Pugilato

Pugilato, Clemente Russo: “Doping? Ho avuto il sospetto di affrontare atleti poco puliti”

Clemente Russo - Foto Luca Nava

L’Olimpiade di Rio de Janeiro deve essere la sua occasione, Clemente Russo non ha dubbi. Vuole vincere, vuole il massimo il pugile italiano per dimostrare che sul ring non ce n’è per nessuno: “Ho voglia di vincere, perché mi manca ancora l’oro olimpico. Non mi interessa mostrare la medaglia la mondo, ma portarla a casa e condividerla con la mia famiglia”, si racconta così il due volte campione del mondo dei pesi massimi con due argenti ai Giochi Olimpici nel palmares nel corso di un’intervista rilasciata al programma televisivo “Dribbling”, in onda domani dalle 13.30 su Rai 2. L’azzurro ha parlato anche dei sospetti di doping nel pugilato: “Sì, a volte ho avuto il sospetto di aver perso con un atleta troppo carico, ed è successo recentemente”.

Russo si confessa a tutto tondo, racconta i suoi obiettivi sportivi per Rio 2016 ma anche la sua vita privata tra famiglia e lavoro. La priorità però, al momento, è soltanto il pugilato e l’appuntamento di agosto in Brasile: “Sono un poliziotto, un padre di famiglia, un personaggio pubblico, ma in questi sei mesi la mia priorità è il pugilato”, ha assicurato il 33enne casertano, campione del mondo dei dilettanti a Chicago 2007 e Almaty 2013 e vice-campione olimpico a Pechino 2008 e a Londra 2012. Dallo sport al lavoro, dalla famiglia ai problemi della terra in cui è nato e cresciuto. Dove attualmente vive con la moglie e le tre figlie ed è cresciuto sportivamente: “Marcianise non è soltanto la Terra dei fuochi e della Camorra. Se ci sono valori come la famiglia, gli amici, puoi crescere bene”. 

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