizia trapela da Travis Tygart, responsabile dell’Agenzia antidoping statunitense Usada. Quest’ultimo ha anticipato all’Associated Press il contenuto del rapporto che l’Agenzia mondiale antidoping (WADA) ha promosso e che verrà presentato lunedì prossimo a Toronto.
Non solo l’atletica, dunque, ma l’intero movimento sportivo russo rischia l’esclusione da Rio 2016. La IAAF, infatti, aveva già preso la decisione di escludere dalle competizione gli atleti di Mosca, ad eccezione di un gruppo ristretto di atleti che potranno dimostrare la loro estraneità ai fatti e che gareggeranno sotto una bandiera neutrale. Le cause di questa decisione sono rintracciabili nel presunto “doping di Stato” messo in pratica dalla Federazione russa durante le Olimpiadi invernali di Sochi 2014.
Che il contenuto del rapporto sia scottante, è confermato anche dalle parole del ministro dell’Interno tedesco Thomas de Maiziére, che ha esortato il Comitato Olimpico Internazionale a non temere l’eventualità dell’esclusione della Russia dai Giochi, pur trattandosi di una nazione molto influente.
Il rapporto sul “doping di Stato” russo farebbe luce sulle indicazioni del Ministro dello Sport di Mosca ai funzionari addetti ai test antidoping, per stabilire quali positività segnalare e quali occultare.
“Se le voci sulle Olimpiadi invernali del 2014 risulteranno vere, sono pienamente d’accordo con il Presidente del Cio Thomas Bach che si tratta di un livello di criminalità senza precedenti e penso che chi sta dietro questa impresa criminale non dovrebbe in alcun modo avere a che fare con le Olimpiadi – sostiene il numero uno dell’USADA Tygart -. Se fosse provato che c’e’ stata un’intenzionale sovversione del sistema da parte del governo russo, l’unico risultato potrebbe essere che non possano partecipare a questi Giochi sotto la bandiera della loro nazione”.
La storia del doping russo, lo ricordiamo, è emersa in seguito alle dichiarazioni di Grigory Rodchenkov, ex direttore della WADA che aveva la sua sede operativa a Mosca. Questi affermò di aver aiutato a doparsi decine di atleti – almeno 15 dei quali risultati vincitori di medaglie in occasione di Sochi – di concerto con il Ministero dello Sport. Episodi analoghi nella squadra russa, secondo Rodchenkov, si sono verificati anche in occasione delle Olimpiadi di Londra 2012, del Mondiale di atletica a Mosca nel 2013 e del Mondiale di nuoto a Kazan, nel 2015.